Rosa Cassese recensisce “Per una strada” silloge poetica d’esordio del palermitano Emanuele Marcuccio

Creato il 29 marzo 2014 da Lorenzo127
Per una strada
di Emanuele Marcuccio
Ravenna, SBC Edizioni, 2009, pp. 100
ISBN: 978-88-6347-031-4
Prezzo: 12,00 Euro
 
Recensione a cura di Rosa Cassese
  
Leggere un libro di poesie è come sfogliare l’animo del poeta, che si snoda attraverso parole, suoni, musiche, versi, sgorganti da un cuore puro, come quello di Emanuele Marcuccio.
La silloge “Per una strada” è una raccolta di 109 poesie di vario “spessore” lirico e, di argomenti disparati, che vanno dal tema prettamente amoroso, a contenuti impegnati, legati alla natura, al suo degrado, alla scuola, deteriorata da malgoverni, ad inni riguardanti personaggi storici, o filosofici, come Seneca; poeti romantici, come Leopardi; scrittori stranieri, tra cui Garcia Lorca ed altri. Quando ci si addentra nelle pagine del libro, pare di inoltrarsi nel “tempio” della poesia , non facile come può sembrare ad un primo approccio ma, comprensibile ed apprezzabile dopo attenta lettura, spirito penetrativo ed acume intellettivo. Per certi aspetti , si nota quel suo “dipendere “dal lirismo leopardiano, non affettato ma, “assorbito” durante gli studi classici ed emersi come acqua cristallina dopo il tonfo di una pietra nel suo cuore, che palpita all’unisono con la natura, a volte selvaggia, altre tenera e, variopinta.
Non mancano liriche rivolte al mare, quel suo mare, anche interno, agitato, che riesce a placarsi di fronte allo scenario naturale di onde, spinte da una risacca movimentata come la sua mente ed il suo animo, leggasi “Là, dove il mare…” (pag. 96). Da sottolineare lo stile, sempre puntuale, denso di metafore, allusioni, prolusioni, che spingono a raffrontare e, meditare. Spesso, sembrano schizzi di un pittore ma, sono “pensieri sparsi”, atti a dare il senso della brevitas e, della concinnitas, con uno stile asciutto, privo di fronzoli ed orpelli, essenziale ed estremamente lirico-filosofico. Vi è una certa fluidità non solo nei versi, ma nella concatenazione degli argomenti, originali, musicali, molto soavi. Le sue poesie si distinguono per la ricercatezza, pur nella semplicità e, nell’eleganza dell’esposizione. Il verso non è sottoposto ad alcuna regola stilistica, è libero ma, nel suo “incidere” (sì, il verso crea quasi un’incisione) denota complessità, creatività e, movimento; uno scorrere di parole senza mortificarle in strutture metriche, un libero fluire del suo pensiero, molto prolifico che, solo una mente artistica può creare, tanto da poterlo paragonare, con una certa riserva, al grande Leopardi, suo ispiratore.
Poesie da sottolineare
Nelle liriche inserite nel libro “Per una strada” vi è la netta allusione alla vita, che volge verso il suo autunno. “Per una strada senza fronde/ si aggira furtivo e svelto/ il nostro inconscio senso,/ […]” (pag. 77). Il mistero dell’esistenza che, spesso, i poeti “cantano” senza poterne penetrare i segreti riposti.
Altro tema molto sentito è quello dell’Indifferenza (verso se stesso!), come in “Soffrire” (pag. 66), “[…] i pensieri mi divorano;/ indifferenza, sol tu mi resti:/ vago pensiero,/ vago lamento,/ vago tormento.” o nella lirica “Indifferenza” (pag. 60), “Sentimento opaco,/ che copri d’un velo il mio duol,/ […]”; indifferenza, non intesa come estraniamento ma, partecipazione dolorosa pur nell’immobilità.
Tema che suscita tenerezza e, che serve ad indagare meglio lo spirito poetico del Marcuccio è quello dedicato agli animali. Commovente la lirica al suo pappagallino: “Caro pappagallino,/ dolce e affettuoso!/ Sei involato in cielo,/ tra le volventi nuvole/ della gloria armoniosa di Dio;/ […] Gli angeli e i santi/ si rallegrano del tuo tenero canto/ […]” (pag. 15). Vi è in questi versi un voler quasi umanizzare la “volata” in cielo del povero uccellino, tanto amato dal poeta, amico e, compagno di vita.
Tenerezza, delicatezza, predisposizione verso i sentimenti, come l’amore e la musica caratterizzano altre liriche, degne di attenta lettura e, di ricezione nell’intimo: “Desiderio improvviso”, dove vi è un repentino rimembrare il viso della dolce amata, “Dolce rimembro il tuo bel viso,/ creatura di rose,/ […]” (pag. 79); “Sogno”, “Amor sì dolce,/ quiete sì cara,/ […] m’immerge rapito,/ prorompe l’amor sopito;/ […]” (pag. 59); “Amore”, “Dolce sogno, ebbrezza d’intenti,/ sogno, estasi d’eterno:/ dolore del mondo,/ dolce rimembranza,/ brezza carezzevole,/ [...]” (pag. 27).
La musica, altro tema dominante, come in “Musica lontana” (pag. 83), “Ampi spazi,/ volate d’azzurro,/ rincorrersi delle note,/ tersa armonia azzurra:/ […]”
Notevoli le poesie dedicate a personaggi del passato, frutto di studi e retaggi classici, come “Seneca” (pag. 57), “Grande, radioso astro/ nel buio mare:/ valori eterni pur novi/ dettasti, inquietanti./ […]”
Da tutto ciò si può evincere che è una raccolta completa.
Vasta, variegata, classica e innovativa, un “mare” di versi, una strada, a volte, impervia per il dolore amoroso o, per eventi catastrofici naturali; sensazioni, emozioni, dolcezze provate, rifiuti “assaggiati” indifferenza scrollata, vita che si rinnova per continuare a donarci innovazioni con prodezza di penna, di mente e, cuore.
 
 
Rosa Cassese
(Poetessa, scrittrice, docente di lettere)
4 settembre 2013