È di un mese fa la notizia diffusa da Ansa- Sicilia che il gip di Palermo ha archiviato l’inchiesta aperta dopo la denuncia della sorella ottantaseienne della bambina mummificata, i cui resti sono custoditi nelle catacombe dei Cappuccini.
Rosalia Lombardo, appunto la Bella addormentata delle Catacombe di Palermo, è considerata la più bella mummia del mondo. Oggi avrebbe più di 90 anni questa piccola bimba, estremamente sfortunata, morta per un’infezione ai bronchi o probabile polmonite, dopo la Prima Guerra Mondiale, unico caso di essere umano assolutamente intatto.
Riposa in una piccola bara, oggi restaurata, all’interno delle Catacombe di Palermo, il cui Convento è conosciuto in tutto il mondo per la presenza, nei suoi sotterranei, di un vasto cimitero che attira la curiosità di numerosi turisti. Lo spettacolo macabro dei cadaveri esposti è spunto di riflessione sulla caducità della vita e sull’inutilità dell’attaccamento degli uomini alle loro fattezze esteriori.
Grande merito è l’aver rivolto attenzione all’aspetto estetico per dare l’impressione non di un cadavere, bensì di una persona dormiente. Nel 1918 i suoi genitori videro la sua nascita come il più bello dei doni per poi constatare che, due anni dopo, un’infezione ai bronchi l’avrebbe portata via. Il padre, distrutto dal dolore, decise di farla”vivere in eterno”, e contattò un noto imbalsamatore dell’epoca, Alfredo Salafia, che utilizzava delle tecniche all’avanguardia, uniche, la cui formula è stata scoperta da poco. Salafia, tassidermista ed imbalsamatore palermitano, avrebbe mantenuto intatto il corpicino di Rosalia. Nel 1899 ottenne il permesso di sperimentare il suo innovativo composto sui cadaveri umani nella Scuola Anatomica del professor Randaccio, che fu in seguito presentato con successo all’Eclectic Medical College di New York.
La nipote di Salafia, Anna, infatti ha consegnato un manoscritto conservato in una carpetta blu, dove era contenuta la misteriosa formula, scomparsa con la morte per ictus del Salafia nel 1933. Una miscela di formalina, glicerina, sali di zinco, alcool e acido salicilico. Quasi tutti questi ingredienti si usano ancora oggi, e ad essi si poteva aggiungere un trattamento del volto con paraffina disciolta in etere, giusto per mantenere un aspetto vivo e tondeggiante. Il Salafia con questa formula rivoluzionava le tecniche per immersione adoperate fino ad allora, che tutto davano alla mummia, tranne un aspetto naturale. Questa tecnica rappresenta uno dei primi esempi dell’uso della formaldeide per l’imbalsamazione umana.
Il corpo è stato radiografato con difficoltà perché la bara è circondata dal piombo, e sono ben visibili il fegato, il cervello e un polmone. In seguito, il corpo di Rosalia ha iniziato a manifestare alcuni segni di deterioramento, tanto che si è deciso di porla all’interno di una capsula satura di azoto per distruggere i microrganismi e che mantiene venti gradi di temperatura e il 65 per cento di umidità. I familiari non hanno gradito e polemizzato su presunte manomissioni del corpo.
Sia la sorella omonima che la nipote Rosanna La Ferla, hanno annunciato battaglia.
“Mi pregio, con questa mia, di porre alla vostra attenzione alcuni fatti” scrive la signora Rosalia Lombardo”che hanno dell’incredibile e che hanno toccato profondamente la mia sensibilità di sorella della compianta…L’ultima volta che ho visto mia sorella, nel 2007, questa aveva un aspetto meraviglioso, con un colorito roseo e degno della fama che l’ha resa famosa in tutto il mondo, paragonandola alla bella addormentata. Purtroppo ho dovuto verificare che quella creatura che sembrava addormentata, oggi sembra un’altra persona: ha i capelli diversi, gli occhi semi aperti e il colorito, il suo meraviglioso colorito roseo è diventato di un colore strano..sembra ossidata!”.
Il gip ha dunque archiviato il caso, giustificando il fatto che era necessario intervenire sul corpo, al fine di preservarlo e che quindi non lo si poteva lasciare inalterato. Forse la battaglia dei familiari avrà un seguito, fino a quando essi non riusciranno ad ottenere per Rosalia quella giustizia che merita. Ma che dire di lei, Rosalia?
Non si sveglierà come le principesse delle favole all’arrivo del principe azzurro. Era solo una bambina, con i suoi riccioli biondi sulla fronte come quando la madre la pettinò per l’ultima volta, con il colorito roseo del volto e l’espressione di quel sonno beato, che rende tutto misterioso e innaturale pensando al secolo trascorso dal suo ultimo respiro.
Written by Cristina Biolcati