La Rai compie 60 anni, cosa ricorda del suo arrivo in azienda?Tanta emozione. Ho incontrato le gemelle Kessler e Alberto Sordi. Mi sembrava un gioco, ma poi mi hanno subito “inquadrata” con dei corsi di ambientamento per conoscere bene il mezzo e i luoghi dove lavoravo. Ho subito capito che si trattava di un impegno d’equipe e non solitario.
Tanti personaggi, chi le è rimasto nel cuore?Difficile citarne alcuni tralasciando altri. Comunque a primo impulso direi Edmondo Bernacca, Corrado Mantoni, Mike Bongiorno e le colleghe Roberta Giusti e Beatrice Cori.
Cosa le ha dato la Rai?Quasi tutto. Il lavoro, ma anche una famiglia. In azienda ho conosciuto mio marito il regista Antonio Moretti: ci siamo inseguiti per tante trasmissioni e poi ci siamo...sposati.
La televisione ha veramente sostituito il focolare domestico?All'inizio era uno strumento aggregante. Ora con la diffusione di centinaia di canali e delle nuove tecnologie ci sono televisioni in ogni stanza e sui telefonini...isolando l'individuo.
Un mezzo che fin dal suo esordio ha cambiato i costumi degli italiani, i pro e i contro.All'inizio sicuramente bene: insegnava a leggere e scrivere e c'erano i primi grandi sceneggiati che portavano la cultura nelle case degli italiani. Poi la società è cambiata e con essa anche i programmi.
Lei è stata la prima annunciatrice della Tv a colori.Era il 4 novembre del 1961 e mi trovavo nella sede Rai di Torino. Comunque il mio primo annuncio in Tv è stato il 26 luglio sempre di quell'anno. Due momenti molto emozionanti.
E cosa è cambiato con l'arrivo del colore?Con il colore è arrivata la realtà, anzi...i reality.
Qualche aneddoto.Ricordo, con emozione, la presentazione del film Marcellino pane e vino fatta alla presenza di Giovanni Paolo II nella Sala Nervi. A un certo punto il Papa si è messo a commentare il film e così mi sono trovata ad averlo nell'occasione come partner televisivo.
Intervista di Stefano Fabriziper "Corriere Adriatico"