Rose al Giardino botanico di Agrigento ed in Valtellina. La camelia Debbie ed altre piante

Da Calogeromira @CalogeroMira
E vai con il video, che potete vedere più sotto. Mi piacciono le rose bianche ed è sicuramente da scoprire questo giardino agrigentino, oramai adibito a sede prossima ad uffici dell'ex amministrazione provinciale.
Rose bianche al Giardino botanico di Agrigento e rosa in Valtellina. Ed una mostra di fotografie sulle piante ed... http://t.co/sPHGKyWQ36— CMGiardinaggio (@CMGiardinaggio) 11 Aprile 2015

Interessante questa mostra a Delebio, provincia di Sondrio, alle porte della Valtellina vicino al lago di Como. Era la Giornata di Primavera del Fai. E, chissà, forse vi fa piacere visitare il mio blog CMViaggi o CMViaggi su Twitter.
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Rose bianche al Giardino botanico di Agrigento e rosa in Valtellina. Ed una mostra di fotografie sulle piante ed i fiori...
Posted by Calogero Mira Giardinaggio on Sabato 11 aprile 2015

A fine testo vi elenco alcune delle piante viste. Vi segnalo la bellissima rosa alpina o pendulina ed, al minuto 5.31, enorme e maestosa, la camelia Debbie, vista in un giardino privato di Delebio. Mi aveva colpito se avevo scelto di filmarla, come potete immaginare vedendo la mia faccia nel filmato. Intanto eccovi il video su CMGiardinaggio @ You Tube, nella mia lista Fiori.

Ed ecco l'elenco. Mi scuso per eventuali difficoltà visto l'enorme lavoro da me fatto. C'erano a Delebio: la Primula hirsuta al Pizzo Legnone ed a foglie larghe (latifolia delle Primulaceae), la genziana campestre, asclepiade e porporina, la pelosella, l’arnica montana, il millefoglio del granito ed il senecio rupestre (in latino Gentiana campestris, asclepiadea e purpurea, Hieracium pilosella, Achillea erba-rotta e Senecius rupestris) delle famiglie rispettivamente delle Gentianaceae e delle Asteraceae, la Campanula di Scheuchzer o Campanula scheuchzeri delle Campanulaceae; la loidia tardiva o Lloydia serotonina, il giglio rosso o Lilium bulbiferum ed il veratro comune o Veratrum album delle Liliaceae; l’orchidea macchiata o Dactylorhiza maculata e la Nigritella comune e rossa – o nigra e rubra – delle Orchidaceae; l’azalea alpina o Loiseleuria procumbens delle Ericaceae; la dafne rosea o striata delle Thymelacaceae; l’Euphrasia minima e pezzata – versicolor – e la Pedicolare di Kerner (Pedicularis Kerneri) della famiglia delle Scrophulariaceae; il Pigamo colombino o Thalictrum aquilegiifolium e l’aquilegia scura o atrata delle Ranuncolaceae; la Sulla alpina (o Hedysarum hedysaroides della famiglia delle Fabaceae); la cresta di gallo aristata – o Rhinanthus glacialis – della famiglia delle Scrophulariaceae; la vulneraria che in latino assume il nome di Anthyllis vulneraria; la Sassifraga brioide, ciliata e solcata ed il Poligono bistorta e viviparo con nomi simili in latino (Saxifraga bryoides, aizoides ed exarata e Polygonum bistorta e viviparum) delle famiglie delle Saxifragaceae, e delle Polygonaceae; l’Erba porcellina uniflora (Hypochoeris uniflora) ed il raponzolo emisferico (Phyteuma hemisphaericum); la potentilla dorata o Potentilla aurea delle Rosaceae; i sempiterni di montagna ed il semprevivo montano e maggiore o, nome completamente differente o simile in latino, Antennaria dioica e Sempervivum montanum e tectorum delle Crassulaceae; la notissima stella alpina o Leontopodium alpinum; il doronico di Clusius o Doronicum clusii; il dente di leone elvetico o Leontodon helveticus; il trifoglio alpino o Trifolium alpinum; la pulsatilla sulfurea o alpina delle Ranunculaceae; il rabarbaro alpino o Rumex alpinus; l’aconito compatto o aconito compatto; la draba azoide o Draba aizoides; il fiordaliso alpino o Centaura nervosa; l’Astragalo di Lapponia o Oxytropis lapponica; la Cespica alpina o Erigeron alpinus; la Tossilaggine comune o Tussilago farfara; lo zafferano alpino o Crocus albiflorus delle Iridaceae.