Secondo la ricostruzione, con l’ausilio di alcuni elicotteri, e il supporto del Fronte Polisario, che da 36 anni contende al Marocco il Sahara Occidentale, le forze di sicurezza algerine avrebbero catturato ieri i sequestratori a 200 chilometri dal campo di Tindouf, teatro di una fulminea operazione militare nella notte. Ma mentre le voci sulla liberazione si contraddicono, in attesa di certezze la Farnesina invita al massimo riserbo. La prudenza è d’obbligo. Intanto una fonte algerina ha dichiarato ad alcune agenzie stampa internazionali: ”Sono stati sequestrati da membri di al Qaeda nel maghreb islamico, che agisce sotto l’autorita’ del leader Moktar Belewar”. Il gruppo e’ attivo nel sud dell’Algeria e in Mali e in Mauritania ma finora non aveva mai compiuto azioni contro i campi controllati dal Fronte Polisario. La rete delle associazioni della comunità marocchina in Italia invece, in una nota sottolinea che dietro il rapimento ci sia l’organizzazione terroristica AQMI Alqaida. La Rete delle associazioni della Comunità marocchina in Italia condanna il vile rapimento, esprime la vicinanza alle vittime e ai loro familiari e chiede la loro liberazione immediatamente.
La Rete chiarisce, inoltre, che la zona del Sahel e del Sahara algerino compressa Tinduf , definita “Zona Grigia” è stata da anni teatro di attività terroristiche e criminali. Questa situazione è inaccettabile.
La Rete, poi, non esclude una probabile coinvolgimento dei mercenari del polisario che hanno combattuto a fianco delle forze del Gheddafi, ritornati con le armi a Tindouf , dopo la caduta del regime del dittatore.
Secondo i rappresentanti delle comunità marocchine in Italia sarebbe poi fondamentale che si prendessero in esame i rapporti e la pericolosa connessione tra membri dell’organizzazione separatista “Polisario” e l’organizzazione terroristica “AQMI”.
La Rete ribadisce per l’ennesima volta il suo pressante appello delle Istituzioni italiane, europee ed internazionali e all’opinione pubblica di far pressione sull’Algeria affinché:La sicurezza regna nelle tendopoli di Tinduf e di garantire la sicurezza degli stranieri sul territorio algerino e, chiede all’Alto Commissariato dei Rifugiati dell’ONU di assumere la propria responsabilità nell’applicazione delle risoluzioni dell’ONU particolarmente la risoluzione 1979 dell’Aprile scorso per la registrazione , il censimento della popolazione delle tendopoli di Tinduf e la distribuzione degli aiuti umanitari.