Teatro Romano di Verona
2-3-4 luglio 2015, ore 21.00
Bananas Srl - Khora Teatro
ROSENCRANTZ E GUILDENSTERN SONO MORTI
di Tom Stoppard
tratto da Amleto di William Shakespeare
con Vinicio Marchioni, Daniele Liotti e Gianfelice Imparato
regia Leo Muscato
prima nazionale
Inaugura il Festival shakespeariano uno Shakespeare un po' speciale rivisitato da Tom Stoppard. I protagonisti di Rosencrantz e Guildenstern sono morti (la versione cinematografica è stata premiata con il Leone d'Oro alla Mostra del Cinema di Venezia del 1990), sono due personaggi minori di Amleto, due amici d'infanzia del principe di Danimarca chiamati a corte per cercare di capire le ragioni della follia di Amleto. Nei ruoli principali tre volti noti della tv: Vinicio Marchioni, Daniele Liotti e Gianfelice Imparato, guidati dal regista Leo Muscato.
Vinicio Marchioni, che nello spettacolo interpreterà Rosencrantz, è conosciuto dal pubblico soprattutto grazie al ruolo di "Freddo" nella serie cult Romanzo criminale ispirata alla vera storia della Banda della Magliana, in onda su Sky. Il suo percorso artistico però passa anche dal teatro, dove ha lavorato con Luca Ronconi, Antonio Latella e Giuseppe Martini e dal cinema, recitando sui set di Woody Allen, Sergio Castellitto, Valeria Golino. Con il film di Aureliano Amadei 20 sigarette sulla strage di Nassiriya, viene candidato al David di Donatello e vince il Nastro d'Oro.
Daniele Liotti, che interpreta Guildenstern, dopo un passato da calciatore ha debuttato nel mondo dello spettacolo iniziando dalla tivù dove ha interpretato La quindicesima pistola, Sant'Antonio di Padova, Dottor Zivago, Il bell'Antonio, Il capo dei capi e Il generale dei briganti. Al cinema si è fatto conoscere soprattutto con il film Cresceranno i carciofi a Mimongo di Fulvio Ottaviano. Tra gli altri, ha lavorato anche con Felice Farina (Bidoni), Umberto Marino (Finalmente soli), Vicente Aranda (Giovanna la pazza), Giovanni Veronesi (Streghe verso nord) e Stefano Incerti (La vita come viene). Liotti e Marchioni sono stati interpreti del film di Paolo Genovese Tutta colpa di Freud (2014) sul cui set hanno dunque avuto la possibilità di lavorare insieme.
Li affianca un altro attore eclettico: Gianfelice Imparato, che pure si divide tra teatro, cinema e tivù. Proprio in televisione è stato tra gli interpreti di1992 (sulle vicende di Tangentopoli e Mani pulite) che si è appena conclusa.
"Rosencrantz e Guildenstern - dice il regista Muscato - sono morti, ma ancora non lo sanno. A dire il vero, Guildenstern lo sospetta, ma non ha il coraggio
di dirlo ad alta voce. Rosencrantz, invece, non sembra sfiorato dal minimo presentimento, e tutte le stranezze che gli accadono attorno, non lo lasciano perplesso nemmeno un po'. Sono in viaggio, o almeno è ciò che credono, visto che non si muovono mai. Sono stati convocati d'urgenza dal nuovo Re di Danimarca. Ed è lì che sono diretti. Nel bel mezzo del viaggio, in un luogo in mezzo al nulla, appare improvvisamente una compagnia di attori, capitanati da un irresistibile capocomico. A un certo punto, i comici scompaiono e Rosencrantz e Guildenstern si ritrovano nel castello di Elsinore, poi su una nave assalita dai pirati nel bel mezzo di una tempesta e qui improvvisamente riappaiono i comici di prima. Il teatro dell'assurdo si appropria così del favoloso mondo elisabettiano. Un'occasione imperdibile - conclude Muscato - per ridere di gusto di tutte le idiosincrasie e le paure del signor William Shakespeare".
Tutti gli spettacoli del Festival shakespeariano prevedono, per i 4 posti riservati, l'entrata gratuita per spettatore con disabilità e accompagnatore.
All'entrata del Teatro Romano c'è un tratto in ghiaino difficile da percorrere autonomamente in carrozzina, poi rampa in legno e restante tratto piano.
PROSA. Apre la rassegna "Rosencrantz e Guildenstern sono morti" per la regia di Leo Muscato
Shakespeare rivisitato dall'ironia di Stoppard
Alessandra Galetto
Il viaggio surreale dei due personaggi minori di "Amleto" chiamati alla corte del principe di Danimarca tra avventure e invenzioni mirabolanti
martedì 23 giugno 2015 SPETTACOLI, pagina 50
Il mondo elisabettiano riletto nel segno del teatro dell'assurdo. È uno spettacolo che si annuncia accattivante quello che, da giovedì 2 a sabato 4 luglio, al Teatro Romano, inaugurerà la stagione di prosa dell'Estate Teatrale Veronese. Si tratta di Rosencrantz e Guildenstern sono morti del drammaturgo e regista inglese Tom Stoppard, con Vinicio Marchioni, Daniele Liotti e Gianfelice Imparato, per la regia di Leo Muscato, prodotto da Khora.teatro - Bananas.Il testo nasce come atto unico in versi nel 1964 e viene rappresentato, rielaborato in commedia in tre atti, per la prima volta al Festival di Edimburgo nel 1966. I due protagonisti sono due personaggi minori dell'Amleto di Shakespeare e l'operazione di Stoppard è quella di farne i protagonisti di una vicenda che, come una costola di Amleto, si sviluppa per un successivo proliferare di strampalate invenzioni, con un gioco di continui rimandi e repentini allontanamenti rispetto alla tragedia del principe di Danimarca. Quando la scena si apre, Rosencrantz e Guildenstern si ricordano di essere stati convocati con urgenza alla corte di Danimarca, ma non conoscono le ragioni di questo invito. Dunque sono in viaggio, o almeno questo è ciò che credono, e durante questo viaggio (in realtà non si muovono mai) incontrano una compagnia di attori, capitanati da un irresistibile capocomico. Poi i due si ritrovano nel castello di Elsinore, quindi su una nave assalita dai pirati, poi riappaiono i comici di prima: una girandola di avventure che intendono dar vita - stando alle stesse parole di Stoppard - "ad un testo comico. Se il risultato non fosse stato divertente avrei ritenuto di aver fallito". L'indicazione, o auspicio di Stoppard, è colto da Muscato che ha creato un ritmo vivacissimo per la sua messinscena, giocando sui travestimenti, sulle battute, sui colpi di teatro e sui mutamenti improvvisi di scena per far provare allo spettatore quel senso di spiazzamento che domina gli stessi protagonisti della scena. Perchè in verità, come spiega Muscato, "Rosencrantz e Guildenstern sono morti, ma ancora non lo sanno. A dire il vero, Guildenstern lo sospetta, ma non ha il coraggio di dirlo ad alta voce, Rosencrantz invece non pare sfiorato dal minimo presentimento e resta indifferente a tutte le stranezze che gli accadono intorno". Così, in questo gioco stralunato, il teatro, con personaggi mossi da una chiamata di cui non conoscono il senso, eppure da questa "sballottati" tra mille vicissitudini, ci parla, con ironica leggerezza, della vita.
DANIELE LIOTTI, attore
Guildenstern? Mi "insegue" fin dai miei esordi
martedì 23 giugno 2015 SPETTACOLI, pagina 50
Un appuntamento predestinato. Perchè Rosencrantz e Guildenstern sono morti è stato uno dei primi testi con cui si è cimentato durante la scuola di teatro. "Ed ero stato ripreso. L'insegnante mi disse che non avevo fatto vivere la nave. Così nei confronti di questo testo ho l'entusiasmo e la sana paura che fanno da stimolo per ogni attore". Parola di Daniele Liotti, che nello spettacolo in scena al Teatro Romano da 2 al 4 luglio vestirà i panni di Guildenstern. Abbiamo già avuto modo di apprezzare Liotti, a molti noto anche per il suo lavoro in tv e al cinema (è, tanto per capirci, il vicequestore aggiunto Claudio Sabatini nella serie televisiva di Canale 5 Squadra mobile) al Teatro Romano due anni fa in Molto rumore per nulla con la regia di Giancarlo Sepe.Sembra che il testo di Stoppartd, che pure non è poi così praticato dai registi, abbia un conto aperto con lei...Sono molto felice di questa occasione. Quella di Stoppard è una storia di straordinaria vivacità che vede me e Marchioni in scena per tutto lo spettacolo, dunque con un impegno, anche in termini fisici, molto forte. La peculiarità di questo testo è che consente di porsi interrogativi altissimi ma giocando sempre sulla chiave comica e farsesca, un po' come un prologo ed epilogo dell'esistenza umana. C'è un costante passaggio tra commedia e tragedia e viceversa: si ride tantissimo, ma la leggerezza non impedisce la profondità.Lei è Guildenstern, il più consapevole dei due. Che però vive in una sorta di simbiosi teatrale con Rosencrantz: è stato impegnativo trovare la corrispondenza con Vinicio Marchioni?Abbiamo la fortuna di essere amici, oltre che colleghi, e di poter contare su un feeling già collaudato prima di questa prova: abbiamo recitato infatti insieme nel film La strada di casa di Emiliano Corapi. E questo è stato sicuramente un elemento importante per la riuscita dello spettacolo. I due personaggi si muovono infatti in un limbo spazio-temporale in cui perfino loro stessi devono a vicenda ricordarsi chi sono. Guildenstern in particolare per tutto lo spettacolo continua a ribadire a Rosencrantz, come un tormentone: "Io sono Guildenstern!".Sul palco del Romano si è già messo alla prova due anni fa. Un bel ricordo?Verona ha la fortuna di avere questo teatro bellissimo, all'aperto davanti al fiume, tanto che anche per l'attore che sta in scena quello che vede davanti a sè è uno spettacolo. Il pubblico qui davvero può entrare nella storia che va in scena.Cinema, televisione, teatro: nella sua carriera si alternano. In che rapporto stanno?Cinema e televisione certamente danno maggiore popolarità. Ma ho voluto con forza arrivare al teatro, me lo sono imposto perchè offre la possibilità di studiarsi, conoscersi e mettersi alla prova in modo molto più forte. Si deve cercare, ogni volta, il personaggio: così si scopre anche qualcosa di più profondo di se stessi.