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Rossella Urru: i fragili equilibri politici del Sahara mutati

Creato il 13 novembre 2011 da Yellowflate @yellowflate

rossella urruPassano i giorni e di Rossella Urru non si ha nessuna notizia, i media ormai hanno perso l’interesse, la famiglia di Rossella ha aperto un piccolissimo spazio online, un blog dove vengono inseriti alcuni articoli sulla vicenda e, da quel che invese si apprende leggendo la Nuova Sardegna sono appena rientrati in Italia il  direttore del Cisp (Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli), Paolo Dieci e Sandro De Luca, coordinatore dei programmi in Africa dell’organizzazione che avrebbero dichiarato«Rossella è un punto di riferimento di tutte le organizzazioni mondiali che operano in quell’area dell’Africa. Si è fatta apprezzare per l’esperienza, la passione e il lavoro svolto con il popolo Saharawi».  Secondo quanto dichiarano i due esperti «Sono cambiate tante cose in breve tempo. Il rapimento sta provocando un riposizionamento di tutte le organizzazioni, che ora dovranno fronteggiare situazioni nuove e impreviste, visto che in oltre 30 anni di lavoro con il popolo Saharawi non era mai successo niente di simile». Dunque Rossella sarebbe così potente? Non certo, non è sicuramente la giovane volontaria ad aver avuto questo strano potere a pochi mesi dal congresso del Polisario . Probabilmente è la semplice vittima di un qualcosa di politica internazionale molto più grande di quello checi vogliono far credere. Basta poco infatti per capire che qualcosa di stonato in questa assurda vicenda esiste: se è vero come vero che le comunità online rispecchiano quelle reali,  è semplice rendersi conto di quanto difficile sia l’equilibrio in quel lembo di sabbia desertica, osservando quel che scrivono le persone in rete: gruppi, fazioni, membri, singoli e sopratutto cittadini si accusano a vicenda di quel che è successo lì.

Rossella, come altri volontari, girava per i campi saharawi, era conosciuta e, probabilmente qualcuno ha collaborato con la banda che la ha rapita, secondo i dirigenti del Cisp: «È stata messa in discussione la stabilità dell’area , ora c’è grande preoccupazione e molta più attenzione. Stiamo seguendo l’evolversi della situazione attraverso l’ambasciata italiana ad Algeri e la Farnesina.”

 


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