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La varietà
Il Rossese è un vitigno a bacca rossa autoctono ligure, molto tipico e legato al territorio di Dolceacqua, piccolo comune a 20 chilometri dalla Francia, sulle alte colline della provincia di Imperia, che regala dei rari vini particolari. Probabilmente il Rossese venne introdotto dai Greci già nel VII secolo avanti Cristo, ma le notizie sono del tutto incerte. Si sa per certo che il vitigno è presente da tempo immemorabile nella zona.
Alcuni ritengono che l'introduzione della vite in Liguria sia avvenuta per opera degli antichi Greci; altri sostengono che gli Etruschi iniziarono per primi a coltivare la vite nella parte occidentale della regione. Altre notizie però lo vogliono importato dai Doria nei loro possedimenti a Dolceacqua nell 1270 in uno dei loro viaggi via mare. Il Rossese si presenta con grappoli mediamente grandi, a forma piramidale, alati, mediamente a spargolo. Le bacche sono di dimensioni medie o medio-piccole, ellittiche, con colore blu che tende al nero e al violetto, abbastanza pruinosi e con bucce mediamente spesse. Tra le avversità il Rossese soffre la colatura e l'acinellatura.
Il sistema di allevamento tradizionale è ad alberello, ma negli ultimi anni si stanno sperimentando anche altri sistemi. I vigneti si trovano sulle impervie colline delle Prealpi liguri, tra i 300 e i 600 metri sul livello del mare, e questo fa sì che tutte le operazioni siano manuali. A causa della difficile morfologia del territorio è probabile che il vitigno sia sempre rimasto confinato in quest'area. Le rese sono abbastanza produttive e costanti.
I vini del Rossese
I vini del Rossese hanno guadagnato la propria denominazione di origine dal 1972, che comprende 14 comuni in Val Nervia e nella Valle Crosia, dove si vinifica in purezza in un disciplinare che prevede almeno il 95 per cento del vitigno. Da luogo a rossi leggeri, da bere giovanissimi, ma se vinificato con attenzione riesce a regalare buoni vini, anche complessi, anche invecchiabili.
Il colore, prima molto chiaro, diventa di un bel rubino che tende al granato con il tempo. La gamma olfattiva è vinosa, con bei profumi floreali di delicate rose e viole, con punte fruttate di fragola e ribes. Il palato resta delicato, morbido, ma con un bel corpo strutturato dai tannini che lo rendono leggermente amarognolo, equilibrato però da ottime vene vellutate. Viene vinificato anche nella tipologia superiore se affinato per un anno, ma nelle vinificazioni di particolare pregio, deve essere consumato dopo almeno quattro anni, riuscendo ad invecchiare fino agli otto.
Gli abbinamenti ideali sono con la carne rossa ma anche con selvaggina, come il coniglio in umido, a temperature di circa 18° centigradi. Fa parte delle denominazioni di origine Rossese di Dolceacqua o Dolceacqua DOC e del Riviera Ligure di Ponente DOC, ma viene vinificato anche in indicazione geografica tipica.
I produttori
Gran Rossese in purezza anche nel Riviera Ligure di Ponente di La Vecchia Cantina, rubino porpora, con un bell'aroma di ribes e lampone. Bel palato sapido e fresco, da provare con le zuppe.
Bel Rossese di Dolceacqua Superiore anche da Foresti, rubino venato di porpora, con una bella gamma olfattiva incentrata sui frutti di bosco, caldo al palato dai tannini ben equilibrati. Da provare con gli involtini di carne liguri.
Da provare anche il buon Riviera Ligure di Ponente Rossese di Cascina Feipu dei Massaretti, con i riflessi viola e i classici aromi di fragola e ribes. Palato sapido e caldo, per accompagnare i ravioli al ragù.
Da Biovio è in assemblaggio con il 20 per cento di Granaccia per il Bacilò, dai riflessi porpora, anche qui pieno di ribes, lamponi e un palato incentrato sulla sapidità e la delicatezza. Bene con la torta di zucca.
Da Bruna torna in purezza per il Riviera Ligure di Ponente Rossese che assume colori chiari, con olfatto delicato e fresco di ciliegia e mora. Tannini levigati e discreta persistenza da accompagnare con i porcini.
Ancora un grande assemblaggio al 30 per cento, con il 50 per cento di Grenaccia e il 20 di Barbera per il Solitario, un gran vino da tavola di Cascina delle Terre Rosse, di un bel rubino profondo sfumato di violetta. Bel naso complesso, con il ribes e le more che vengono speziate dalla liquirizia e dalla vaniglia. Tannini aristocratici e levigati, affinato in botte e da provare con gli stufati.