Rossopomodoro a Istanbul

Creato il 02 maggio 2012 da Istanbulavrupa

Dopo aver metabolizzato l’esperienza negativissima di Obikà, ieri abbiamo deciso di sfidare di nuovo la sorte: abbiamo provato la pizzeria Rossopomodoro sotto casa e i risultati – ahimé – non sono stati migliori. Per carità, il locale è accogliente e pulito, gli ingredienti sono quelli giusti: ma la pizza – il personale è solo turco, ha partecipato a un non meglio specificato corso di inquadramento/formazione a Napoli – semplicemente non le sanno fare, si percepiva il sapore dei singoli elementi mal amalgamati (e per di più erano cotte in modo inadeguato). E poi, il conto – 74 lire per due pizze e due birre – è stato semplicemente oltraggioso; da non rimetterci più piede, insomma. Ma è il modello della ristorazione in franchising che secondo me proprio non funziona: per riuscir bene in cucina ci vuole conoscenza, sensibilità, passione, il “cuore napoletano” esibito sulla maglietta di sicuro non basta (e anzi, è fastidioso questo sbandierare ciò che non si è). Che poi, se vi dico che sono un giornalista italiano… ma proponetemi almeno una visita al locale, no? Raccontatemi di voi e di chi ve l’ha fatto fare di aprire questa pizzeria; chessò, offritemi un limoncello alla fine (per giunta, neanche il çay c’hanno offerto). Niente, scena muta: neanche fossimo da MacDonald’s o alla catena di montaggio.



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