Rotolando verso ... Nord alla scoperta dello hygge

Da Labandadeibroccoli
Se finalmente si corre verso il caldo e verso il sole i broccoli che fanno? Un salto in autunno, no?Lo scorso fine settimana mentre qui impazzava il sole ci siamo lanciati in una veloce fuga fuori porta che ci ha portato un po' (tanto) a nord.Già in altri post vi abbiamo parlato di piccole fughe, ognuna ci ha lasciato un sapore diverso. Vi abbiamo parlato di Berlino, di Valencia, della ricerca del caldo low cost a Malta, un accenno di Londra, qualche dritta su Salonicco e ora?Beh questa volta siamo stati qui:
No, non siamo andati a zonzo per i campi della Toscana, ci siamo allontanati un pochino di più.Così è più chiaro?
Ehm no, no. Non siamo nemmeno andati in quella che fu la tenuta di Monet a Giverny a vedere dove si era ispirato per le sue Ninfee.

No, no niente scampagnate per boschi e foreste, siamo nel centro di una deliziosa capitale.

E no, nemmeno in Olanda.Così non potete non capire
Eh già! Siamo stati a Copenaghen, patria di Hans Christian Andersen, delle sue indimenticabili fiabe, e della Carlsberg, i due fattori grazie ai quali esiste la più che famosa "Sirenetta": il primo fu autore della fiaba che ha ispirato il tema e l'azienda ha sovvenzionato  la realizzazione della statua.Noi, personalissima e non condivisibile idea, siamo andati a vederla, ma tutto questo flusso di accaniti fotografi non ce lo siamo spiegati. In fondo l'arte antica, moderna e contemporanea hanno fatto al mondo regali più interessanti, e per questo siamo d'accordo con alcuni danesi che la definiscono "a good marketing", ma de gustibus.Sta di fatto che questa piccola statua ne ha viste di tutti i colori, non solo perché negli anni ha subito vari atti vandalici, ma anche per tutta quella variopinta folla che la fotografa nei modi più strambi e imbarazzanti.Povera Sirenetta malinconica, forse tutti pensano alla versione Disney della tua storia e non sanno quanti tormenti e dolori hai dovuto affrontare, rinunciando a tutto per il bel principe che sposò un'altra.
Avresti potuto ucciderlo e tornare sirena, ma scegliesti di lanciarti tra i flutti e ti trasformasti in schiuma.

Andersen

La statua si trova a pochi passi un bel parco dove è possibile gironzolare all'interno di caserme del '700 (gratuito).La città meriterebbe parecchi giorni per essere visitata "come di deve", ma i broccoletti fra impegni e budget limitato hanno fatto una toccata e fuga per il week end. Se avete voglia di una fuga veloce verso nord potreste fare una capatina a Copenaghen, ora la Norwegian ha attivato delle tariffe alla portata di tutti.
Di musei dove perdersi ce ne sono, ma se restate solo per un fine settimana difficilmente troverete il tempo per visitarli tutti, allora dedicatevi alla città, esploratela, fermatevi nei caffè e cercate di fare vostro lo hygge danese.
Hygge è una parola che nasce in Norvegia, dove significa "benessere", ma una volta approdata in Danimarca l'universo simbolico che andava ad esprimere si è ampliato a dismisura, fino a renderla difficilmente traducibile. Lo hygge è un modo di essere che, secondo il sito ufficiale del turismo danese, non indica solo intimità, amicizia, sicurezza, benessere, ma molto di più: "the whole is greater than the sum of its parts".
Hygge è atmosfera calda, ritrovarsi in gruppo anche con persone che si conoscono poco e dilettarsi con conversazioni piacevoli, brindisi (a fiumi), ottimo cibo. Tutto ciò non può avvenire in un posto qualsiasi, ma vicino a un caminetto o per lo meno in una stanza illuminata da candele.
Sapete che siamo curiosi e camminando guardiamo sempre all'interno delle finestre aperte, ci sembra un buon modo per scoprire un po' la vita di un posto... Beh in tutte le finestre dove abbiamo buttato l'occhio non mancavano piantine e candele, candele a profusione in ogni dove! Hygge anche a casa!
Per quanto riguarda il cibo, beh la città raccoglie (se non sbagliamo) ben 11 stelle e se volete sfiziarvi come si deve potete concedervi il lusso di una cena stellata!
Il nostro rinomato low budget ci ha tenuti lontani dall'empireo delle stelle, ma abbiamo mangiato bene in ogni dove, soprattutto (ovvio) il salmone, la tenera e deliziosa carne e i superlativi smørrebrød! Dei deliziosi panini aperti, delle tartinone di pane nero (segale a gogò) da mangiare rigorosamente seduti e con coltello e forchetta.
Da non perdere anche i brunch della domenica

Salvifico, al ritorno da una divertente serata, anche lo "zozzone" autoctono: ce ne sono a bizzeffe di camionette, dovete solo scegliere quello che vi ispira di più
Se avete tempo e non viaggiate solo con il bagaglio a mano, beh potreste anche riportare a casa qualche salume locale (dal prosciutto affumicato allo Spegepølse, il salame).

Se restate più di tre giorni potreste anche concedervi lo sfizio di prendere il traghettino e di arrivare in 30 minuti in quella che è definita "la capitale europea del falafel"... Niente di esotico, è Malmo una ridente cittadina nel sud della Svezia. Il nostro è stato un micro fine settimana, ma ci siamo ripromessi di tornare per fare una full immersion di musei e per avere il tempo di attraversare lo stretto di Oresund e andare a gustare questi rinomati falafel svedesi.
Oltre che per l'ambito mangereccio/culinario (e se riuscite potete anche andare a vedere la fabbrica della Carlsberg, gratis la domenica), la città è famosa per il design!
Interessante il Dansk Design Center dove, fino al 19 febbraio 2012, sarà possibile visionare la mostra Challenge Society: il design non salverà il mondo, ma di certo può dargli una mano e utilizzando l'approccio olistico del design si possono studiare progetti per migliorare i servizi e la qualità della vita a partire da gadget che agevolano la differenziata, per arrivare al catetere only for wimen per poterle rendere libere.Assolutamente da non perdere il Danish Museum of Art & Design.  Se il tempo è poco allora non temete, passeggiate, osservate e troverete decine di negozi di design!
Ahhh come dimenticare di fare un giro nella città libera Christiania?Una città nella città fondata da un gruppo di hippie nel 1971 che ancora oggi ospita una cinquantina di collettivi e circa 1000 abitanti.
Il posto è carino, immerso nel verde (si cammina solo a piedi o in bici), ci si può rilassare gironzolando alla scoperta degli atelier di artisti, delle case autocostruite.
Potete restare quanto vi pare, prendendo una birra o mangiando nei baretti, fumando.
Ricordatevi solo di non fare foto in pusher street, i tranquilli hippie potrebbero innervosirsi parecchio.
Il tempo per noi è stato poco e quindi torneremo, di certo la prossima volta in piena estate! Casomai per il Copenaghen jazz fest o per il Roskilde rock fest che si svolgono a luglio.


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