Royal Caribbean dunque affronta molto pragmaticamente la situazione, con alcune iniziative di logica inoppugnabile in questi casi: «Siamo un’impresa globale – dice Rotondo – e se il Mediterraneo è in eccesso di offerta allora bisogna ridurla». L’Italia ad esempio ha sempre avuto imbarchi a Roma, Genova e Venezia con tre navi: «E tutto questo si conferma identico – spiega Rotondo – ma con maggiore disponibilità per il mercato internazionale, che ci consentirà di recuperare pricing».
Con lo stesso obiettivo cambia nel 2013 l’utilizzo stagionale degli homeport: Genova, Napoli e Messina, gli ultimi entrati nella programmazione Royal Caribbean, l’anno prossimo avranno solo partenze nell’alta stagione italiana, da fine giugno a tutto agosto, e non più da fine marzo a metà novembre. Come invece avranno ancora i porti di Civitavecchia e Venezia, appunto i più richiesti dalla domanda internazionale. «Così anche la diversa dislocazione – commenta Rotondo – servirà a sostenere il pricing».
La formula Price protection
Infine la Price Protection, terza azione per rassicurare i preziosi ospiti italiani sulla tenuta dei prezzi, al riparo da qualsiasi taglio di capacità. «Chi compra per primo – sottolinea Rotondo – ha il vantaggio di scegliere il meglio nella sua fascia di prezzo, e riceve anche 100 euro di credito da spendere a bordo. Price Protection assicura questi clienti anche contro qualsiasi rimpianto, è un fattore di correttezza e di trasparenza».
La formula vale su tutte le prenotazioni a partire dal primo gennaio 2013 su ogni data e itinerario di tutti i marchi del gruppo, incluso Celebrity. La formula garantisce la migliore quotazione disponibile entro la data di partenza, quindi rende retroattiva ogni promozione per i passeggeri prenotati in anticipo, si applica su prenotazioni individuali, su richiesta del cliente fino a 45 giorni dalla data di partenza, dietro verifica di disponibilità, solo sulla stessa categoria di camera prenotata.
«In questo momento – commenta Rotondo – l’unica chiave di interpretazione dello stato del mercato è un massiccio eccesso di offerta rispetto alla domanda, anche sul nostro segmento. E mi pare evidente che questa sia la vera causa della generale perdita di produttività, certo non basterebbe a trainare tutti al ribasso la strategia di un player delle nostre dimensioni, che in Italia ha una quota di mercato intorno all’8%, contro la dozzina di navi che i due leader nazionali piazzano sull’Italia in alta stagione. Ma le navi si possono spostare, e questo è un plus determinante della nostra industria. E ora mi piacerebbe che anche i nostri grandi competitor italiani facessero qualcosa di concreto, come stiamo facendo noi, per mantenere la produttività, e per evitare gli errori che hanno fatto danni terribili ai tour operator. Perché spendere in capacità non vuol dire automaticamente produrre redditività. Anzi, in carenza di domanda significa solo fare ancor più danno economico».
A Napoli comunque, che nel 2013 sostituisce l’homeport di Bari, Royal Caribbean porterà la sua Liberty of the Seas, la più grande, scintillante e attrezzata della nuova classe Freedom.
Fonte: L’Agenzia di Viaggi
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