Rotta verso l’ignoto. Ovvero come un autore che si autopubblica sceglie di suicidarsi

Da Marcofre

E così sembra che sia proprio necessario parlare non di Seo e robe di quel genere lì; che portano traffico, ma non lettori. Bisogna proprio parlare delle storie, perché in questo modo, forse interessi qualcuno. E poi… Niente. Poi, niente.

La fabbrica

Comunque, uno dei prossimi racconti che saranno inseriti nella nuova raccolta di racconti si intitola (rullo di tamburi):

La fabbrica

Tutto qui? Eh, da queste parti non è che la fantasia sia galoppante; è un po’ tisica e cammina piano piano. Ovviamente la fabbrica è fallita, altrimenti non mi metterei certo a scrivere una storia del genere.
E il protagonista, con tanto di moglie e 2 figli, racconta una favola. Ma è una favola un po’ particolare, dove… Be’, però non è questo che intendo dire. Voglio parlare di altro.
Quindi adesso inizio un altro bel paragrafo, con il suo bel titolo.

Rotta verso l’ignoto (o quasi)

Di primo acchito (quanto mi piace scrivere “di primo acchito”: non lo fa quasi nessuno, hai notato?), parrebbe la solita storia frecceriana. Gente che ha perso il lavoro, e tira a campare. Insomma, la solita zuppa che il Freccero rifila ai suoi affezionati lettori. La faccenda non è proprio così. C’è la favola, innanzitutto. E poi c’è un finale che nelle mie intenzioni (riuscirci è un altro paio di maniche), intende spostare il mio raggio d’azione verso altri lidi.
Come forse ti sarai reso conto, lettore o lettrice di questo blog, io sono una persona cattiva. A me non interessa addomest… ehm, educare chi legge. Cerco solo di raccontare storie, e già questo è un impegno mica da ridere.
C’è però questo personaggio, nel finale de “La fabbrica”, che rivolge al protagonista una domanda che potrebbe (dovrebbe) indicare, a chi ha la voglia di capire, come le intenzioni dell’autore siano verso una direzione ben precisa.
Insomma: al sottoscritto non interessa una benamata fava di illustrare come la povertà stia sbriciolando interi settori della società. Ho altri interessi. E per spiegarmi chi devo tirare in ballo?

Da “Povera gente” a “Il sosia”, e oltre