Può darsi che stia per dire una marea di ca***te, ma parlare quando i giochi sono fatti è troppo semplice, e in fondo un blog non è altro che uno spazio dove esprimere le proprie idee e le proprie sensazioni.
Sono sempre più convinto che al termine della prossima stagione il Milan cambierà proprietario, e penso che la trattativa seria possa essere nata a cavallo tra il 2008 e il 2009.
Nell'estate del 2008 il club spende male ma spende ... il cartellino del Dinho sommato al suo ingaggio è un investimento consistente, Borriello viene riscattato per una cifra non indifferente, Flamini non costa niente in termini di cartellino ma, per battere la concorrenza bianconera, gli si offre un ingaggio notevole, e poi c'è anche il coinvolgimento emotivo da parte della proprietà testimoniato del rientro alla base del figliol prodigo Shevchenko, fortemente voluto da Berlusconi, al quale viene corrisposto un ingaggio piuttosto pesante. Per completare il mercato estivo del 2008 vanno aggiunti l'acquisto di Zambrotta, i rientri di Abbiati e Antonini e il prestito di Senderos.
E' vero che già quell'estate Berlusconi cominciò a stringere un pò i cordoni della borsa, infatti si reperirono i fondi necessari sia dalla cessione di Gilardino che da quelle di un certo numero di giocatori provenienti dal settore giovanile senza che fosse necessario un particolare impegno di capitali da parte di Berlusconi che, comunque, aveva dovuto ripianare i quasi 32 mln di passivo del bilancio 2007.
Era da un pò di tempo che Marina e Piersilvio facevano pressione sul padre perchè trovasse delle alternative alla necessità di ripianare cifre importanti ogni anno alla chiusura del bilancio, e una simile campagna acquisti poteva essere un compromesso tra l'esigenza della squadra di mantenere la sua competitività (al di là delle valutazioni soggettive) e quella della società di non raggiungere passivi insostenibili.
Il tentativo di cedere Kakà al City del gennaio 2009 può essere interpretato come il momento nel quale le cose cambiano radicalmente rispetto ai precedenti 23 anni di gestione Berlusconi.
A parte Shevchenko che se ne andò per volontà della moglie, la cessione di una bandiera e di un simbolo come Kakà è stato un fatto senza precedenti, e la seguente campagna acquisti votata al risparmio, a dispetto delle necessità tecniche della squadra, può essere interpretata come una strategia ben precisa dettata da nuove esigenze altrettanto specifiche.
Vendere il Milan, per una figura del calibro di Berlusconi, non è una cosa semplice sia per gli aspetti finanziari che per questioni di immagine, e Berlusconi non ha mai nascosto quanto tenga alla propria popolarità.
E' impensabile che il Milan si possa vendere da un mese all'altro, è più probabile che sia necessario pianificare la cosa in un arco di tempo un pò più lungo sia per l'importanza delle cifre in gioco sia per le esigenze politiche dello stesso Berlusconi.
Forse non è un caso che le voci di una cessione del club si stiano intensificando in maniera esponenziale, mentre le smentite sono la norma dato che l'azionista di maggioranza è quotata in borsa.
Berlusconi è totalmente assorbito dalle sue vicende politiche (e non solo quelle), ha 74 anni un terzo dei quali dedicati anche al Milan, ha dei figli che non nascondono quanto poco siano interessati a continuare l'opera del padre ... insomma sembra proprio arrivato il momento degli addii.
La politica del pareggio di bilancio, diventata improvvisamente la priorità, è un altro segnale della possibilità che il divorzio stia per compiersi.
E' chiaro che vendere una società sana è più redditizio che venderne una indebitata, e l'evidente volontà di non investire è un altro indizio piuttosto chiaro ... chi sostituirebbe un treno di gomme alla propria automobile un mese prima di cambiarla? ... se le gomme sono liscie si va piano (come il Milan) per non correre rischi in attesa che arrivi l'auto nuova.
Credo che questo sarà l'anno della pianificazione degli ultimi dettagli, le voci dell'interessamento della Gazprom sembrano avere una certa consistenza, e l'amicizia che lega Berlusconi a Putin è un ulteriore fattore a favore di questa ipotesi.