Round-up celtico tra Pro12 e Test Match

Creato il 02 dicembre 2013 da Rightrugby
E' trascorso un po' di tempo dall'ultimo punto del Pro12, ma nel mezzo si sono disputati i Test Match di novembre e le due cose sono comunque collegate. Per le nazionali celtiche il bottino delle sfide internazionali è mezzo pieno e mezzo vuoto: l'Irlanda fino ad una manciata di secondi dalla fine stava per coronare il sogno di fermare gli All Blacks, finché Sexton non ha mancato un calcio di punizione facile per le sue abilità e si è trovata all'angolo con le ultime prepotenti fasi dei neozelandesi - si capiva che quel piazzato dell'apertura irlandese sarebbe finita fuori, è come il golf quando c'è da imbucare la pallina del torneo: una routine allungata coincide spesso con un errore e così è stato. La squadra ora nelle mani di Joe Schmidt ha gettato il cuore oltre l'ostacolo, ha adottato un modus operandi che rincorreva quello della Nuova Zelanda (sbaglia tu che ne guadagno io), ha regalato uno dei Test Match più emozionanti dell'annata e al di là del risultato finale, ha riscattato l'opaca prestazione contro l'Australia. 
Australia che non è incappata nel rischio hangover (ha aperto e chiuso la parentesi internazionale, da Twickenham a Cardiff, passando per Torino ed Edimburgo) restando bestia nera del Galles: altre notevoli emozioni sabato scorso al Millennium Stadium e la differenza tra Nord e Sud è anche negli skills dei Down Under, che confezionano un paio di mete da giocolieri con i protagonisti che ben sanno cosa sia in grado di fare il socio di turno. Forse ha ragione Mick Cleary quando afferma che i Dragons dovrebbero essere più inglesi nell'affrontare le formazioni australi - infatti non appena si sono amalgamati con la truppa inglese durante il tour dei Lions sono riusciti nell'intento di far fuori i Wallabies. Alti e bassi: il ritorno al successo nei Test autunnali che non accadeva dal 2009 (contro Argentina e Tonga, quest'ultimo affare "frustrante" per Warren Gatland che non ha potuto godersi la vittoria come avrebbe voluta causa pasticci vari commessi dai suoi), il gap che non viene colmato (contro gli Springboks c'era l'inerzia, ma non l'organizzazione, come mettere a confronto guastatori coraggiosi, ma anarchici, con una fanteria compatta e serrata). 
Sullo sfondo si adopera la Scozia che quatta-quatta si testa in vista del prossimo 6 Nations e può contare su una certa stabilità nel Pro12 con i Glasgow Warriors che restano nel gruppo da play-off grazie anche all'affermazione in trasferta a Swansea sugli Ospreys per 28-16, ribaltando un passivo di dieci punti nel secondo tempo, con il recupero suggellato dalle mete del solito DTH van der Merwe e del loose forward Ryan Wilson (classe '89, in squadra già dal 2010 con un totale di 68 caps). 
E' una stagione di scosse di assestamento e il Munster sembra d'altra parte averne preso le misure, guidando il gruppo e con l'unico inciampo arrivato nella Marca trevigiana. 18-14 sui Newport Dragons venerdì sera, con il piede di Ian Keatley ad assicurare un'ancora sicura quando le cose sono più complicate del previsto, per quanto già da settembre era chiaro come questi Dragons stiano tornando ad essere la franchigia che fu, tosta e rompiballe specie quando le avversarie sono sprovviste dei pezzi pregiati per gli impegni di cui sopra. L'unica meta del match è del gallese Matthew Pewnter, ala nata il 26 dicembre 1990, nel giro Dragons dal 2009 e che ha macinato parecchi minuti nelle ultime due settimane impiegato nella LV=Cup, quando Newport ha battuto anche i Wasps per 20-9. 
Alle spalle si muove il Leinster con le cinque mete al RDS sugli Scarltes (36-19 con parziale di 22-0 nella prima mezz'ora), la ciliegina sulla torta è del sudafricano Zane Kirchner, approdato a Dublino già dalla scorsa primavera con l'annuncio che si sarebbe trasferito a Nord e che comincia ad aggiungere il suo nome al tabellino dei campioni in carica.

Edimburgo ruggisce con il Connacht per 43-10 e punto di bonus vitale come l'ossigeno per uno gli attacchi meno proficui di metà classifica (Dougie Fife, Cornell du Preez, Nick De Luca e WP Nel). La selezione di Galway chiude la graduatoria, davanti a sé ha sia le Zebre che la Benetton Treviso. A Parma successo dell'Ulster per 19-11 (al link trovato anche gli highlights), con i padroni di casa che al solito nella seconda frazione reagiscono al passivo e trovano la meta con Guglielmo Palazzani, il robusto estremo della val Trompia che annoveriamo tra i giovani in mostra del nono turno con i suoi 22 anni. Annoveriamo allo stesso tempo la gestione del gioco di McMenemy - resta la domanda: ma la Fir nel board celtico si limita ad allinearsi alle decisioni prese in sede di coppe europee oppure ogni tanto fa notare le prestazioni degli arbitri con i quali hanno a che fare le nostre rappresentanti? 

Chiudendo, Treviso: manca la fame, azzanna il presidente del club Amerino Zatta all'indomani del pareggio con i Cardiff Blues (26-26), raccontato in diretta dal nostro Zamax da Monigo. Sarà l'assenza di appetito o sarà - proviamo a supporre - l'assenza di stimoli: Franco Smith che saluta, forse sapendo ciò che riserva il futuro in un generale clima di dismissione che ha contagiato anche la nazionale di Brunel (per la quale è necessaria una revisione di approccio e tattica)? Resta tutta da decidere la partita a scacchi in ambito di coppe europee e ciò non potrà che farsi sentire sugli equilibri tra nazioni e federazioni. Gli Azzurri meritano un'analisi a sé, non solo il gossip e gli scazzi tra un Barone e un capitano. Scenari da decrescita (in)felice. Per ulteriori considerazioni, segnaliamo quella de il Nero.

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