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Rovereto di Novi, in un audio le voci dei terremotati nel giorno della visita del Papa: “Lo Stato non ci ha dato niente, si sono dimenticati tutti di noi, tranne vigili del fuoco e volontari”. Polemiche contro il Comune e la Protezione civile

Creato il 28 giugno 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Più che il Papa, protagonista dei grandi massmedia, volevo ascoltare i cittadini di Rovereto, alcuni di quelli che vivono nelle tende, fuori dai campi organizzati della Protezione civile, che ha assistito i Comuni ma non le frazioni.

Subito dopo la fine della cerimonia, dopo il discorso del presidente della Regione Emilia Vasco Errani e di Benedetto XVI, la piazza comincia a svuotarsi. Rovereto, dopo un’ora di celebrità, e dopo le parole incoraggianti del Papa, torna subito nell’ombra o no? Per ascoltare l’audio basta cliccare qui. Riporto in una sintesi quel che è stato detto.

Mi trattengo con due signore emiliane in piazza, vicino al palco sul quale è salito il Papa: “C’è bisogno della fede, che ti dà il coraggio, e anche il pane: occorre l’una e l’altro – dice una di loro – anche se il coro dietro le mie spalle era ‘prima le case poi le chiese’ “. Un’altra signora, Pia ‘Smilla’ Fantoni, apprezza a propria volta l’intervento di Benedetto XVI ”è stato un discorso carico di umanità – commenta in sintesi – ma c’è bisogno di aiuti, di soldi. I parroci hanno chiesto alla Cei l’otto per mille, e non gli è stato concesso dalla Cei. Non si è ancora sbloccato, non so perché. E il Papa ha anche detto che ricorda i terremotati tutti i giorni, e commentava un salmo, che sta leggendo in questi giorni”. Il salmo 22. Don Ivan ha salvato la statua della Madonna, e poi è rimasto ucciso da una pietra che l’ha colpito sulla testa, perché voleva portar fuori dalla chiesa altre reliquie. La civiltà si è come spenta in una scossa che ha fatto impazzire il sottosuolo.

Aggiungo, parlando con le due signore, che ci sono miliardi di euro disponibili nelle casse dello Stato, c’è l’otto per mille statale, quello di cui lo Stato dispone liberamente, che può destinare ai terremotati, senza aumentare il prezzo della benzina con nuove accise. Si parla anche delle molte calamità che hanno colpito l’Italia negli ultimi anni, e della difficoltà dello Stato di intervenire efficacemente, per non parlare dei disastri abruzzesi. ”A Ulla non è arrivato niente” dice Pia pensando a Monteresso e alla calamità in Liguria, e aggiunge: ”Di persona vedi quello che in tivù non vedi mai. Senti dire che tutto va bene, non metteteci il becco. Noi Protezione civile non vogliamo nessuno tra i piedi”.

Poi con mio figlio Riccardo, che ha voluto seguirmi anche per vedere che cosa sta succedendo, mi avvicino a un pensionato, che vive con la sua famiglia in una tenda del Campo Primavera, un campo autogestito. Si chiama Silvio Prosperini, che ha molta voglia di parlare:  ”Mi è piaciuto il discorso di Vasco Errani. Dobbiamo stare tutti uniti per riprendere le nostre cose. Il paese non deve andare via, la gente deve restare a Rovereto. E io sono stato soddisfatto tanto, di Vasco e poi anche del nostro Papa”. E l’appello alle istituzioni del Papa? “Le istituzioni non ci hanno dato niente. La mia casa è andata giù. Ho visto Alemanno che è passato come un fulmine. Un campo che hanno tirato via perché non andava bene”.

Più tardi, parlando al microfono di Radio Uno, Silvio Prosperini se l’è presa con l’ex ministro Giovanardi: “Ha fatto tanti interventi per tanti motivi, parla sempre di tutto: e adesso è sparito, non lo senti più. E perché? Adesso che si sarebbe bisogno di sostenere l’Emilia dov’è finito? Gli piace solo fare la primadonna?”.  E’ saltata fuori la storia che Giovanardi voleva quello stoccaggio di gas metano proprio a Finale Emilia, il centro più colpito, e poi l’ex ministro è scomparso dalla circolazione.

Proseguendo nella conversazione con me e con l’amica, il pensionato, come già altri, attacca “il sindaco Turci, che nella legislatura precedente si era comportata bene, ora però non è stata all’altezza. Ma non ho visto nessuno neanche degli altri candidati vicino a noi. Non avevamo nessuno che ci aiutava, tranne i vigili del fuoco e i boy-scout” Poi l’intervista di Sky. “Sono stati meravigliosi tutti e due, Vasco Errani e il Papa. Io spero che le parole valgano qualcosa, ma poi ci vogliono i fatti. Se non ci portano qualcosa, Rovereto arriverà a fallire”.

Parlando con un altra famiglia, che vive nella tenda retrostante, emergono altri particolari ma il quadro è lo stesso: “Molto utile, perché le istituzioni non hanno dato niente. Ci davano i pasti, adesso ce li hanno tolti. Noi andiamo avanti grazie ai volontari. La tenda e i pasti ce li hanno portati i volontari. Noi stiamo facendo tutto con i nostri soldi e con l’aiuto dei volontari. Lo Stato non ci ha dato niente. Il sindaco si è visto solo due volte. Lo hanno contestato tutti. Ci hanno dato il primo bagno chimico dopo 25 giorni. Non siamo animali, siamo persone civili. Mi davano il contributo di 100 euro alle famiglie, adesso me lo hanno tolto perché ho la casa agibile. A novembre mi scade il contratto. Mia moglie non vuole entrare in casa, urla se proviamo a entrare. Io ho avuto due infarti qui. E in inverno dove andiamo? Che cosa aspettano per risolvere i problemi?”

Nominare la Protezione civile significa evocare i fantasmi: “Mi mettono in una tenda con cinque persone che non conosco, senza mia moglie. Ho chiesto di andare lì almeno per mangiare. No. Ti mettono il braccialetto, come in un lager, vogliono che una famiglia non stia insieme ma separata. Ma che modo di fare è?”

Un ragazzo vive nella casa di fronte. Lo avvicino e parlo con lui, dicendo che ci sono state polemiche sui costi del viaggio del Papa: ”I costi sono stati notevoli, sì, in un periodo come questo. Ma a chi ha una fede accesa il Papa ha risollevato lo spirito, in un momento come questo. Ha dato un messaggio forte, di fiducia, il suo discorso ha dato coraggio. E’ importante”. Ma adesso che cosa resta?

“Gli unici che ci hanno aiutato qui – continua il ragazzo – sono stati i vigili del fuoco, mi sento di ringraziarli con grande gratitudine. I boys-scout il sindaco li ha mandati via, era il primo aiuto che abbiamo ricevuto con quello dei vigili del fuoco. Proprio il gruppo dei boys-scuot di Rovereto. Il sindaco ha mandato via i vigili del fuoco che volevano mettere delle docce al centro sportivo, ma dico io: è il loro mestiere, lo sapranno bene se si possono mettere delle docce lì. Ma il sindaco ha detto che c’erano delle crepe. Guardi, può chiedere a tutta la popolazione, ma sentirà che tutti la pensano come me, ascolto la gente e tutti si lamentano per questi motivi”.

p.z.

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