MA NON si era detto che Bacchetti aveva firmato il contratto con la FemiCz Vea? E Cristiano non era in procinto di trasferirsi a Calvisano? Oppure gli accordi con questi due giocatori prevedevano una clausola che li voleva liberi se fosse arrivata la chiamata da parte della nuova franchigia? In un caso o nell’altro, il Rovigo avrebbe dovuto pensarci bene prima di mettere insieme un comunicato di questa portata. Si perché queste sono le regole, giuste o sbagliate, che tutte le società dell’Eccellenza hanno accettato da sempre.
La Fir, verso la quale, anche da Rovigo, è sempre stata ‘portata l’acqua con le orecchie’, da diversi anni fa il bello e il cattivo tempo, indipendentemente dagli interessi della base. Prima andava bene spingere sugli oriundi, ed ecco che tante formazioni di tutte le categorie si sono sentite autorizzate a presentare dei XV che di italiano avevano ben poco. Poi, primo freno all’apertura delle frontiere, con limitazioni assurde, ma sempre e solo in direzione dei club, tendenti, secondo gli intendimenti federali, a far crescere la base, senza però considerare che il materiale umano a disposizione era numericamente insufficiente.
Come dimenticare poi lo smantellamento della Lire, messo in atto con una scientificità certosina. Poi ci fu il tempo dei giocatori di formazione, seguiti dalla brillante idea delle franchigie, che in ogni caso sono state costrette a rispondere alle cannonate celtiche con dei moschetti in stile prima guerra mondiale (numero di stranieri schierati). Senza dimenticare la sentenza dell’Alta Corte di Giustizia del Coni, in merito alla limitazione dei giocatori di formazione, puntualmente disattesa dagli organi federali. Per finire con la farsa dell’esclusione degli Aironi e l’alquanto discutibile allestimento della franchigia federale.
Da anni tutta l’attenzione della Fir sembra indirizzata solo verso la Nazionale maggiore e l’Under 20, «quelli dell’alto livello», come vengono etichettati i due XV azzurri e le due
franchigie. La Fir continua a proclamare il proprio interesse per l’Eccellenza, ma i fatti dimostrano il contrario. Lo sfogo del Presidente Zambelli avrebbe un senso solamente se poi fosse seguito da fatti concreti di protesta, e se oltre al Rovigo a protestare fossero anche altre società, di qualsiasi categoria. Invece ecco che una telefonata ed un comunicato bastano ad sistemare le cose, con buona pace di tutti. Allora non era meglio contare fino a
cento, prima di certe esternazioni che poi vengono puntualmente rimandate al mittente?