ROZZANO. Non si vedono sviluppi nella sanità lombarda: all’Humanitas come alla Maugeri
Creato il 17 luglio 2014 da Agipapress
ROZZANO. Camici bianchi in
protesta: le tristi vicende della sanità pubblica si ripercuotono sulla sanità
privata. Qui non si tratta più di “mal comune mezzo gaudio” per i dipendenti
dell’Humanitas di Rozzano, che non riescono ad ottenere il rinnovo del
contratto che spetterebbe loro di diritto. La situazione non accenna a
sbloccarsi dal lontano 2007, così il 9 luglio medici, paramedici e ausiliari si
sono ritrovati a manifestare davanti al nosocomio.
Il giorno dopo il presidio di
Cgil, Cisl e Uil si è trasferito a Milano, all’Auxologico di via Ariosto. Sindacalisti e lavoratori hanno
infine fatto sentire alta la propria voce anche davanti alla Sacra Famiglia di
Cesano Boscone, dove attualmente svolge i Servizi Sociali l’ex Presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi.
I dipendenti, che vedono il loro
contratto bloccato da 76 mesi, sono pronti a scioperare ad oltranza nel caso in
cui la situazione non accennasse a risolversi. A mancare sono circa 12mila euro
per dipendente, una somma che avrebbero dovuto maturare con i rinnovi, però mai
avvenuti. Andare avanti senza il contratto aggiornato non è più tollerabile,
soprattutto in una situazione di crisi generale che lascia la sanità privata in
mano a pochi gruppi.
6 anni e 4 mesi senza intravedere
una soluzione né alcun sviluppo sono decisamente troppi. Le associazioni di rappresentanza
sembrano non avere alcuna intenzione di firmare i contratti, mentre Ministero e
Regione, sembrano disinteressarsi del problema.
Oggi i lavoratori della sanità
privata sono stanchi delle scuse: esigono e rivendicano la firma di un contratto
nazionale di lavoro che invece ancora manca. Il 23% delle risorse della sanità
in Italia è gestito dai datori di lavoro della sanità privata, rappresentanti
delle associazioni nazionali AIDP e ARIS. In Lombardia questa percentuale
arriva al 56%.
Le strutture private sono
direttamente finanziate dal sistema sanitario nazionale, sulla base di alcune
regole di accreditamento che oggi gli imprenditori privati non sembrano aver
intenzione di rispettare. Per questo motivo operativi dell’assistenza,
infermieri, medici, operai e amministrativi da 76 mesi lavorano senza rinnovo
del contratto, con stipendi bloccati al 2007.
La riforma del Servizio Sanitario
Regionale necessaria, a causa delle decisioni di Roberto Formigoni prima e
Roberto Maroni poi, rischia di mettere in pericolo centinaia di posti di
lavoro.
I lavoratori della sanità privata
garantiscono che il loro impegno per i cittadini non mancherà ma ribadiscono di
essere vittime di una grande ingiustizia. Lamentano condizioni sempre più
disagiate, orari impossibili e doppi turni necessari a mantenere i livelli
minimi di assistenza che devono essere garantiti. L’eliminazione del turn over,
la perdita di personale qualificato, la riduzione progressiva del personale
attivo sembrano minare sempre più il futuro della sanità lombarda, basata in
gran parte su queste strutture.
Ormai è innegabile: tutta la
sanità lombarda sembra soffrire della stessa malattia. La drammatica situazione
della Maugeri di Pavia, oggi, appare per questo, ancora più grave. “A ottobre
la Maugeri diventerà una struttura privata – spiega Christian Gajewski
operatore socio-sanitario e rappresentante Cisl (nella foto) - ma ad aspettare i suoi
dipendenti ci sono contratti in scadenza con una tabella di inflazione
risalente al 2009”.
Proprio in contemporanea al presidio dell’Humanitas, i
dipendenti della Maugeri avevano protestato contro la privatizzazione del loro
contratto che comporterebbe una riduzione dello stipendio del 30%. I
lavoratori sono rimasti per sei ore con bandiere e volantini davanti
all'ingresso della Fondazione ma non si è trattato di un episodio
isolato. Come loro stessi hanno ribadito, lo stesso scenario si presenterà
ogni mattina, dalle 8 alle 14. “A settembre organizzeremo un altro
presidio in piazza San Babila a Milano e prenderemo accordi con la segreteria
provinciale di Pavia – garantisce Gajewski – Occorre prendere al più presto in
mano la situazione”.
(testo e foto a cura di Serena Baronchelli)
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