Ruanda-Italia, vince Ruanda per 1 a 0

Creato il 05 aprile 2011 da Giancarlo
Ma quale mai sarà la riforma della giustizia che tanto odiano i magistrati? Quella sulle intercettazioni? Macché! Alla fine è una legge ordinaria che può essere modificata facilmente da un governo di segno opposto a quello che l’ha varata. Quella sulla polizia «svincolata» dai PM? Una idiozia: la polizia giudiziaria ha già di per sé una forte autonomia; e comunque la riforma mirerebbe a stabilire semplicemente che la PG è nella disponibilità della magistratura, ma con le modalità e i limiti stabiliti dalla legge.

Dunque qual è? Semplice: quella che teorizza un principio osservato in qualunque paese civile e che invece qui è considerato quasi una vergogna fascista: la separazione delle carriere e delle funzioni tra magistrato giudicante (il giudice) e magistrato inquirente (il pubblico ministero). E non solo: è pure quella che responsabilizza i magistrati per gli errori commessi nell’esercizio delle loro funzioni, è quella che ricondurrebbe la magistratura al legittimo e costituzionale assoggettamento alla legge.I magistrati non vogliono nulla di tutto ciò. Negli anni si sono svincolati dalla legge; nessuna istituzione – che non siano loro stessi – in Italia li può giudicare. Pensiamoci: chi è il giudice che giudica il magistrato? Quale corte indipendente sottopone il magistrato a un giudizio? Ovviamente nessuna corte… nessun giudice che non sia un magistrato.Comoda la vita così, vero? Se la cantano e se la suonano da soli, e nessuno può mettere becco nei loro affari, perché altrimenti viene considerato un attentato alla loro indipendenza. Nemmeno il Parlamento più può pensare seriamente di riformare la giustizia senza il loro consenso e il loro avallo. Da potere terzo, sono diventati il primo potere nel nostro paese. Quello davvero indipendente da tutto e da tutti… quello al quale sono assoggettati gli altri poteri: legislativo ed esecutivo.Ma è normale? Sicuramente non lo è. In nessuna nazione il giudice è sopra la legge. E in nessun paese la magistratura si mette a fare politica attiva, opponendosi alla potestà suprema del potere legislativo. Altrimenti, siamo in una situazione di palese eversione costituzionale.In verità, la magistratura deve star zitta quando il Parlamento legifera. Deve solo chinare la testa e obbedire alla massima rappresentanza del popolo sovrano. Se il Parlamento decide che giudici e pm devono stare separati, i magistrati devono solo dire sì. Perché i magistrati hanno già le loro benedette garanzie costituzionali che li proteggono; la Corte Costituzionale – composta peraltro da magistrati – ha proprio la funzione di vigilare sulle leggi che violano la Costituzione. Lagnarsi pubblicamente, creare un conflitto tra poteri dello Stato, esercitare un potere politico che non compete, è fuoriuscire dall’ambito di quanto sancisce l’art. 101 Cost. Significa pretendere arrogantemente di essere immuni alla legge e al Parlamento. Significa crearsi una sfera di immunità intollerabile, perché non ha eguali nel resto delle istituzioni.Fa bene dunque la politica ad andare per la sua strada e a riequilibrare i poteri dello Stato. Se i politici non possono (e devono) essere immuni alla giustizia, altrettanto non lo devono essere i magistrati. Il nostro sistema giudiziario è troppo arretrato: è ancorato al vecchio retaggio del giudice come membro di una casta di eletti infallibili. È vero – come dicono gli stessi magistrati – l’Italia giudiziaria è «peggio del Ruanda», ma la colpa sicuramente è di un sistema giudiziario impermeabile alla società, incapace di assumersi le proprie responsabilità e di correggere i propri difetti. La giustizia, agli occhi degli italiani, è un sistema farraginoso e arrogante. Non sfugge soprattutto il dato più importante: è iniquo. Dov’è andato a finire il principio secondo il quale l’imputato è innocente fino a sentenza definitiva? Dove è andato a finire il principio secondo il quale nel dubbio il giudice deve assolvere e non certo condannare? Oggi si assiste all’applicazione dei principi contrari: l’imputato è colpevole fino a sentenza definitiva, e il giudice nel dubbio condanna sempre…


Fonte: http://www.iljester.it

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