Tempo di elezioni, a scuola della ‘povna. Così, nell’androne, si tengono le assemblee necessarie alla bisogna. E, classe dopo classe, arriva anche il turno dei primini. Gli Anatroccoli e i loro gemelli sono schierati ai due lati del salone; guardano la ‘povna e l’Ingegnera Tosta con occhi tondi, aspettando che comincino a parlare.
La ‘povna passa in rassegna i suoi Pennuti, schierati come soldatini, in ordine. Poi scruta quegli altri. Un cenno all’Ingegnera Tosta (non resiste), e poi prorompe:
“Eccovi qui riuniti, dunque. Ora, per decidere i rappresentanti di lista, faremo un bel torneo a Ruba-bandiera”.
Anacleto si fa avanti tendendo le braccia e porgendo il suo computer alla ‘povna: “Mi scusi, professoressa, se dobbiamo giocare ho paura che il computer si rompa, e non ho voglia di lasciarlo sulle macchinette: me lo può tenere lei fino alla fine?”.
“Non ti preoccupare, caro: stavo solo scherzando” – la ‘povna fa una sforzo per non scoppiargli a ridere in faccia, che non sarebbe bello.
Ma in cuor suo, sorride, soddisfatta, per la fiduciosa disposizione verso il mondo che caratterizza i suoi Anatrini.