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Rubbia, abbandonare il nucleare ed investire sul solare a concentrazione

Creato il 16 marzo 2011 da Howtobegreen

Rubbia, abbandonare il nucleare ed investire sul solare a concentrazione

Rubbia ed energia nucleare. Secondo il premio Nobel Carlo Rubbia, la direzione da seguire in termini di produzione di energia elettrica va ricercata in soluzioni che non contemplino in alcun modo l’utilizzo di combustibili fossili ne tanto meno l’energia nucleare. La tecnologia nucleare ha tutt’oggi di fronte a sè le stesse difficoltà irrisolte da un quarto di secolo ed ha bisogno di troppo tempo per dare risposte significative.
Quale può essere allora la soluzione per il futuro? Secondo Rubbia investire nel solare termodinamico. Non si parla quindi di fotovoltaico che è un tecnologia ben adatta per applicazioni domestiche ma bensì di grandi centrali elettriche alimentate esclusivamente dal calore del sole. Questa tecnologia, che va sotto il nome di Solare a Concentrazione Termodinamico (o CSP - Concentrated Solar Power) è un investimento tecnologico per il futuro che è stato capito già da diversi paesi come Spagna, Cile, Messico, Cina, India, Germania e Stati Uniti.
Secondo Rubbia le problematiche del nucleare sono sempre rimaste le stesse: i siti degli impianti, lo smaltimento delle scorie, il tempo di realizzazione delle centrali etc. In Spagna sono in via di realizzazione impianti SOLARI CSP per 14 Giga Watt (equivalente a circa 10-12 centrali nucleari) e si sono dimostrati in grado di avviare una GRANDE CENTRALE SOLARE in soli 18 mesi (contro i 10 anni per realizzare una centrale nucleare). Anche gli USA si stanno muovendo in questa direzione, basti pensare alla riscoperta della tecnologia solare a concentrazione in atto nel West del paese (California, Arizona e Nevada solo per citare i maggiori).
Ecco alcuni esempi: http://www.howtobegreen.eu/greenreport.asp?title=139 in California e http://www.howtobegreen.eu/greenreport.asp?title=140 in Nevada. Altri paesi stanno prendendo il treno del solare a concentrazione: nazioni latino-americane, asiatiche, Israele e molti paesi arabi. L’unico vero enigma è chi vincerà questa sfida, l’occidente o l’oriente.
Con il passare del tempo la tecnologia per il solare a concentrazione sta risolvendo man mano tutti i problemi che da sempre affliggono questa tecnologia: la copertura nuvolosa ed il periodo notturno. Con la tecnologia a sali fusi è possibile raggiungere temperature di circa 600 gradi, stoccare il calore ed utilizzarlo per generare energia anche durante la notte. Quindi anche il solare termodinamico come l’idroelettrico e a differenza di eolico e fotovoltaico è in grado di risolvere il problema dell’accumulo, permettendo di modulare la potenza in uscita delle centrali in funzione della richiesta.
Il futuro è quindi riposto in grandi centrali solari nel deserto? SECONDO RUBBIA SI. La Germania ha già iniziato cospicui investimenti nel progetto Desertec (http://www.howtobegreen.eu/greenreport.asp?title=388 ). Il vero problema è però l’acqua che nel deserto è la risorsa più scarsa in assoluto. Serve molta acqua per muovere le turbine sotto forma di vapore ad alta pressione. Persino le centrali nucleari soffrono di questo problema d’estate.
Come risolvere il problema dell’acqua? Rubbia sta lavorando e sviluppando nuovi impianti solari in grado di riscaldare l’aria compressa, un po’ come per i motori a reazione degli aerei. E’ una tecnologia affidabile e semplice da realizzare secondo il premio Nobel. Ciò che manca è la volontà politica. Sempre che ne esista una.

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