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Rubrica - "Libreria d'Annata": "Bambini, ragni e altri predatori" di Eraldo Baldini

Creato il 01 novembre 2013 da Letteratura Horror @RedazioneLH

Rubrica Per Letteratura Horror e la rubrica Libreria d'Annata, Nicola Lombardi ci propone in esclusiva la recensione della raccolta "Bambini, ragni e altri predatori" di Eraldo Baldini edita nel 2003 da Einaudi
Nell’arco di sedici racconti, in questa mitica antologia uscita nel 2003 Eraldo Baldini dipana un vero e proprio cosmo rurale, per usare un aggettivo a lui caro: un universo al tempo stesso plumbeo e solare, intriso di suggestioni fortissime legate all’infanzia, alla memoria, alle paure sempre in agguato tra le pieghe del nostro passato e del nostro presente.

Sono storie cupe e affascinanti che catturano il lettore come le spire di un serpente. Baldini è un grande, grandissimo affabulatore. Conquista il pubblico, raccolto attorno a lui, davanti a un immaginario focolare, mentre fuori il vento fa da spettrale contrappunto alle sue favole ciniche e appassionate.
Così ci troviamo a tremare all’idea di quell’enorme ragno nascosto da qualche parte, in casa nostra (Il ragno); ci commuoviamo di fronte alla piccola Rachele, che in fondo ha solo bisogno di compagnia (La solitudine di Medusa); respiriamo l’aria salmastra del litorale romagnolo, domandandoci da quale parte giungerà, inevitabile, la tragedia (Pesca grossa, Spiaggia privata, Notturno con violino).
Con sapiente, pacato lirismo, l’autore ci narra storie di un mondo che conosce bene, un mondo che ha nel sangue. È una dimensione fatta di sagre paesane, di sudore sui campi, di tradizioni e culture pagane che covano sotto le ceneri della modernità e ancora pretendono i loro tributi di sangue. Un evento consueto, quindi, come l’annuale sgozzamento del maiale può tramutarsi nella genesi di una nuova mostruosità (Il Carognone); l’abbattimento di un’antica croce per consentire al trattore di passare può aprire varchi verso il ritorno di tenebre dimenticate (La croce del drago); l’uccisione accidentale di una gallina lungo la strada può farci sprofondare nell’incubo di folli celebrazioni contadine (Nebbia grigia e galline nere).
Chiude la raccolta il lungo, raggelante racconto L’uccisore, impietosa panoramica sulla vita aberrante e spiritata di un militare nazista che continua a uccidere ben oltre il termine della guerra. E anche dopo la propria morte, se è per questo.
Dalla quarta di copertina: “Un libro compatto e mozzafiato, che non si può abbandonare fino a che non è finita l’ultima storia, e che restituisce l’arte antica di abbandonarsi finalmente al piacere della paura. Sottile, potente antidoto ai mille veleni di cui ci nutriamo”.
Imperdibile.

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