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- Pubblicato Thursday, 03 September 2015 12:00
- Scritto da Nicola Lombardi
Una mosca posata sopra la fotografia ingiallita dal tempo di un ragazzino, mentre una sagoma spettrale sta varcando una soglia: questa è la fantasia grafica di Karel Thole che campeggia sulla copertina de Il 2° libro dell'orrore, volume con cui nel 1978 la Mondadori dà un seguito a Horror (clicca e leggi l'analisi di Nicola Lombardi), uscito l’anno prima, sempre per la cura di Francesco Franconeri, nella collana Omnibus.
La prima sezione, INCUBI PER SETTE SERE, parte col botto: L’ultima seduta di Agatha Christie è infatti uno fra i più agghiaccianti racconti mai scritti su sedute spiritiche e rischi correlati. Si prosegue con lo spettrale L’ultimo viaggio, di Scott Fitzgerald, seguito dal pluri-pubblicato, arcinoto La specialità della casa di Stanley Ellin. Un altro grande autore, Graham Greene, ci racconta cosa accade durante Un giorno risparmiato; poi James Jouncey ci accompagna all’interno di una Fogna prima che Oswell Blakestone ci infligga Il massimo del brivido suggerendo esche molto particolari per catturare coccodrilli… La sezione si chiude con un gioiellino nero di Joseph Payne Brennan, che ci offre il resoconto di un numero di Levitazione conclusosi decisamente male.
Si entra quindi nella seconda sezione, L’ARCANO QUOTIDIANO, con quel capolavoro di finezza psicologica che è I villeggianti di Shirley Jackson. Tocca poi al nostro Mario Soldati regalarci una delle sue introspettive storie di fantasmi, La palla da tennis, prima che Vladimir Nabokov ci paghi il biglietto per Una visita al museo. Anthony Horner consegna al lettore un metafisico raccontino di nebbia e pazzia, Il sudario grigio, mentre il celebre Brian Lumley ci spiega Dove portano le strade, se abbiamo il coraggio di seguirlo…
Si entra così nella zona denominata laconicamente I MOSTRI, e tra sepolcri e sacrifici rituali Joe Pumilia ci conferma che Le pietre durano eterne. Una squisita fantasia vampiresca è Bevi il mio rosso sangue, firmata dal mitico Richard Matheson; e dopo Dracula, non poteva mancare l’altra figura-chiave dell’immaginario nero occidentale: grazie a Harry Harrison conosciamo così Finalmente, la vera storia di Frankenstein. Altro mostro orrido e micidiale è La cosa, uscito dalla penna del maestro Theodore Sturgeon, anche se il repellente Baby di Ramsey Campbell rischia di rubargli la scena. A livello di grossi nomi, bisogna ammettere che Franconeri non si è fatto mancare proprio nessuno; ecco infatti presente all’appello anche Fritz Leiber, con la sua creatura-ragno (Diario nella neve), seguito dal diabolico L’idolo delle mosche di Jane Rice. Un’altra scrittrice ben nota, Patricia Highsmith, completa la sezione con La cravatta del presidente Wilson, a riprova del fatto che i musei delle cere fanno sempre paura!
Altra sezione dal titolo granitico: LA MORTE. Dick Baldwin ci fa venire la pelle d’oca con il lugubre Come un dono di natale, e subito l’immancabile Ray Bradbury gli risponde con un fatale richiamo: Avanti il prossimo! (Inutile dire che qui stiamo navigando a livelli letterari stratosferici). Ascoltiamo poi Il lontano rombo dei motori grazie ad Algis Budrys, per trovarci infine Di nuovo a casa con Sydney Bounds (e se siete colti dal sospetto che si tratti dell’ultima dimora, avete indovinato).
Nella sezione finale, denominata LA PAURA SI CHIAMA DOMANI, si respirano umori vagamente avveniristici. Apre Kris Neville col tenebroso Movimento sotterraneo, per cedere la parola a un altro autore italiano di levatura mondiale, Dino Buzzati, che ci parla di quanto possa essere appagante ma al tempo stesso pericoloso diventare Cacciatori di vecchi, perché il tempo passa per tutti… Affrontiamo dunque un violento Corpo a corpo assieme a Robert Abernathy e incontriamo Il figlio del futuro di Joyce Marsh, prima che William Tenn concluda la parata con l’apocalittico La generazione di Noé.
Tra le centinaia di antologie horror curate in Italia, questa è senza alcun dubbio nella Top 10!