Rubrica - "Libreria d'Annata" - "Lo sguardo che uccide" di John Burke

Creato il 10 novembre 2014 da Letteratura Horror @RedazioneLH
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Pubblicato Monday, 10 November 2014 16:00
Scritto da Nicola Lombardi

"Lo sguardo che uccide" di John Burke è il libro analizzato oggi da Nicola Lombardi nella sua rubrica esclusiva per LetteraturaHorror.it "Libreria d'annata".
La novelization, ovvero: quando il film si trasforma in libro.
Quinto volume della gloriosa collana I Libri della Paura – pubblicata da Siad Edizioni dal 1978 al 1980, per un totale di 15 titoli curati da Giuseppe Lippi e Vittorio CurtoniLo sguardo che uccide è una raccolta di ben quattro novelizations scritte dal romanziere John Burke, ricavate da altrettanti film della mitica casa di produzione inglese Hammer.


L’opera originale (The Hammer Horror Film Omnibus) risale al 1966, ovvero a dodici anni prima della relativa traduzione in terra nostrana, e si apre con la versione romanzata del film di Terence Fisher che dà appunto il titolo all’edizione italiana: Lo sguardo che uccide (The Gorgon, 1964). Vi si racconta del mistero che circonda una foresta tedesca, dove alcuni malcapitati sono stati tramutati in pietra. Il fratello di una delle vittime indaga sull’accaduto, nonostante il professor Namaroff (Peter Cushing) cerchi in tutti i modi di ostacolarlo, mentre a poco a poco emerge una sinistra verità: un mostro classico della mitologia ellenica, la Gorgone, si è reincarnato, ed è più perfido che mai!
A seguire troviamo i racconti di altri due film di Fisher, strettamente collegati l’uno all’altro: La maschera di Frankenstein (The Curse of Frankenstein, 1957) e il primo dei suoi sequel, La vendetta di Frankenstein (The Revenge of Frankenstein, 1958). Le vicende, bene o male, sono note. Il barone Victor Frankenstein (interpretato da un Cushing superlativo) si scatena fra cadaveri dissot­terrati e scariche di corrente per ridonare la scintilla della vita a corpi inanimati e decisamente mostruosi.
Chiude il volume La maledizione della mummia (The Curse of the Mummy’s Tomb, 1964), diretto da Michael Carreras (in realtà, il film cui il romanzo fa riferimento è meglio noto in Italia come Il mistero della mummia): una spedizione geologica porta alla luce il sarcofago di un faraone assassinato dal fratello oltre 3000 anni fa, e lo espone in un museo di Londra. Ma il sarcofago è vuoto, poiché la mummia, in bilico fra zombie e vampiro, è tornata in vita per compiere la sua prevedibile vendetta.
Dalla prefazione di Vittorio Curtoni: “A leggerli tutti assieme, questi quattro romanzi brevi […] rivelano un tema di fondo inequivocabilmente comune, derivato dalle radici più antiche del mito e del folklore: e questo tema è la morte vista come barriera naturale, insuperabile, all’esistenza umana, con la susseguente punizione di chi si azzardi a spezzare il suo dominio. […] Una mano greve (la mano di Dio?) incombe sulle creature che vi si agitano, le tiene schiacciate al suolo: perché alzare gli occhi troppo in alto è peccato d’orgoglio, e come tale deve essere punito.”
Certo, vedere i film è tutt’altra cosa. Però, questo libro offre comunque un’ottima occasione per godersi in versione letteraria quattro splendidi esemplari di un cinema horror-vintage il cui fascino non cesserà mai di colpirci direttamente al cuore.

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