Rue de la Tour des Dames
La rue de Tour des Dames è una piccola stradina, siutata nel IX arrondissement di Parigi, che collega la rue Blanche alla rue de la Rochefoucauld.
Pochi parigini melomani sanno che il palazzo al numero tredici ha ospitato il giovane Jean-Philippe Smet alias Johnny Hallyday.
A parte questa citazione musicale, la rue de la Tour des Dames resta abbastanza anonima e priva di fascino.
Perché ve ne sto parlando allora?
Perché è qui che, circa 11 anni fa, ho trovato la mia prima sistemazione parigina.
Al sesto piano di un edificio di questa viuzza situata vicino l’eglise de la Trinité, si trovava la chambre de bonne che ha visto gli inizi della mia avventura parigina.
Oggi trovandomi a passare dalla rue Blanche, ho alzato lo sguardo in direzione del mio vecchio appartamento e ho rivisto un ragazzo di venticinque anni che, spaesato ma pieno di belle speranze, metteva piede per la prima volta nella ville lumière.
Non sapevo bene cosa aspettarmi da quell’esperienza che stavo cominciando e non mi chiedevo nemmeno quante settimane o mesi sarei rimasto fuori casa. Volevo solo giocarmi la mia chance parigina.
Devo ammettere che all’inizio non è stato facile combattere la nostalgia di casa, convivere con la scontrosità dei parigini e capire i meccanismi culturali, sociali e pratici che fanno funzionare questa grande metropoli.
Lo sbalzo è stato abissale: mi ero lasciato alle spalle un paesino di appena diecimila abitanti per traslocare in una città affollata e caotica.
Ricordo che anche prendere la metropolitana per spostarmi da un punto all’altro di Parigi o memorizzare un breve percorso a piedi era un’impresa difficilissima.
La rue de la Tour des Dames ha fatto riaffiorare alla mia memoria tutta una serie di souvenir che custodisco gelosamente e a cui ripenso ogni tanto con un sorriso agrodolce sulle labbra.
Il nome di una via, una scena di un film, il profumo di un dolce o il ritornello di una canzone possono risultare totalmente privi di significato a milioni di persone ma possono scatenare un tornado di emozioni in uno solo individuo che a esse ha legato una parte del suo cuore.
Come Marcel Proust che inzuppando una madeleine nel thè si ricordò della sua infanzia a Combray e di sua zia Léonie che lo deliziava con i suoi dolcetti, la rue de la Tour des Dames ha risvegliato in me un bagaglio di ricordi carichi di emozione.
Circa 11 anni fa Parigi mi ha lanciato una sfida dicendomi “Ragazzo, io sono una città tosta e non c’è posto per tutti tra le mie avenues e i miei boulevards. Devi essere in gamba se vuoi farcela!”. Io ho raccolto il suo guanto di sfida rispondendogli “A nous deux, Paris. Sono qui per restarci!”
Molti flutti della Senna sono passati sotto il ponte Mirabeau, come recita la poesia di Apollinaire, da quando ho mosso i primi passi a Parigi.
Forse non ho ancora vinto la sfida che la ville lumière mi ha lanciato ma almeno posso dire di averle tenuto testa finora.