di Atropa Belladonna
Una fonte che desidera rimanere anonima, mi fornisce una bella carrellata di iscrizioni RVF dall'ipogeo di San Salvatore di Cabras (OR) . Direi che vi sono fondamentalmente due varianti: quella che ad un prima occhiata leggeremmo RP (o RVP in ligatura) o quella che leggeremmo RF (o RVF in ligatura, come suggerito da Donati & Zucca nella guida all'ipogeo http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_4_20060402100649.pdf). Come si vede, la variante a sinistra in figura presenta, anziché le due lineette orizzontali della supposta F, una sorta di chiusura ad occhiello. Si riscontra una terza variante (al centro della figura) dove la “F” è decisamente più morbida, tanto morbida che se non avessimo l'ultima versione a destra esiteremmo ad identificare la consonante.
Ora, come qualcuno non manca di farmi notare appena ne ha l'occasione, io non ragiono molto lucidamente, soprattutto mi scordo perennemente la scienza o/e il metodo scientifico. Ad agosto questa sindrome peggiora, il mio cervello sinistro va in quiescenza e mi metto ad osservare le stelle cadenti e sogno, immagino, vedo (desidero, direbbero alcuni). Vedendo queste foto non so bene perché, ma non posso fare a meno di pensare alle navicelle nuragiche di Sextus Nipius, come se le scritte fossero… diciamo un po’ allo specchio.
Allora ci potrebbe essere un rudimentale nun (ma mica tanto nella variante centrale) agglutinato al resh, a formare il solito NR. Ed il resto, la P o la F che ci stanno a fare, possibile che stiano lì a raffigurare il serpente? A questo non so rispondere, ma è appena passata un'altra meteora e mi ha flashato i due geroglifici egizi per serpente, da cui derivò il serpentello della nun proto-cananaica: I10, il serpente con la testina tonda, e I9, il serpente cornuto.
Guarda caso I9 denotava la consonante F. E chissà che questo “monogramma” non sia reminiscente del serpente di luce di nuragica memoria? Oppure più semplicemente Sextus e Rufus erano parenti e si tramandarono la sigla, con qualche modifica ad hoc? O vuoi vedere che chi scrisse questo monogramma nel IV secolo d.C. (forse) ancora aveva delle balzane idee in testa e non si era reso conto che era ora di cambiare?
Non so se qualcuno abbia letto “Il più grande uomo scimmia del Pleistocene”, dove Edward, ominide con un occhio al futuro, vede come funesta la possibilità di imbattersi in un Hipparion: “Vorrebbe dire che siamo appena all'inizio del Pliocene, e quindi ci troveremmo solo all'inizio della nostra lunga lotta per migliorare”. In effetti lo incontra, 12 pagine dopo. Ecco, che questo scriba sardo fosse una sorta di Hipparion?
P.S. Ovviamente è tutto uno scherzo, non sto facendo scienza, ma solo 4 chiacchiere seduta ad un bar che non è chiuso per ferie.