Da Port Elizabeth (Sud Africa), dove si è disputata la terza tappa delle World Series di rugby sevens, arriva chiara e forte la risposta degli All Blacks a tutti quelli che iniziavano a dubitare del killer instinct di DJ Forbes e soci. Dopo due finali sciupate, sono infatti i neozelandesi a festeggiare con la tradizionale Haka il quarto successo di fila al Nelson Mandela Bay Stadium.
Lo fanno il giorno del compleanno dell’amatissimo coach Gordon Teitjens, il quale sembra divertirsi veramente parecchio nel vedere i propri ragazzi strapazzare 47-12 una seppur sorprendente Francia.
Un torneo “strano”, come lo definisce coach Frederic Pomarel, quello dei transalpini che dopo la prova convincente con l’Australia perdono ben due match nel gruppo eliminatorio approfittando però di un calendario favorevole che, passando per Portogallo e Argentina, li conduce alla finale.
D’altronde è la Francia stessa ad avere un gioco particolare che in certi frangenti esce dagli standard del rugby a sette facendo un particolare uso del gioco al piede sia in campo aperto che nella conquista territoriale sui calci di punizione.
Gli Springboks, padroni di casa, terminano terzi battendo nella finalina un Argentina work in progress, mentre il Galles si aggiudica il Plate battendo 26-14 le Isole Fiji che sembrano avere perso lo smalto della prima tappa.
Australia e Spagna si aggiudicano infine rispettivamente Bowl e Shield.
La Nuova Zelanda consolida così il primato in classifica distanziando di addirittura 14 punti la Francia incalzata a poche lunghezze da Fiji, Sud Africa e Samoa.
Le Series vanno ora in pausa per riprendere l’8 febbraio con la spettacolare tappa di Las Vegas. Hong Kong, Tokio e Glasgow precederanno poi il gran finale di Londra nella cattedrale della palla ovale, a Twickenham.
Danilo Patella
OA | Federico Militello