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Rugby e storia: 1987, un Mondiale di rugby? No, un intreccio di Politica

Creato il 22 maggio 2012 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

Rugby e storia: 1987, un Mondiale di rugby? No, un intreccio di PoliticaSul blog Dinamo Babel c’è un bellissimo articolo a firma di Damiano Benzoni sulla prima edizione del Mondiale di rugby. Ve lo straconsiglio. Qui di seguito uno stralcio

Il 22 maggio 1987, esattamente venticinque anni fa, Grant Fox calciava l’inizio di Nuova Zelanda – Italia, la prima partita nella storia della Coppa del Mondo di rugby. Gli All Blacks padroni di casa si imposero per 70-6 anche grazie a uno storico coast-to-coast di John Kirwan. Parteciparono sedici squadre: Italia, Romania, Figi, Tonga, Giappone, Stati Uniti, Canada, Argentina e Zimbabwe, oltre a sette degli otto membri che allora componevano l’IRFB (International Rugby Football Board). Erano infatti presenti Francia, Nuova Zelanda, Australia, Inghilterra, Galles, Irlanda e Scozia; fu escluso il Sudafrica, che subiva un embargo sportivo per via del regime suprematista afrikanerdell’apartheid. La Nuova Zelanda avrebbe poi messo le mani sul primo titolo iridato battendo la Francia in finale e dimostrando di essere, almeno in quel periodo, la squadra più forte del mondo. Eppure gli All Blacks si erano avvicinati alla Coppa del Mondo in uno dei periodi più bui della propria storia e la stessa competizione, destinata a diventare uno dei maggiori spettacoli sportivi mondiali e una macchina per soldi e sponsor invidiabile, dovette affrontare non poche difficoltà nei mesi precedenti al calcio d’inizio di Grant Fox, tanto che Nick Shehadie e Dick Littlejohn, gli organizzatori dell’evento, ebbero finalmente la possibilità di concedersi un sospiro di sollievo.

“Eravamo andati a giocare a Canterbury. A fine partita tornammo negli spogliatoi e, improvvisamente, tutti i giocatori più vecchi si erano lavati e vestiti e, prima che potessimo accorgercene, se ne erano andati. Erano andati a Christchurch, e da lì partirono per il Regno Unito in rotta per il Sudafrica”, ricorda il tallonatore Sean Fitzpatrick. Stava iniziando uno dei periodi più controversi nella storia degli All Blacks: i giocatori organizzarono una squadra slegata dalla New Zealand Rugby Football Union, i Cavaliers, per aggirare il divieto da parte della Corte Suprema neozelandese a giocare partite in Sudafrica – una delle misure di boicottaggio contro il regime dell’apartheid. La reazione del pubblico fu feroce e quelli che fino al giorno prima erano gli idoli della nazione vennero additati come traditori e vennero sospesi per due partite dalla nazionale. Anche da altri campi si levarono proteste, al punto che…

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