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Rugby – Il minirugby italiano “spadroneggia” in Francia: gli U11 della URC vincono il Tr. Adrien Cayol

Creato il 27 aprile 2011 da Sport24h

Pubblico di seguito il racconto dettagliato e colorito comparso sulla bacheca di una delle più rinomate squadre di rugby di Roma, un po’ per orgoglio di padre (mio figlio è tra i 14 che “fecero l’impresa”), un po’ perché a mio avviso indicatore di una tendeza.
Tempo fa, commentando l’ennesima debacle del rugby azzurro in occasione del Sei Nazioni, conclusi scrivendo che il futuro del movimento italiano scorazza sui campi di minirugby delle nostre società: per veder vincere gli azzurri un 6Nation bisognerà attendere gli U11 crescere. Confermo la previsione e questo risultato, nel suo piccolo, mi conforta.
Mentre la Federazione “licenzia” Nick Mallett lasciandogli però il timone della squadra fino alla Coppa del Mondo di settembre, mentre i nostri U20 si preparano per i mondiali che si svolgeranno tra poco nel triangolo d’oro della Pianura padana, mentre la nazionale U17 continua a prendere ceffoni dai cugini francesi, un gruppo di bambini dell’Unione Rugby Capitolina ha partecipato al Tournoi International de Rugby Souvenir Adrien Cayol a Tolone. L’hanno fatto con grandissimo onore, portando a casa un successo pieno (come potete leggere nel bel racconto di Francesco Pompili, il loro tecnico) con uno score di 6 vittorie, un pareggio e una sconfitta. Sconfitta vendicata in fase finale. Avversari dei nostri: francesi, polacchi, belgi.
I racconti di quanti c’erano mi hanno fatto tornare alla mente le parole di Paolo Conte in Bartali: “i francesi che si incazzano, le palle ancora che gli girano…” Sul campo straniero i nostri U11 non hanno sfigurato, anzi mostrato tecnica e determinazione.
Si sa che il livello espresso dalle scuole giovanili, in ogni sport, è sintomo dello stato di salute di un movimento. Messa in questa maniera, alla luce di quanto fatto vedere dai ragazzi della Capitolina e della Primavera (anch’essi presenti a Tolone e giunti secondi tra gli U14), il rugby italiano non se la passa poi tanto male. Bisogna solo aspettare che questi crescano….
AU

Racconto di un torneo d’oltralpe (da capitolina.com)

Rugby – Il minirugby italiano “spadroneggia” in Francia: gli U11 della URC vincono il Tr. Adrien Cayol

Gli U11 della URC, vincitori in Francia dell'internazionale torneo Cayol

Quattordici ragazzini che esultano su un campo della costa azzurra, regione capitale – insieme ai paesi baschi – del rugby francese. E’ l’immagine migliore per cominciare il racconto di una trasferta, l’immagine finale, più bella, più emozionante; l’immagine che riassume  3 giorni passati insieme, l’immagine liberatoria di uno sfogo, dopo tante energie profuse e tanta fatica impiegata, con avversari degni del nome, e non soltanto dal punto di vista tecnico.Partire a ritroso in questi casi è doveroso; altrettanto doverosa una cronaca più dettagliata, di quello che alla fine, e come pronosticato, è stato un appuntamento fondamentale dell’anno.
Partenza alle ore 7.30 dal campo dell’unione, Pullman puntuale, anzi in anticipo. Ragazzi puntuali, quasi tutti, staff, quasi al completo. Durante i giorni appena precedenti la partenza, arrivano notizie di defezioni per cause di forza maggiore; nell’ordine sono costretti a rinunciare: Federico Frasca, a causa di una frattura al naso subita durante un allenamento nelle settimane precedenti, Edoardo Pelliccioni, costretto a letto dalla varicella, diagnosticata a tre giorni dalla partenza, ed in ultimo Tancredi Rebecchini, il quale comunica la sera prima della partenza la sua rinuncia dovuta ad un’otite perforante. In fine saremo 14 a partire.
Viaggio lungo, ma come al solito tra un film e un altro, passa in maniera abbastanza indolore. Alle 19.30, dopo quattro soste, siamo a Six Fours Les Plages,  Cote d’Azur. Cena frugale, insieme ai cugini della Primavera, e poi insieme in hotel per la notte. Notte che, ovviamente, passa a dir poco tranquilla dopo la traversata di mezzo stivale!
L’indomani mattina, dopo la colazione, ci dirigiamo verso il centro di Tolone; tra un negozio di sport ed una passeggiata per le vie del centro, arriva l’ora di avviarsi allo stadio Mayol, storica sede del Rugby Club Toulonnais, per il match di top 14 Toulon – Perpignan; lo scontro è decisivo ai fini del raggiungimento delle fasi finali del campionato, e l’atmosfera che si respira fuori dallo stadio, è ovviamente all’altezza. Nonostante l’importanza del match, e la folla che gremisce il piazzale antistante lo stadio, le due squadre rivali, come tradizione vuole, sfilano tranquillamente una dopo l’altra facendosi spazio tra centinaia di tifosi che formano un lungo corridoio, dirigendosi verso gli spogliatoi. I nostri ragazzi hanno la fortuna di vedersi passare di fronte giocatori del calibro di Pierre Mignoni, Jonny Wilkinson, Harry Tuilagi.
L’ambientazione è davvero eccezionale, cornice di pubblico e coreografia all’interno dello stadio, valgono da sole il prezzo del biglietto. Prima del fischio d’inizio, per i 40.000 del Mayol, si respira tradizione: sei vecchie glorie del rugby della costa, intonano un inno “accompagnati” dal pubblico. Il pubblico francese che è tanto differente da quello inglese; un pubblico sicuramente meno “educato”, meno gentile, ma sicuramente più divertente e genuino; assistere ad un match in un tempio del Rugby Francese, da Tolone a Tolosa, da Pau a La Rochelle, vuol dire assistere ad 80 minuti di botta e risposta, più sugli spalti che sul terreno di gioco. Lo spirito è proprio quello dello sfottò continuo ed implacabile, fino alla fine del match, ed in qualche caso anche oltre, magari all’interno di una brasserie, annaffiando i cori con della birra o del pastisse.
L’ingresso degli atleti allo Stadio Mayol, è scandito come al solito dall’inconfondibile “Pilou Pilou”, ed al grido di Pilou-Pilou ha inizio il Match. Emozionante quanto una partita del Sei Nazioni, più divertente di una partita del Sei Nazioni. A parte quando l’Italia batte la Francia, ovviamente! Esperienza superba quella dello stadio del rugby francese per i nostri ragazzi, che hanno potuto toccare con mano, quanto sia fondamentale il nostro sport per la cultura dei nostri cugini d’oltralpe.
Avendo ancora vivo dentro di noi il ricordo del match del giorno prima, per i nostri under 11 ha inizio la giornata del Torneo. Colazione in tempi record e soprattutto leggera per evitare di iniziare il torneo, non solo addormentati ma anche appesantiti! Anche se in pochi ci crederanno la svolta del torneo avviene nel bel mezzo della colazione, in seguito ad un “attacco verbale” di un giovane gruppo di francesi i nostri si svegliano, non rispondono e tirano dritti al campo carichi e con la voglia di dimostrare a tutti che gli italiani non sono solo “ravioli, pizza e spaghetti”.
Il torneo: 3 gironi, per 4 squadre ciascuno, risultato 12 squadre a contendersi il trofeo Adrian Cayol. Noi siamo inseriti nella poule A, insieme a Six Four “B” (la seconda squadra dei padroni di casa), i polacchi del Bodwolani Lodz ed i francesi del Saint Etienne. Al momento del breefing pre-gare, l’organizzazione del torneo ci comunica “a sorpresa” che le rimesse in gioco durante le partite verranno effettuate “come i grandi”! per la prima volta i nostri piccoli, si troveranno a dover gestire Touch e Mischie, fasi che saranno introdotte secondo il nostro regolamento solo in under 14. Comunque, come pensavamo, i nostri si adattano bene e giocano tranquillamente anche con le conquiste “da grandi”.
Dopo un  riscaldamento degno del migliore Stanley Kubrick, nel suo capolavoro bellico Full Metal Jacket, i ragazzi entrano in campo con una eccitazione agonistica davvero alle stelle. Prima partita del girone eliminatorio con il Bodwolani; i polacchi sembrano tutti nipoti di Ivan Draco, biondi ma soprattutto grossi; invece noi facciamo la parte di Rocky, non solo perché siamo più piccoli, ma soprattutto perché vinciamo. Ovviamente Ragaini e compagni non si lasciano intimorire (ormai sono abituati a vincere sempre il premio di squadra più giovane e aggiungerei più piccola!) ed esprimono un ottimo rugby fatto di conquiste veloci e palloni ottimamente utilizzati nei tanti spazi liberi lasciati dagli avversari. Il risultato finale è di 4 a 0. Questa prima partita ci serve soprattutto per capire come gestire le nuove modalità di rimessa in gioco.
Il secondo match è con i padroni di casa di Six Four, con i quali si intravede subito l’ottimo livello tecnico del torneo. Giocatori rapidi e molto tecnici con individualità molto prestanti. L’incontro si gioca su un ottimo ritmo a cui i nostri si adattano egregiamente. La partita finisce 2 a 1 per padroni di casa, per “colpa” di due nostre disattenzioni difensive. Poco male, nonostante la sconfitta usciamo molto soddisfatti da questa partita coscienti di poter dar filo da torcere a tutti!
La terza ed ultima partita del girone eliminatorio è con il St. Etienne, partendo dal presupposto che per la prima volta  affrontiamo una squadra più piccola di noi, i nostri consci della necessità di dover vincere, per sperare di passare il turno, affrontano i piccoli ma temibili francesi in modo perfetto. Solidi e anche prepotenti sfruttano le loro migliori capacità fisiche ma soprattutto tecniche e rifilano un bel 7 a 0 ai bianco blu del St. Etienne. Con quest’ultima partita ci viene assicurato il passaggio alle finali che si svolgeranno il pomeriggio con un girone da 6 squadre (che scopriremo solo alla fine essere un girone all’italiana).
Finita la prima parte del girone, ed essendo ancora le 11.30, a differenza delle altre squadre che si sono subito fiondate a mangiare noi restiamo una mezz’ora a divertirci sul campo, e soprattutto ad aspettare un orario consono alle tradizioni italiane per il pasto!
Ore 12.15 ci avviamo a mangiare ed in seguito torniamo al campo centrale per sostenere i “grandi” della Primavera che si giocano una bella finale, sfortunatamente persa all’ultimo minnuto contro i giallorossi di Six Fours.
Ore 13.45, con qualche minuto di ritardo inizia il girone finale. L’organizzazione del torneo prevede che si affrontino le sei migliori squadre del girone eliminatorio. Quindi altre 5 partite da disputare.
Prima partita contro i soliti ragazzi di Six Fours con i quali abbiamo perso nel girone; questa volta però non ce n’è per nessuno, nonostante una partita durata molto di più del previsto (10 minuti invece di 5), i nostri non danno tregua ai francesi e combattono dall’inizio alla fine, mettendo a segno prima una meta a metà partita ed in seguito la meta finale che chiude il match sul 2 a 0. Partita perfetta dal punto di vista attitudinale dove non si è mai data la possibilità agli avversari di avvicinarsi alla nostra area di meta.
In seguito giochiamo con il Six Four “A”,squadra vincente dell’altro girone. La partita risulta più semplice del previsto e vinciamo senza troppi problemi.
Il terzo incontro è sicuramente il più emozionante dal punto di vista dei colori! In terra di Francia va in scena il derby capitolino per eccellenza: Unione Rugby Capitolina vs Us Primavera Rugby, Via Flaminia Contro Largo Giulio Onesti. Con la Primavera, squadra solida e dotata di ottime individualità, giochiamo un match duro ma estremamente leale, e dopo una bella partita portiamo a casa un ottimo 3 a 0, frutto soprattutto della capacità di sfruttare ottimamente i palloni di recupero.
A questo punto ci ritroviamo primi, ma le due partite decisive saranno le prossime due nelle quali troveremo le seconda e la terza del girone.
Nel quarto incontro affrontiamo i favoriti del Torneo: i Belgi del Boisfort. I ragazzi, “studiati” gli avversari durante i loro precedenti incontri, entrano in campo motivati e consapevoli, focalizzando l’attenzione sui punti di forza degli avversari. Ottima la capacità dei ragazzi di sapersi adattare difensivamente alle offensive nello spazio dei bianco-blu, dove i nostri avversari con un’ottima competenza e sia tecnica che tattica, avevano precedentemente messo in difficoltà tutte le altre squadre. La partita è un susseguirsi di botta e risposta, e non nel senso figurato del termine! Gli impatti sono molto, molto duri e costringeranno i nostri, ma soprattutto i nostri avversari, ad uscire dal campo malconci. Il risultato finale sarà una bella X sul tabellino; l’unica differenza è che i belgi escono dal campo in lacrime, forse convinti del fatto che gli italiani non sapessero far altro che cucinare e mangiare Ravioli e Spaghetti, invece noi usciamo soddisfatti e sereni, pronti per giocarci l’ultima partita del girone contro i francesi de Les Cadenneaux.
Convinti del fatto che avremmo dovuto giocare una fra la prima e la seconda del girone, entriamo in campo determinati per vincere, ma con la giusta calma e serenità, gestendo in maniera perfetta la pressione del momento. L’ultimo match è forse il più duro di tutti, gli avversari sono molto consistenti fisicamente e tecnicamente. Ci creano parecchie difficoltà, prendendo anche più di qualche break, ma arginiamo bene. Dopo un bel placcaggio e recupero di Tommaso Pavolini, il pallone viene allontanato e finisce nelle mani di Francisco Masetti, che dopo una bella manata ad un avversario, rompe un altro placcaggio e si invola oltre la linea di meta. Blocchiamo il risultato sull’1 a 0. Ma dopo la splendida vittoria non esultiamo, aspettiamo soltanto la fine dell’ultima partita tra i Belgi e il Six Fours, per sapere chi avremmo dovuto affrontare in finale. Mentre ci avviamo al campo centrale, lo splendido campo in erba dello stadio di Six Fours, ci ferma il direttore del torneo per complimentarsi della nostra vittoria e del fatto che non si sarebbe giocata nessuna finale, noi attoniti diamo la bella notizia ai ragazzi, che scoppiano in quell’urlo di gioia di cui parlavamo all’inizio di questo racconto. La cosa che sicuramente più ci ha emozionato di questo finale è stato vedere i gialloblu della Primavera, applaudire i nostri piccoli per la bella vittoria conquistata, e portata a Roma!
Alla fine di questo lungo racconto, che riassume questi giorni passati insieme, il nostro pensiero non può che andare ai tre ragazzi che sarebbero dovuti venire con noi, ma che invece alla fine non ce l’ hanno fatta: Edoardo, Federico e Tancredi; tranquilli, ci saranno presto altre occasioni!
L’esperienza che abbiamo vissuto in questa splendida tre giorni francese, mi riporta alla mente una frase di un vecchio, grandissimo giocatore francese, forse il più grande di tutti: l’Angelo Biondo, ed è proprio con questa frase che desidero terminare questo lungo racconto, perché in questa frase è racchiuso lo spirito e le sensazioni che ci hanno dominato durante questa eccezionale trasferta:
“Il rugby permette ai bambini di diventare adulti più velocemente, ed agli adulti di restare bambini più a lungo”
Jean-Pierre Rives

Gli under 11 di Tolone uno per uno:
FRANCESCO RAGAINI: Le Capitain, che dire, solito carisma e voglia di caricare sempre i propri compagni di squadra, portandoli sempre avanti anche nei momenti più critici delle partite.
ALESSANDRO STERLINI: Lalle, grande placcatore sempre disposto a sacrificarsi per gli altri e si vede, dove c’è lui non si passa.
ANDREA ESPOSITO: Conferma i progressi dimostrati durante tutto l’anno, sempre attento ai consigli degli allenatori, molto presente e fa bene!
BRUNO RICCIONI: Nonostante fuori dal campo vinca il premio del più chiacchierone, in campo non parla mai e diventa uno dei pilastri di questa vittoria, concreto ed efficace, grande placcatore!
DAVIDE MARINALI -  FRANCESCO MIKHAEL – RICCARDO UNGARO: insieme al non presente RICCARDO MARTINI, formano Il gruppo dei  fabbri ferrai dell’under 11. Non proprio un quartetto d’archi. Più che altro una squadra di demolitori! Ci sembra doveroso un “commento collettivo”, perché ci viene in mente che questo, più avanti nel tempo, potrebbe diventare parte del “gruppo nel gruppo” di una squadra di rugby,  e chi ne mastica un po’, di rugby, forse capisce quello che intendiamo…ma aspettiamo per fare pronostici! sempre presenti sui punti d’incontro ed efficaci nel portare avanti il pallone in ogni situazione; permettono di giocare palloni di qualità a tutti con il loro instancabile ed interminabile lavoro nei momenti dell’affrontamento. Pericolosi! Anche perché qualche avversario lo spengono, poi gli chiedono scusa, ma intanto lo spengono!
FRANCISCO MASETTI: L’argentino, quando esce il suo carattere caliente diventa inarrestabile. Pesta sulle gambe e corre come pochi! Peccato che ancora non sempre se ne rende conto!! Aspettiamo fiduciosi, e nel frattempo finché possiamo (ovviamente con il permesso del papà e della mamma) lo torturiamo ogni volta che possiamo!
GIACOMO LUPI: elegante e concreto, l’unico problema  è che pare abbia affittato un monolocale lungo le linee laterali del campo e giustamente ne vuole approfittare! se soltanto decidesse di entrare di più nel gioco si divertirebbe ancora di più! Comunque quando corre e si tuffa oltre la linea di meta è degno di uno springbok (nel senso dell’antilope, ovviamente,!)
GIACOMO SCASSELLATI: Se entra in un ruck ne esce sempre col pallone, se ce n’è uno da placcare trova sempre un modo per farlo, se deve ostacolare un avversario mentre un suo compagno corre verso la meta anche qui trova un modo, peccato che noi allenatori ancora non abbiamo trovato un modo per farlo calmare quando esce fuori dal campo (ma forse la realtà e che ci piace così, ed in effetti di farlo calmare fuori dal campo, non ce ne frega proprio nulla!)
LORENZO VARRIALE: Lollo, alterna cavalcate e gesti tecnici di grande prestigio a momenti in cui decide di non voler placcare nemmeno il più scricciolo degli avversari! Quando prenderà coscienza delle sue capacità anche in fase difensiva sarà un elemento ancora più importante per la squadra e riuscirà a divertirsi molto di più!
LUCA CANEVARI: Pulce, si diverte a fare la gincana tra gli avversari  e soprattutto ad abbaterli. Sarà merito del fratello (quello carino) un tale Franco che gli insegna i trucchetti del mestiere? Se dovesse capitare per sbaglio in un campo da rugby, potrebbe ribaltare anche un bufalo africano!
NICOLA PICELLA: Nicolino, sarà secco secco, sarà piccolo piccolo, sarà che ancora pensa che gli stiano i pantaloncini dei bambini di 4 anni ma quando decide di attivarsi in campo non ce n’è per nessuno. Placca tutti e gioca bene!
TOMMASO PAVOLINI : C’è chi dice che una squadra di rugby sia come concerto per pianoforte: c’è chi il pianoforte lo trasporta, e c’è chi il pianoforte lo suona! Lui invece fa tutti e due. Costantemente. Non c’è un momento del gioco dove lui non sia presente, dove non sia competitivo, dove non sia vincente. Non c’è un momento fuori dal campo dove lui non sia propositivo e positivo, sorridente e disponibile con gli altri. In sintesi un giocatore di rugby, piccolo, ma pur sempre un giocatore di rugby.


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