Luca Murgia e Lorenzo Bracco sono due giocatori del Cus Ad Maiora e, forse, se qualcuno li incontrasse per caso in borghese non indovinerebbe mai lo sport che praticano agonisticamente da anni. Si perché, al contrario dell’immaginario comune, questi due giovani ragazzi non rappresentano lo stereotipo del rugbista nonostante i curricula di tutto rispetto.
Luca, biondo studente ventunenne, racconta con spiccato accento romano di aver iniziato a praticare questo sport proprio nella capitale esordendo a 16 anni in serie B nel CUS Roma. “ L’anno scorso mi sono trasferito a Torino per studiare ingegneria energetica al Politecnico. Volevo continuare a giocare a rugby e sono venuta all’Ad Maiora. Ho iniziato con la serie C e poi, a gennaio, ho fatto il primo ingresso in serie A”. L’ala cussina di 1.69 m è la prova vivente che per essere un giocatore di rugby non è necessario essere un “gigante” ma basta essere bravi tecnicamente. E Luca lo ha dimostrato proprio domenica scorsa, nella partita fuori casa contro Piacenza, andando a referto con una meta. “La mia prima meta in maglia biancoblù” ci tiene a sottolineare con un sorriso soddisfatto.
Lorenzo è meno loquace del compagno romano ma, nonostante i suoi 18 anni, dallo sguardo fiero e determinato con cui risponde traspare una maturità insolita per un neo maggiorenne.
Frequenta il primo anno di economia e commercio e risponde prontamente all’inevitabile domanda del come sia possibile che un diciottenne sia già all’università. “Ho fatto le scuole francesi, 4 anni di medie e 3 di liceo per questo sono già diplomato. Proprio a scuola ho conosciuto il rugby e a 16 anni ho iniziato. Prima giocavo a calcio”. L’affermazione contiene la seconda lezione del giorno su questo sport: non è necessario iniziare da piccoli per diventare grandi giocatori. Anche se evidentemente alcune qualità innate bisogna averle visto che nella prima partita U16 territoriale contro Novara Lorenzo ha segnato 5 mete. “La scorsa partita con il CUS ho esordito nel XV titolare ed è stato molto emozionante” afferma fieramente il giovano cussino.
Il Cus Ad Maiora ha un’età media molto giovane rispetto alle squadre avversarie, ma la cosa non sembra spaventare i due atleti che non nascondono l’obiettivo stagionale: “vogliamo salire e portare l’Eccellenza a Torino”.
Per adesso la fase di andata del campionato è iniziata bene: una sconfitta, una vittoria e una partita da recuperare. Domenica si giocherà in campo amico all’Albonico. La compagine nemica viene di nuovo da Piacenza ma stavolta il match si preannuncia più difficile. “Questa squadra di Piacenza è più forte ma, dall’altra parte, domenica avremo il vantaggio campo” affermano i due compagni di squadra, “speriamo che il nostro pubblico venga a darci un mano come sempre”.
La passione per il rugby di questi due ragazzi è lampante e la dimostrano giorno per giorno dividendo il loro tempo tra lezioni, allenamenti e partite. Alla mia domanda su quanto è impegnativo dedicare 5 giorni su 7 in campo e sui sacrifici che ne comporta la risposta è unanime: “a noi non pesa! Non possiamo uscire il sabato sera ma possiamo farlo la domenica, magari dopo una bella vittoria”. Meravigliosa risposta di chi fa dell’agonismo una scelta di vita.