NAVIGANDO MI SONO IMBATTUTO IN UN ARTICOLO (PRESO DA: http://www.nprugby.it), CHE PUBBLICO, CONDIVIDENDO IN PIENO IL CONTENUTO.
Per chi non lo conoscesse Franco Ascantini è uomo coraggioso, sannita con sangue gallese nelle vene, una vita di rugby, ricca di esperienze personali di giocatore e di allenatore-educatore che osserva e apprende, cosa che gli ha consentito di vivere la sua passione sportiva oltre alla pura pratica, cercando di includere quei valori morali che rendono il rugby, in alcuni momenti da lui vissuti, un’esperienza quasi sacrale. Di seguito quanto è emerso dopo una breve chiacchierata in merito alla situazione del rugby italiano, al programma di Gianni Amore e alle possibilità che l’Italrugby potrebbe avere:
«Caro Davide ti ringrazio per l’occasione che mi dai di parlare del nostro rugby. Sicuramente il nostro mondo rugbystico sta attraversando un momento altamente positivo, per quanto riguarda la propaganda, basta pensare ai settantamila dello Stadio Olimpico di qualche mese fa. La cosa più importante ora è creare una organizzazione capace di accogliere i tanti giovani potenziali a tutti i livelli. La Federazione, i comitati regionali, i fiduciari provinciali, i club piccoli e grandi devono dedicarsi con grande impegno al lavoro di base. Bisogna preparare gli educatori e mandarli in giro in tutti i club e nelle scuole. Gianni Amore ha un grande vissuto rugbystico e delle idee molto interessanti in particolare sullo sviluppo e sul lavoro di base. Purtroppo la serie C e le giovanili sono trascurate pensa a quanti soldi sono stati buttati via da tutte le società per tesserare stranieri che non hanno lasciato niente al nostro rugby. Non parliamo, poi, dei tecnici stranieri, stra pagati e spesso bravi professionalmente meno dei tecnici nostrani, ma allora per quale motivo non si sono spesi dei soldi per la preparazione dei tecnici italiani? Dovremmo guardare ed investire di più in “casa nostra”, valorizzare e aiutare i giovani giocatori, formare i neo – tecnici, solo in questa maniera potremmo in futuro toglierci moltissime soddisfazioni. Perché l’Italia Ovale c’è e ha voglia di affermarsi!»
Il punto di vista di un uomo di rugby a 360°.