Rumori fuori scena di Peter Bogdanovich

Creato il 04 settembre 2011 da Spaceoddity
Il teatro è vita dura. Lo sa bene Lloyd Fellowes (Michael Caine), che dirige una sgangherata compagnia di attori in una commedia più o meno piccante. Il fatto è che stavolta nessuno impara le battute, i movimenti, il senso del proprio stare in scena, né tanto meno l'insieme della commedia. Il debutto sarà tra poche ore e lo spettacolo, lungi dall'essere pronto, è in uno stato sconfortante. In più, i colleghi di Lloyd sembrano impegnati in un sistematico atto di boicottaggio, con le loro gelosie, ripicche, mediocrità.
L'esito teatrale di questa alchimia è disastroso; quello cinematografico, Rumori fuori scena (1992, tit. or. Noises off), un film spassosissimo, convenzionale per molti aspetti, ma esilarante. Il regista di origine serba Peter Bogdanovich firma un divertissement irresistibile, un catartico gioco al massacro, un dietro-le-quinte esplosivo che trasforma lo scandalo nel vero spettacolo.
Rumori fuori scena è chiaramente un film nel quale ciascuno dà quel che può e gli interpreti si distinugono per quello che sono. L'irresistibile Michael Caine domina non solo sul piano narrativo, ma sopravanzando gli altri con il suo naturale e grandissimo istrionismo. Eccellente anche la Dotty di Carol Burnett, che supera la dimensione della caratterista a cui sembrava relegata in Prima pagina, rivelando doti di compiuta espressività. Perfetto nel suo ruolo, annessi e connessi, Christopher Reeve, che - se brillava più per doti umane che per genio artistico - sapeva dare un senso compiuto alle sue parti, senza strafare mai. Al loro posto anche la Brooke di Nicollette Sheridan (l'Edie Britt di Desperate Housewives, per intenderci) e anche qualcosa in più il Garry di John Ritter (il Jack di Tre cuori in affitto, per chi come me lo vedeva tantissimi anni fa) e gli altri colleghi (Denholm Elliott, Julie Hagerty, Marilu Henner, Mark Linn-Baker).
Spero di non essere frainteso, allora, se a questo punto dico che l'esito è più televisivo che cinematografico: senza essere un film imperdibile, Rumori fuori scena di Peter Bogdanovich è senz'altro una commedia riuscita e presenta momenti di strepitoso umorismo, non del tutto ingenuo, ma mai volgare. Il pregio del film sta tutto nel fiato degli attori, nel ritmo vorticoso dei loro errori in scena contrapposto all'esattezza dei movimenti davanti alla camera.
Poco più di un'ora e mezza di gag, frizzi, lazzi, con divertenti variazioni sul primo atto di quest'improbabile commedia, dalle prove a due disastrose recite sempre più inverosimili, tra piatti di sardine che compaiono, scompaiono e finiscono dove meno ce lo si aspetta, sostituti in scena con i titoli a recitare la stessa parte, porte che non si aprono e porte che non si chiudono, televisioni e oggetti spostati sulla scena, entrate sbagliate, chiasso in scena e rumori fuori scena.
Semplicemente adorabile.

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