Runner Runner
Creato il 29 ottobre 2013 da Veripaccheri
Runner Runner
di Brad Furman
con Ben Affleck, Justin Timberlake, Gemma Arterton
Usa 2013
genere, thriller
durata, 91
Viene certo da pensare di fronte a un'operazione come quella di "Runner
Runner", thriller diretto dal semisconosciuto Brad Furman, capace di
annoverare tra i suoi produttori una star assoluta come Leonardo
DiCaprio, ed in grado di accaparrarsi tra gli altri un divo sulla
cresta dell'onda come Ben Affleck, consacrato dal successo personale
ottenuto nell'ultima edizione degli Oscar ("Argo"
è stato premiato per la migliore regia oltre che come miglior film) e
artefice di una resurrezione artistica che ribadisce, se mai c'è ne
fosse bisogno, le possibilità intrinseche del sogno americano. Le
perplessità non nascono dal basso cabotaggio produttivo di un film che
strizza l'occhio al genere, infilandosi nelle convenzioni e nei codici
di una classica crime story, con la scalata sociale del
protagonista ad innescare una spirale di violenza e sensi di colpa.
D'altra parte fin dalle origini il genere in questione scaturiva dalla
necessità di organizzare uno spettacolo efficace senza il bisogno di
grossi investimenti finanziari. Nel caso di "Runner Runner" a non
funzionare, prima ancora di entrare nei dettagli è la mancanza d'empatia
tra gli attori principali ed i ruoli a loro assegnati. Il copione
prevedeva Justin Timberlake nella parte di Richie, studente di belle
speranze condotto sulla strada della perdizione dal tentativo di
procurarsi i soldi per pagare la retta universitaria, mentre per Affleck
si trattava di indossare i panni del diavolo tentatore nascosto dietro i
modi compassati ma letali di Ivan Block, magnate delle scommesse on
line costretto ad organizzare il suo impero in Costarica per sfuggire
alle maglie della giustizia americana che lo ritiene un lestofante. A
farli incontrare una scommessa finita male, e la certezza di Richie di
essere stato raggirato dal dispositivo messo a punto da Block.
Fino
a quando si tratta di delineare gli aspetti più convenzionali e meno
sorprendenti dei rispettivi tipi umani, Timberlake riesce almeno in
parte a cavarsela. Con la faccia da bravo ragazzo e la sensazione di non
perdere mai la calma l'attore non fatica ad entrare nella dimensione
austera e composta dell'università di Princeton da cui la nostra prende
le mosse. Per Affleck al contrario si fa subito dura quando
l'introduzione c'è lo mostra in atteggiamenti da padrino, all'interno di
una sauna e ripreso di spalle, intento a blandire due politici
corrotti. Un vantaggio che Timberlake si impegna a pareggiare per
mancanza di carisma, nel momento in cui opportunamente sedotto (un po di
colpa c'è' l'ha anche una ragazza che ha il corpo di Gemma Arterton più
statuaria che mai) ed entrato nella scuderia di Block, si ritrova
invischiato in una vicenda di intrighi e corruzione, tra le minacce
della polizia che lo vorrebbe pronto a collaborare per incastrare il suo
mentore, e l'ambiguità di Block, costantemente impegnato a manipolare
la versione dei fatti. Insomma una specie di tragedia shakesperiana,
simile nella tenzone tra allievo e pigmalione a quella appena vista ne "Il potere dei soldi"
di Richard Luketic, con tanto di figura paterna sfruttata in chiave
psicanalitica per giustificare il sacrificio, reale e figurato, delle
figure dominanti. Ma nel doppio gioco che il film mette in piedi ed a
cui fanno da contorno i sussulti passionali della bellona di turno e le
comparsate da cane sciolto dello sbirro di Anthony Mackie, a mancare è
il contributo di una scrittura senza sfumature e piena dl luoghi comuni -
basterebbe vedere con quale paternalismo viene trattata la scoperta
delle attività illegali praticate da Richie all'interno dell'università,
o la velocità con cui il personaggio di Gemma Arterton si innamora del
protagonista- capace di rasentare il ridicolo nella scena in cui per
costruire l'indispensabilità di Richie nei confronti di Block fa
sembrare machiavellico il raggiro orchestrato dal ragazzo per far
capitolare uno scomodo rivale, con un offerta sessuale che avrebbe
insospettito anche il più ingenuo degli uomini e che invece viene
accettata dall'uomo con assoluta nonchalance. Soluzione di una
banalità sconcertante che Block accoglie però con un tripudio di lodi e
congratulazioni. E diciamo noi tra il totale disimpegno degli
spettatori, a quel punto definitivamente convinti sul velleitarismo
dell'intera operazione. E se per Timberlake il cinema continua ad essere
un passatempo dagli impegni musicali, rimane inspiegabile il passo
falso di Affleck, in predicato di interpretare il personaggio di Bruce
Wayne nel prossimo film sull'uomo pipistrello, e quindi bisognoso di una
credibilità attoriale che "Runner Runner" rischia di far crollare ai
minimi storici.
(pubblicato su ondacinema.it)
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