Ruslan - Recensione

Creato il 06 febbraio 2016 da Lightman

Steven Seagal è uno scrittore di romanzi thriller in cerca di vendetta per l'aggressione alla sua famiglia in Ruslan, ennesimo straigh-to-video nella carriera del maestro di aikido.

Ruslan Drachev è un ex diplomatico russo, ora scrittore di romanzi thriller. Un giorno viene contattato dalla ex-moglie Catherine che gli annuncia l'imminente matrimonio della loro figlia Lanie. Ruslan fa ritorno così nel New Jersey per partecipare alle nozze, scoprendo che il promesso sposo altri non è che il figlio di Mikhail Abramov, uno spietato boss della mafia con i quali ha parecchi conti in sospeso. Poco prima che il matrimonio abbia inizio le due donne vengono aggredite brutalmente da una banda di criminali: Catherine rimane uccisa e Lanie gravemente ferita. Ruslan decide così di indagare per conto proprio per ottenere vendetta, trovando un insperato aiuto proprio nel potenziale futuro genero: quest'ultimo dovrà scegliere da che parte stare dopo la scoperta che dietro a tutto vi è proprio suo padre.

Niente di nuovo

Seconda collaborazione, dopo Killing Point (2008), tra il regista Jeff King e Steven Seagal, Ruslan (conosciuto anche col titolo Driven to Kill - Guidato per uccidere) è l'ennesimo straigt-to-video nella carriera in caduta libera del maestro di aikido. Non è certo la prima e ultima occasione nel quale l'ormai corpulento attore si è cimentato ad interpretare personaggi di provenienza est-europea o sovietica, dato anche la sua nota simpatia per l'attuale governo Putin, ma mai come in questo caso si era calato così "profondamente" nella parte: sentirlo pronunciare in più occasioni diverse frasi in idioma russo strappa infatti più di un sorriso. Al contempo anche le più importanti sequenze di stampo prettamente action, nelle quali il nostro combatte quasi da fermo, sono accompagnate da un motivetto musicale che si rifà alle influenze folkloristiche di Mosca e dintorni. Il film, com'era prevedibile, segue tutti gli stilemi del classico revenge-movie senza alcuna inventiva di sorta, con lo scontato lieto fine a fare tutti felici e contenti (spettatori esclusi) dopo una narrazione in cui i cattivi fanno di tutto per farsi ammazzare; vedere due scagnozzi che, dopo aver ucciso a sangue freddo una donna indifesa con una lama, si fanno dei problemi ad eliminare il protagonista nonostante questi sia indifeso, supera ogni immaginazione di genere. E così, tra improbabili scontri a mani nude e con armi da fuoco ambientati tra night club e ospedali (almeno discretamente sfruttato dal punto di vista logistico nella mezzora finale), la ricetta per il tipico b-movie seagaliano è servita.

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