Ma se sulla carta il nuovo provvedimento era nato per consentire a deterninate categorie professionali di accedere ad una sorta di welfare, lo stesso in realtà si sta rivelando un boomerang, perchè ha comportato un innalzamento di costi per fornitori di manodopera e artigiani che non hanno avuto altra scelta che scegliere il sommerso: per ogni attività cessata ce n’è infatti una che inizia a lavorare in nero, ovvero senza pagar tasse, ma anche senza alcuna misura di tutela sociale.
Il numero delle attività cessate corrisponde in termini percentuali al 7 per cento delle imprese individuali russe: un dato preoccupante, che ha ridato vigore alle perplessità mostrate a riguardo dal ministro dell’economia Andrej Belousov, favorevole a una “rottamazione” di un incremento contributivo ritenuto troppo vessatorio. Il rilancio dell’economia attraverso liberalizzazioni e tagli fiscali alle piccole imprese era stato un cavallo di battaglia di Putin nella campagna elettorale per le Presidenziali 2012, che aveva fatto sue le richieste presentate da OPORA Rossija, l’associazione che raggruppa le Pmi russe.