di Matteo Zola
Degna del migliore partito comunista sovietico, questa è Russia Unita, il partito di Putin e Medvedev. Oggi il congresso di Russia Unita non faceva rimpiangere le vecchie adunate oceaniche sulla piazza Rossa. Diecimila persone che hanno applaudito allo scambio di ruoli tra Vladimir e Dimitri. Già, il presidente russo Medvedev ha “rinunciato” alla carica chiedendo a Putin di ritornare alla poltrona del Cremlino. Un “onore”, ha commentato Putin. L’inversione delle cariche, nonostante qualche apparente contrasto pubblico, dimostra quindi un accordo di ferro tra i due, come ha ammesso lo stesso Vladimir. Uno scambio che però fa comodo soprattutto al vecchio Putin che una volta “eletto” presidente, potrà contare su un mandato allungato da quattro a sei anni e si potrà ricandidare anche nel 2018, arrivando così al 2024: un quarto di secolo al potere. A Medvedev resterà l’arduo compito di fare le riforme che tutto il mondo economico e industriale invocano a gran voce. Riforme di cui Medvedev era l’espressione, al punto che qualcuno nella stampa europea aveva già dato Putin per “vecchio e superato”. Il vecchio che avanza, da quel che si apprende oggi.
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