Autore: Elizabeth Gaskell
Traduzione di Federico Lopiparo e Valentina Piovani
Editore: Editori Internazionali Riuniti (collana Asce)
Data Pubblicazione: 25 Maggio 2011
Pagine 685
Prezzo € 9,90
«Ruth è l’apprendista sartina sedotta e abbandonata da un giovin signore aristocratico, una specie di Lovelace. Solo che Ruth non è Clarissa e non combatte per salvare la propria verginità. Non si accorge neppure che la verginità le viene rapita. Il ratto del libertino si consuma in effetti a sua insaputa – questo è il mistero della storia…».
«Elizabeth Gaskell è già una donna moderna che cerca di conciliare imperativi inconciliabili. Pragmatica e impulsiva. Fragile e vitalissima. A volte melanconica, a volte intraprendente. Ostinata, caparbia, volitiva, ma anche dubbiosa. Mai dogmatica…».
Introduzione di Nadia Fusini.RECENSIONE Elizabeth Gaskell non si tirava mai indietro quando si trattava di scrivere di argomenti che avrebbero potuto denunciare un’ingiustizia sociale. Già con il suo primo romanzo, Mary Barton, aveva parlato di quelle che erano le condizioni drammatiche in cui versavano gli operai delle fabbriche di Manchester. Per questo motivo Charles Dickens divenne subito un suo grande ammiratore (sebbene all’epoca la Gaskell scrivesse con lo pseudonimo maschile di Cotton Mather Mills, Esq.).
Nell’epoca in cui il romanzo realistico sociale (di cui Dickens era
uno degli esponenti di spicco) denunciava le condizioni di vita
difficili in varie zone dell’Inghilterra, la
voce della Gaskell raccontava ciò che lei stessa aveva potuto
osservare con i suoi occhi di moglie e figlia di un pastore,
dedita ad opere caritatevoli. Perché la Gaskell non fu giammai una
fanatica, di quelle che seguendo l’etica del tempo volevano che
alcuni elementi della società, come le improper
women
(le donne sconvenienti), venissero abbandonati a se stessi e
dimenticati. La Gaskell era piena di buoni sentimenti, di
compassione, di carità, e pertanto, senza neanche rendersi conto di
poter scandalizzare i ‘benpensanti’, ci
rende partecipi della storia di una fallen
woman,
una donna caduta,
ma talmente
innocente ed ignorante
da non potergliene fare una colpa se ha messo il piede in fallo e si
è perduta.
Ruth
è
il secondo romanzo di Elizabeh Gaskell:
la scrittrice riesce a suscitare una reazione ancora più violenta
di quella che aveva accompagnato l’uscita di Mary
Barton,
perché tratta un argomento tabù, parla infatti proprio di una
fallen
woman.
In
molti luoghi il libro viene messo al bando
e molti bruciano le copie del romanzo in strada, in segno di
protesta. Ma
chi è questa Ruth che ha suscitato delle reazioni così sdegnate?
Ruth
Hilton è una giovinetta di poco più di quindici anni,
che, già orfana di madre, ha recentemente perso anche il padre, un
modesto agricoltore. Il suo tutore è completamente disinteressato a
lei: alla
morte del padre
vende tutta la sua proprietà (si tratta comunque di poca cosa) e
manda Ruth nella città vicina di Fordham per lavorare e pernottare
nella sartoria di Mrs Mason, una vera e propria schiavista, che tiene
le sue ragazze sotto
una ferrea disciplina. Purtroppo
il mondo è pieno di lupi pronti ad approfittare di un bellissimo
agnello come è Ruth
Una
sera le lavoranti di Mrs Mason, fra cui Ruth, vengono chiamate ad un
ballo per effettuare riparazioni veloci agli abiti delle signorine,
che potrebbero strapparsi o scucirsi nel corso della serata. Qui
Ruth
vede per la prima volta Mr Bellingham,
un giovanotto che le appare gentilissimo se paragonato alla sgarbata
signorina che accompagna. Il giovane è subito affascinato dalla
bellezza di Ruth e, quando i due si incontreranno nuovamente per
caso, cercherà in ogni modo di rivederla.
Si
capisce subito che Mr Bellingham non ha intenzioni onorevoli,
del resto è l’esponente di una famiglia di spicco della città,
mentre Ruth è una semplice lavorante di sartoria, tuttavia lui è
talmente abituato a fare e ad avere ciò che vuole, e Ruth è
talmente ingenua ed infatuata del giovane, che viene convinta da lui
a farsi accompagnare a visitare la casa della sua infanzia, Milham
Grange.
E
qui c’è la caduta: caduta che naturalmente noi non vediamo, perché
in epoca vittoriana era impensabile parlare di sesso, anche solo
accennarvi.
Pertanto restiamo innocenti come Ruth, che, nonostante sia diventata
ormai una fallen
woman,
è pur sempre una ragazzina di sedici anni, ancora innocente e pura
nei suoi pensieri, perché ancora non si rendere conto che
agli occhi del mondo ella non è più una persona per bene, ma va
evitata e denigrata.
Ed
è proprio quando
il mondo comincia a guardarla con disprezzo
che un velo cade dagli occhi di Ruth, ma anche dai nostri: sarà
allora che
capiremo che ormai Ruth è una donna (una bambina, in realtà)
perduta.
Ma
l’amore di Ruth per Mr Bellingham è totale,
e la giovane non si cura delle idee della gente finché può stare
con lui. Durante una vacanza nel Galles, Mr
Bellingham si ammala, e Ruth si prende cura di lui con devozione.
Purtroppo, dato che il giovane sembra in fin di vita, viene convocata
anche la madre di lui, che si affretta ad allontanarlo da Ruth.
Rimasta
sola, alla
giovane resta solo il desiderio di suicidarsi,
ma viene soccorsa da un uomo caritatevole, un gobbo, che
in precedenza era stato l’unico a comportarsi in modo gentile con
Ruth.
Mr Benson, così si chiama l’uomo, è un pastore dissenziente, che
vive ad Eccleston con la sorella Faith e Sally, che è a suo servizio
da quando lui era un bambino. Mr
Benson, con il beneplacito della sorella, porta Ruth nella sua casa
ad Eccleston: i due fratelli stabiliscono di raccontare che si tratta
di una lontana parente, Mrs Denbigh, rimasta vedova
e senza nessun altro a prendersi cura di lei. Ruth
infatti è in attesa di un figlio.
Questa menzogna peserà sull’animo di Mr Benson, che è un uomo assolutamente retto e puro, per tutta la vita, nonostante si trovi spesso davanti a peccati ben più gravi e bugie dette non a fin di bene, come in questo caso, ma per puro interesse personale. Ma laddove è disposto a chiudere un occhio e ad essere tollerante quando riguarda gli altri, è tormentato dalla sua coscienza quando si tratta di se stesso. Sally, la domestica dei Benson, comprende subito la menzogna, ma per il bene dei suoi padroni, soprattutto di Mr Benson, che difende come una vixen (una volpe femmina) difende i suoi cuccioli, si presta al gioco, non prima di aver maltrattato la giovane Ruth, che però reagisce con calma rassegnata a tutto, e che pertanto si guadagna a poco a poco il rispetto e l’affetto protettivo di Sally Questa figura di domestica sembra un marchio di fabbrica di Elizabeth Gaskell: in North and South la ritroveremo in Dixon, la fedele cameriera di Mrs Hale. Analogamente accade per la figura del pastore dissenziente: Mr Hale in North and South come lo stesso Mr Stevenson, il padre della Gaskell, preferisce abbandonare la sua funzione per dedicarsi ad una diversa attività, anche se meno remunerativa; Mr Gaskell, il marito della scrittrice, è un intellettuale aperto, razionale e tollerante, così come il Mr Benson in Ruth Ad Eccleston Ruth si dedicherà ad espiare la sua colpa nell’interesse di suo figlio Leonard. Si applicherà negli studi e diventerà una giovane molto apprezzata per la sua dolcezza e remissività. Presto verrà presa sotto l’ala protettrice di Mr Bradshaw, la personalità più importante del luogo, e, dopo alcuni anni, verrà chiamata a fare da istitutrice alle due figlie più giovani dell’uomo, Mary ed Elizabeth. Mr Bradshaw è il perfetto rappresentante della società vittoriana: rigido nelle sue opinioni, padre padrone, pronto a giudicare gli altri secondo un metro severissimo ed intollerante. Non prova compassione neanche verso i suoi stessi figli, da cui esige obbedienza assoluta, così come dalla moglie, la perfetta moglie vittoriana, una marionetta nelle mani del marito, perfettamente educata al controllo dei propri figli e all’eventuale individuazione e segnalazione di errori o manchevolezze.
Che cosa accadrebbe se Mr e Mrs Bradshaw sapessero la vera storia di Ruth?La figlia più grande dei Bradshaw, Jemima, è quasi coetanea di Ruth, e nutre nei suoi confronti un’ammirazione che sfiora l’adorazione. Jemima è uno dei personaggi più interessanti del libro. Intelligentissima e cresciuta all’ombra della sua ammirazione per Ruth, si rifiuta di diventare come sua madre: vorrebbe che le fosse consentito di esprimere liberamente la propria opinione, ma è costretta ad imbrigliare il suo desiderio d’indipendenza per compiacere l’uomo che ama, Mr Farquhar, il socio di suo padre. Il loro rapporto è fatto di piccoli screzi e discussioni, e Mr Farquhar non si rende conto in principio, che sono proprio queste divergenze di opinione che lo attraggono in Jemima. Perché, secondo il modo di pensare ‘corretto’ la donna dovrebbe piegarsi ed appoggiare le opinioni del marito, assecondandolo sempre. Ma Jemima non è disposta ad essere diversa per lui, pur amandolo profondamente.
Per un istante decise di diventare tutto ciò che egli desiderava che fosse; pensò di cambiare la propria indole per lui. Poi l’assalì un intenso impeto di orgoglio, strinse i denti e decise che o egli l’avrebbe amata così com’era o non l’avrebbe amata affatto. Se non l’avesse accettata con tutti i suoi difetti, la stima di lui non le sarebbe interessata. La parola “amore” era troppo nobile per definire un sentimento così freddo e calcolatore come doveva essere quello di Mr Farquhar, che se ne andava in giro alla ricerca di una moglie che corrispondesse all’idea prestabilita che aveva in mente. E c’era qualcosa di umiliante, pensava Jemima, nel cercare di modificare sé stessi per ottenere l’amore di un essere umano.Un romanzo realistico-sociale, dunque, ma anche un romanzo ricco di temi cari al Romanticismo. Quando Ruth viene abbandonata dal suo innamorato, diventa apatica, quasi egoista e si vorrebbe lasciar morire per le sue sofferenze d’amore, come già prima di lei era accaduto a Werther, a Marianne di Ragione e Sentimento, a Cathy di Cime Tempestose. E ancora: l’utilizzo di descrizioni paesaggistiche e di fattori meteorologici che interagiscono con i personaggi e con i loro stati d’animo, che sono una delle caratteristiche predominanti nelle sequenze narrative e descrittive del romanzo romantico dell’ottocento.
La narrazione rivela la cultura estremamente religiosa di Elizabeth Gaskell: nel testo sono riportate numerosissime citazioni delle Scritture che riusciamo a cogliere grazie all’ accurata edizione a cura di Angus Easson per la Penguin Books del 1997 da cui Federico Lopiparo e Valentina Piovani hanno ricavato la versione italiana dell’opera.
La distesa delle brughiera, grigia, selvaggia e brulla, che si allungava in tutta la sua vastità sotto un cielo senza sole, sembrava solo un segno esteriore del vasto mondo racchiuso nel suo cuore, per il quale non pretendeva alcuna compassione, perché non riusciva nemmeno a definire per che cosa stesse soffrendo. E se vi fosse riuscita, nessuno avrebbe compreso come quel momento fosse infestato dal terribile fantasma del passato amore. […] Chiuse gli occhi, finché attraverso le palpebre accostate non vide una luce rosso fuoco. Le nuvole si erano aperte e il sole stava tramontando in uno splendore cremisi dietro alle lontane colline viola. A ovest il cielo intero era in fiamme. Ruth si dimenticò di sé nell’ammirare quella vista magnifica. Si sedette per guardarla e, mentre guardava, le lacrime le sia asciugarono sulle guance e, in qualche modo, tutte le preoccupazioni umane e la sofferenza svanirono nel sentimento inconscio dell’infinità di Dio. Il tramonto la calmò più di quanto avrebbe fatto qualsiasi parola, per quanto saggia e tenera fosse stata. Sembrò perfino darle forza e coraggio. Non seppe come o perché, ma così accadde.
Tante figure di donna ruotano attorno a Ruth, la fallen woman: Ruth stessa, che espia la sua colpa grazie al suo spirito di sacrificio, la donna saggia e compassionevole che sta dietro all’uomo generoso e tollerante come è Miss Benson; la mamma volpe, che sfida tutti per difendere i suoi cuccioli dai pericoli, come è Sally; la marionetta che accondiscende a qualunque ordine del suo marito-padrone come è Mrs Bradshaw; la giovane intelligente e piena di spirito di indipendenza come è Jemima. Tutte queste donne nella società Vittoriana risultano schiacciate dall’ uomo e dalle sue convenzioni, che siano ‘colpevoli’ o meno. Ed invece sono tutte innocenti, anche Ruth, travolte dalla vita e costrette loro malgrado a piegarsi ad una morale rigida ed intollerante