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Rwanda / Meno ombre sulla conduzione politica di Paul Kagame

Creato il 01 maggio 2011 da Marianna06

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L'impegno per la ricostruzione di un Rwanda pacificato, dove non esistono più rivalità e distinzioni tra le differenti etnìe presenti nel Paese,è il sogno di Paul Kagame, da pochissimi giorni neo- rieletto presidente.

Ed è un bel sogno anche perché chi sogna è un uomo" integro".A suo tempo(1994) comandante delle truppe del Fronte Patriottico Rwandese. Il" liberatore" per eccellenza.

Conosciamo tutti e bene, infatti, i progressi che il Rwanda da quella data in avanti ha fatto e sta facendo, grazie alla presidenza- Kagame, dopo gli anni bui successivi all'ultimo genocidio della storia contemporanea, quello che ha visto l'uccisione di circa un milione di morti tra tutsi e hutu moderati e,per giunta, con la complicità di chi avrebbe assolutamente dovuto impedire un olocausto del genere e non l'ha fatto.

Restano però delle ombre che andrebbero dissipate sulla conduzione  politica di questa presidenza.

Ombre che fanno pensare a trame oscure, uccisioni apparentemente non sospette e magari lontane dal Rwanda stesso,incarcerazioni arbitrarie.

Per non parlare di una massiccia presenza dell'esercito nelle città e nei villaggi,utilizzabile nelle più disparate occasioni e con ricorso spesso a maniere poco ortodosse.

La ciliegina sul gelato però è la detenzione in carcere da mesi di Victoria Ingabire Umuhoza, oppositrice del regime perchè hutu, una detenzione preventiva in attesa del processo(l'accusa è quella di sostegno ad un'organizzazione terroristica), che si terrà  questo mese e alla quale vengono limitate o addirittura impedite le visite.

Anche il venerdì, giorno preposto per lo scopo.

E a quanto pare la restrizione non riguarda solo Victoria Ingabire, quale attivista e candidata del delle Forze democratiche unificate del Rwanda-Inkingi, cui fu anche impedito di candidarsi alle ultime presidenziali, ma anche  altri esponenti politici.

 E mi riferisco  alla detenzione e conseguenti limitazioni nei confronti di  Bernard Ntaganda, fondatore del partito sociale Imberakuri, di Deo Mushayidi, dirigente del Partito di difesa del popolo e di Charles Ntakirutinka del Partito democratico per il rinnovamento Ubuyanja.

Perché allora(visto tutto il positivo già fatto) non cambiare rotta, mi riferisco alla Presidenza-Kagame,  per dare  al proprio Paese e al mondo, che sta a guardare con simpatia gli sforzi del piccolo Rwanda,veri segnali di un'autentica strategia politica che sia, a tutti gli effetti, democratica ?

E' una domanda ingenua forse ma....ugualmente vorrebbe una risposta.

Perché?

Perché il" laboratorio" politico-Rwanda ci sta a cuore.Ci piace.

Perché vorremmo che tutte le possibili ombre fossero fugate.

Perché vorremmo un Rwanda, e un'Africa  tutta,  libera e democratica in risposta a tutte le sofferenze e le ingiustizie patite per secoli dalla gente comune, che con il carrierismo politico non c'entra per nulla.

Le nuove generazioni, per di più,quelle acculturate, quelle con tanto di diploma o laurea, preso in casa o all'estero, in Rwanda e in Africa, non vogliono più saperne di dittatori.

E certi segnali cominciano  già a percepirsi nell'aria.

Perciò...attento Kagame!!!

La flessibilità e l'arte della mediazione sono virtù in politica. Specie se si vuol fare, come tu fai intendere, politica democraticamente.

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 


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