RYA - LA FIGLIA DI TEMARIN di Barbara Bolzan

Creato il 09 gennaio 2015 da Linda Bertasi @lindabertasi
Oggi vi voglio presentare un romanzo che mi ha avvinto e che ho letteralmente divorato. Ho avuto il piacere e la fortuna di conoscere personalmente l'autrice Barbara Bolzan e di ospitarla nel mio blog. La sua opera "Rya - La figlia di Temarin", primo capitolo della saga Rya è stata una piacevolissima scoperta.

SINOSSI: Foresta di Mejixana. Una ragazza, ferita e sporca di sangue, è accasciata sull’argine del fiume. Nemi, il capo dei ribelli di Mejixana, la prende tra le sue braccia e la porta con sé al villaggio. Ancora non sa che la ragazza che ha salvato è Rya, sorella minore della regina di Temarin e moglie del sovrano di Idrethia. Sarà lei stessa a svelare la sua identità a Nemi e a proporgli un accordo che le permetta di ricongiungersi col marito. I due si mettono in viaggio ma il pericolo e l’ombra di Niken, vecchia conoscenza di Nemi e criminale ricercato, incombono su di loro e giungeranno a intralciare il loro cammino.
Tra tradimenti e ambigui rapporti fraterni, Barbara Bolzan regala al lettore una storia avvincente, impreziosita da magistrali scene descrittive della natura e del paesaggio. Rya – La figlia di Temarin è il primo capitolo di una serie tutta da scoprire nonché il racconto di formazione di un’eroina fuori dal comune.

Il libro si apre sulla foresta di Mexilana. Un uomo, Nemi, si fa largo tra gli arbusti conducendo con sé una ragazza vestita di stracci. Lui è il capo dei ribelli, è il capo del villaggio segreto di Mexilana in cui si rifugiano e vivono i fuorilegge. Lei è Rya: silenziosa, misteriosa, sospettosa. Della ragazza si sa poco, solo quello che permette agli altri di scoprire e nelle bisacce nasconde un prezioso medaglione dalla provenienza scottante.
Rya viene accolta e curata dagli uomini di Nemi, si adatta a vivere nella foresta, ma la sua identità non rimarrà segreta a lungo, sarà lei stessa a svelarla a un'incredulo capo dei ribelli: la ragazza in realtà appartiene alla nobile casata che regge le sorti del Paese, è la consorte del monarca che vessa e osteggia Mexylana.  Per uno scherzo del destino Rya si ritrova vestita di stracci, lontana dal castello e scambiata per una comune serva; toccherà a Nemi ricondurla dal suo conosorte, consapevole del rischio e delle insidie che un simile viaggio comporterà.
Ma cosa nasconde Nemi? Chi è? Da dove proviene? Le sue iridi marezzate che penetrano nel cuore di Rya, suo malgrado, sono pozzi in cui precipitare e lasciarsi cullare, nascondono un passato di sofferenza, un passato che ha compromesso il suo futuro e ogni speranza di felicità.

'Esisteva un altro paesaggio, pensai. Un paesaggio diverso da quello di Temarin. Non c'erano qui vie acciottolate, stalle piene di servi e cavalli di razza. Non c'erano botteghe né commercianti. Il Villaggio bastava a se stesso ... era un mondo di facce sporche e piedi sudici. Un mondo senza purezza e bellezza ...Guardavo Mexilana con occhi spalancati, un universo nel quale le persone si muovevano come ombre rarefatte ma dove uomini e donne potevano passare del tempo insieme... Un mondo dove ci si poteva abbracciare senza il terrore di sgualcire il vestito.'
Ho adorato questo romanzo e i personaggi che Barbara ha diretto. Rya è un'anti-eroina in un certo qual modo. E' scaltra, attenta, acuta, si lagna per le condizioni in cui è costretta a vivere fuori dal castello, è viziata e in più di un'occasione gliele avrei suonate di santa ragione, ma è un personaggio completo che subisce una profonda trasformazione. E' una protagonista imprevedibile e mai scontata.
Mi sono innamorata di Nemi, cosa che mi accade di rado nei romanzi, mi ha colpito la sua durezza, la sua impenetrabilià, il passato che si porta sulle spalle e che gli grava come un macigno, il suo animo tormentato che nasconde ben altro. Un bello e dannato in un certo qual modo.
Tutti i personaggi, anche i secondari sono ben caratterizzati, si ha l'impressione di leggere un romanzo corale. Ho molto amato la figura della curatrice Marita che incarna la saggezza e la protezione di una chioccia.
L'ambientazione è assolutamente priva di sbavature, al lettore sembrerà di percorrere con Rya i sentieri della foresta, percepire gli odori, ammirare gli arbusti e le colture descritte con tanta precisione, assaggiare i cibi di questo mondo medievale, inventato ma fedele al reale. Proprio per questo voglio ricordare ai lettori, come poi mi ha confermato la stessa autrice, che questo romanzo ha pochi elementi fantasy, in realtà è un romanzo di ambientazione storica, quella medievale appunto.
Si evidenzia una differenza fondamentale ed è quella relativa alla vita nella foresta e la vita nel mondo civilizzato. L'autrice ci conduce alla conclusione che c'è molta più civiltà tra 'villani' costretti a vivere tra sporcizia e povertà che tra gentiluomini attorniati da una corte dorata. 
 
'La mamma era morta quando avevo poco meno di tre anni. Da quel momento, Alsisia era stata per me sorella, madre e amica. Sempre insieme, fianco a fianco. E adesso: le idee che avevo non erano mie. I gusti che avevo non erano miei. Non erano nemmeno di Alsisia. Erano nostri. Noi due.'
Un altro punto a favore è il mistero sempre più fitto; man mano che si procede nella lettura anzichè sbrogliare la matassa si aggiungono altri tasselli che ci mostrano un disegno molto più esteso di quello che ci aspettavamo, ci ritroviamo testimoni di segreti nascosti tra le pieghe del tempo.
Il tema della famiglia è fondamentale, l'autrice punta molto sulle similitudini del rapporto tra fratelli e tra sorelle: se da una parte abbiamo i continui ricordi di Rya nei confronti dell'amata sorella che ispirano nostalgia e malinconia, dall'altra abbiamo il rapporto complicato di Nemi verso il proprio fratello, quasi un Giuda più che un alleato. 
E, da inguaribile romantica quale sono, ho apprezzato la storia d'amore sussurrata. L'autrice è stata cattivella nel fare sospirare i lettori in attesa di un seppur minuscolo bacio, nel farci tifare per questi due protagonisti inusuali, schiacciati dai sensi di colpa e dal dovere, incapaci di esprimere con sincerità i loro sentimenti, incapaci di seguire il loro cuore. 
La narrazione è condita con frequenti flashback che alternano passato e presente, le considerazioni della protaginista prima e dopo il suo viaggio stimolano il lettore ad addentrarsi sempre di più, a girare pagina senza riuscire a distaccarsi, affamato di conoscenza. 
I temi trattati sono: la famiglia, i segreti, le menzogne, l'amore, l'avventura, l'amicizia e la fiducia.
 
'Dov'ero stata, fino ad allora? Avevo vissuto una vita credendola piena, mi ero nutrita di ambizione ... avevo riposto fiducia nella bellezza, nei colori del fiordaliso e nella canzone segreta delle stelle. Nemi, invece, era vero, reale, vivo. Mi aveva salvato dalle acque del fiume e m i aveva regalato un mondo nuovo, un cielo nel quale attaccare le mie stelle ... mi aveva mostrato un orizzonte sconosciuto che avrebbe dovuto spaventarmi e che invece accettavo per quello che era.' 
Voglio spendere due parole anche per le bellissime immagini che troverete a fine libro, realizzate da Barbara. La passione dell'autrice per il disegno si evince in queste splendide riproduzioni che ci mostrano la sua capacità di ritrarre i protagonisti di questo primo capitolo dedicato alla saga di Rya.
Resto sempre a bocca aperta di fronte all'arte e i disegni di Barbara meritano indiscutibilmente attenzione.
Un romanzo imprevedibile che, come un incantesimo, avvince e coinvolge, un gioco delle finzioni che si trasforma in una danza di scaltrezza. Se amate le storie medievali, di monarchi e fuorilegge, se amate i misteri e gli intrecci tra giusto e sbagliato questo è senza dubbio il libro che fa per voi.
"Rya - La figlia di Temarin" è un romanzo che lascia appesi, che finisce lasciandoci intravedere un'avventura che è solo all'inizio, boccheggianti e contrariati per questa brusca interruzione.
Barbara Bolzan è un'autrice a tutto tondo che incanta e conquista. Non ci resta che aspettare con impazienza il seguto di questa bellissma saga.
Consigliatissimo!
'Oggi ripenso alla ragazza che ero. Non mi riconosco. Mi guardo indietro e vedo un'estranea. Ho smarrito la strada per capire la Rya di allora. Non rimpiango di averla persa per sempre ...  ero così spaurita, così fragile, così superficiale. Così innocente. Ecco. E' l'unica cosa che mi manca, di quella Rya ora sconosciuta: la sua innocenza. '


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :