Il lavoro è un diritto, spesso qualcuno se ne dimentica ma, ogni tanto qualcuno se ne ricorda. In Francia, ad esempio, se n’è ricordato il tribunale di Aix-en-Provence, nel sud del paese, che ha multato Ryanair per non aver rispettato diversi punti delle leggi francesi sul lavoro.
Nel 2007 la compagnia low cost irlandese aveva aperto il proprio scalo a Marsiglia senza dichiarare nulla a nessuno, niente riguardo l’attività svolta e niente al Urssaf, l’ente equivalente alla nostra Inps, per la previdenza sociale. I 127 dipendenti presenti alla base marsigliese erano inquadrati secondo il diritto del lavoro irlandese e non francese. In Francia però la legge prescrive che il codice del lavoro nazionale si applica su ogni attività, nazionale o straniera, che sia realizzata in territorio francese in modo abituale, stabile e continuato.
Contro Ryanair si è schierato l’Urssaf che raccoglie i contributi del lavoro, il collocamento, la cassa pensione e il sindacato del personale. La compagnia irlandese ha risposto alle accuse, dichiarando che lo scalo di Marignane serviva solo per una semplice manutenzione degli aerei e ha sempre evitato di comparire in tribunale, ottenendo rinvii su rinvii.
In un comunicato Ryanair ha fatto sapere che ricorrerà contro la sentenza alla Corte di Giustizia Europea, considerando il decreto francese sul lavoro “in contraddizione con le regole europee“. «Gli equipaggi – ribatte la compagnia – volavano in aerei registrati in Irlanda e sono considerati come operanti principalmente in Irlanda, non in Francia. Si tratta chiaramente di un decreto per proteggere la compagnia di bandiera, AirFrance».
Stando a quanto sentenziato dal tribunale, la compagnia irlandese avrebbe anche praticato concorrenza sleale nei confronti delle altre compagnie in quanto il tasso sugli oneri sociali a carico del datore di lavoro in Francia varia tra il 40 e il 45% mentre in Irlanda scende al 10,75%. Le altre compagnie, rispettando la legislazione francese, sarebbero automaticamente in svantaggio nei confronti di Ryanair.
In definitiva, la compagnia di Michael O’Leary dovrà pagare 200mila euro di multa oltre a 9 milioni di euro di danni ed interessi. Era stata chiesta anche la confisca dei Boeing 737 che per tre anni hanno usufruito dell’aeroporto di Marignane, ma non è stata accolta. Però la compagnia dovrà affiggere la decisione che la condanna sulle porte del terminal low cost dell’aeroporto per un mese, e farla pubblicare su quattro giornali.