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Ryse: Son of Rome – L’esordio di Marius su Steam

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 10/10/2014

Cover Ryse: Son of Rome

PC Pegi 18 TESTATO SU
PC

Genere: ,

Sviluppatore: Crytek Studios

Produttore: Deep Silver, Microsoft Game Studios

Distributore: Microsoft - Deep Silver

Lingua: Italiano

Giocatori: 2

Data di uscita: 22/11/2013

Ryse: Son of Rome – L’esordio di Marius su Steam XONEPC

EUR 49,90EUR 38,19

VISITA LA SCHEDA DI Ryse: Son of Rome

Pro-1Tecnicamente fuori parametro Contro-1Combat system ripetitivo e superficiale

Pro-2Marius ha carattere e la storia risulta ottimamente orchestrata Contro-2Dura veramente troppo poco e non si trovano spunti per rigiocarlo

Pro-3Eliminate le micro-transazioni Contro-3Alcuni requisiti hardware veramente pesanti

Lo abbiamo analizzato su Xbox One al suo lancio, abbiamo sbavato per il suo comparto tecnico e lo abbiamo odiato per la sua insufficiente fattura, Ryse: Son of Rome è finalmente disponibile su Steam nella sua esperienza completa, unendo al titolo di lancio di Xbox One una rivisitazione tecnica e i quattro DLC, tra i quali troviamo: il pacchetto Colosseo, contenente due skin del personaggio e due mappe Arena, il pacchetto Prescelti da Marte, contenente una nuova skin del personaggio, quattro mappe Arena e la modalità Sopravvivenza, il pacchetto Duello del Destino, contenente due skin del personaggio, due mappe Arena e un’altra mappa Sopravvivenza e infine il pacchetto Morituri, con tre nuove mappe Arena, due mappe Sopravvivenza e cinque mappe Arena in solitario.

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SENZA UN’ANIMA 2.0

Visto che il gioco si presenta identico alla controparte Xbox One, cioè con pochi pregi e tanti difetti, vi proponiamo un pezzo della nostra vecchia recensione (visto che il nostro parere non è assolutamente cambiato) che vi introdurrà all’universo di Ryse, aiutando chi non conosce questa IP e rinfrescando la memoria a coloro che già la conoscevano e magari hanno pure giocato la versione console del titolo Crytek. Dunque, l’interessante plot narrativo che scorta la campagna principale di Ryse: Son of Rome comincia in una Roma in totale devastazione ed un Nerone impaurito dall’imminente approdo dei Barbari alla sua corte. Nel titolo di Crytek Studios impersoneremo Marius Titus, un imponente centurione della quattordicesima legione che ha proprio il compito di scortare l’imperatore Romano nelle segrete della fortezza e proteggerlo dalla vendetta del guerriero risorto Damocle e dalla cupidigia dei Barbari. Una volta apprese le basi del gioco in un breve tutorial, arriveremo così alle famigerate segrete e da lì in poi Marius, sotto richiesta di Nerone, narrerà la sua storia (che si distacca totalmente dai fatti realmente accaduti) sin dai principi, ovvero da giovane legionario, fino alla sua gloria ed alla sua vendetta personale, conquistata con il sangue, con la sofferenza e con la forza sul campo di battaglia. Così partiremo alla volta di ricordi che legano la storia e ci permettono di balzare da un posto all’altro, mostrandoci tantissime e magnifiche ambientazioni, tutte degne di nota, che ci guideranno alla fine in circa 6/7 ore, suddivise in tantissimi script congeniali ed orchestrati con estrema maestria nei quali il canovaccio narrativo regge tranquillamente ed appassiona come un film d’autore per tutta la sua, purtroppo, breve durata. Anche se narrativamente e tecnicamente (come vedremo, NdR) stiamo parlando di un titolo che potrebbe stare tranquillamente tra i così definiti “tripla A”, purtroppo a rendere Ryse: Son of Rome un gioco poco riuscito ci pensa quella particolare formula che dovrebbe essere alla base di ogni videogame esistente, ovvero il gameplay.

Infatti, dopo aver preso in mano il pad ed aver affrontato almeno un’oretta buona di gioco, si scorgono tutti i limiti di quello che è, a conti fatti, un combat system troppo superficiale e mai approfondito nel corso dell’avventura. Di primo acchito è pure divertente, ma dopo 3/4 ore di gioco si comincia ad essere veramente sazi di combo e finishing move sì spettacolari ma molto ripetitive, così come i vari nemici che, oltre ad essere identici uno all’altro nello stile di combattimento, lo sono anche per fattezze facciali e fisiche, e questo stona altamente all’interno di una produzione che per quanto riguarda la scenografia generale è da dieci e lode. Un vero peccato, perché al contrario i pochi boss di fine quest sono tutti caratterizzati particolarmente bene ed ognuno mostra uno stile di combattimento differente ed unico, anche se come in tutto il resto del gioco basterà eseguire sempre la solita sequenza di pulsanti per aprirne le difese e sconfiggere cosi la nostra nemesi del momento. Per quanto concerne la meccanica è impossibile non notare la somiglianza del gioco Crytek con la serie Batman: Arkham. Ci troviamo di fronte ad una soluzione molto simile, purtroppo però mal approfondita, molto semplificata e pure lenta per certi versi. Insomma si schiva, si para e si attacca sempre nella solita sequenza, anche se, nella maggior parte dei casi, è possibile concatenare queste azioni in un qualsiasi ordine si desideri, cercando sempre di aprire la guardia dell’avversario, fino ad assestare il colpo di grazia, evidenziato da un teschio rosso o bianco (rosso laddove è possibile sfruttare lo scenario) sopra la testa del nemico. A quel punto ci basterà sferrare il fatidico colpo finale, premendo solamente ‘RT’, ed a quel punto partirà la spettacolare sequenza di finishing move in slow motion, nella quale saremo chiamati ad abbinare i pulsanti richiesti al colore assunto dalla povera vittima. Inoltre, se riusciremo ad inanellare una sequenza perfetta in questo “quick time event combat” avremo diritto ad un potenziamento di uno dei quattro perk prestabiliti, i quali si dividono in: salute, punti esperienza (atti a potenziare salute, potenza e sbloccare nuove finishing move), raddoppio delle monete guadagnate o aumentare l’attacco Furia (un simil Berserk già visto in altri giochi, che metterà l’intero combattimento in slow motion, scatenando la rabbia di Marius).

Le quattro abilità sono settabili direttamente dal D-pad (non giocate con la tastiera per carità) in tempo reale e dunque si è chiamati a scegliere quale abilità andare ad aumentare ancor prima di affettare un nemico ormai inerme. Tutto questo rende il gioco ancora più semplice, visto che ad ogni finishing move azzeccata, per esempio scegliendo la vita, questa si riempirà totalmente eliminando qualsiasi problema di difficoltà nel corso dell’avventura. Difficoltà ovviamente settabile in più livelli, ma anche il più arduo non ci mette mai in totale pericolo, grazie a queste skill troppo generose nei nostri confronti, così come anche i quick time event che spaccano troppo la già monotona azione di gioco. Quest’ultima viene spezzata poi da fasi di gioco alternative che si distanziano un pochino dal normale hack ‘n’ slash che ci propone Ryse: Son of Rome, ed anche se manca totalmente una sorta di componente esplorativa (difatti si corre sempre su di un binario prestabilito, tra vari script) talvolta verremo chiamati ad usufruire di balestre, lance (oltre ai soliti spada e scudo non potenziabili ed utilizzabili durante la campagna e il multigiocatore) o a marciare in postazione testuggine (300 docet, NdR) parandoci dagli arcieri ed attaccando con le lance nei momenti di ricarica. Ad aggiungersi, ma non a regalare rigiocabilità, al nostro bel corridoio ci saranno anche degli oggetti collezionabili senza senso, dato che esenti da alcuna difficoltà li troveremo tutti sul nostro percorso sempre dritto e privo di deviazioni. Tutto molto semplice e scontato a dire il vero, ma anche molto spettacolare ed evocativo; anche qui, una maggiore esplorazione avrebbe giovato a tutte queste piccole aggiunte che restano purtroppo mere derivazioni dal solito “affetta e para”.

Praticamente una Tech Demo 2.0

La longevità generale di per sé bassa, visto la rigiocabilità della campagna che rasenta lo zero, viene leggermente impreziosita dal comparto multigiocatore con round multi (2 giocatori), e round in singolo, che sono le uniche modalità disponibili. La prima è incentrata sulla cooperativa, mentre la seconda sul single-player. L’azione, questa volta, si svolge all’interno di arene spettacolari ed in continua mutazione (ricordate che questa versione PC include tutte e quattro i DLC riguardanti proprio arene e skin multigiocatore di Ryse) sia fisica sia per quanto riguarda gli obiettivi, mettendoci dinnanzi vere orde di Barbari che potremo sconfiggere usando anche i vari elementi dello scenario, come pentoloni di olio bollente o spuntoni che si alzeranno a nostro comando. A pro di una componente multigiocatore poco ricca, ma divertente se affrontata con un amico, andremo a scegliere prima di ogni combattimento una divinità da servire e ciascuna di esse, oltre ad offrire una personalizzazione sul lato estetico con elementi da acquistare tramite crediti in-game (finalmente sono state abolite le micro-transazioni), offrono diversi bonus al nostro Gladiatore. Come per la campagna in singolo, ad esempio, avremo la possibilità di recuperare più energia o di guadagnare focus, ed a differenza del single-player, dove si avanza a testa bassa, qui troveremo perlomeno una sorta di strategia, che risulta alquanto necessaria per portare a termine più sessioni possibili. Insomma, anche in tal caso troviamo una infarinatura generale che poteva essere sviluppata ed approfondita maggiormente da Crytek, mentre come in tutto il resto del gioco si respira un’aria di incompletezza e di idee abbozzate qua e là.

Arriviamo finalmente alla punta di diamante di Ryse: Son of Rome, ovvero il suo comparto tecnico. Se già su Xbox One il titolo ci aveva fatto sbavare, mostrando ovviamente alcuni limiti, su PC gira che è una meraviglia, o almeno su PC ultra pompati. Non ci sono scuse, al momento Ryse è uno dei nuovi parametri tecnici da battere e nonostante alcune scelte di design che lasciano il tempo che trovano (per esempio nemici tutti identici) Crytek è stata capace di limare i problemi tecnici della versione console e proporre un gioco ancor più impressionante di quello mostratoci un anno fa. Non solo grazie alla risoluzione 4K (per chi se la può permettere) che porta il titolo ad una risoluzione di 3840×2160 a 60 fps, ma anche grazie a limature, effetti di luce decisamente più elaborati e un livello di dettaglio, compresa una ancora più estesa profondità di campo, che ci lasciano veramente basiti dinnanzi a cotanta meraviglia tecnica. Anche i modelli di anti-aliasing inseriti aiutano sicuramente la visione, anche se abbiamo notato alcuni problemi di prestazioni dinnanzi al super-sampling, qui disponibile nella sua versione 2×2, il quale nonostante la nostra GeForce GTX 780ti, con processore i5 4670k e 16 GB di RAM non ci ha lasciato scampo sul livello prestazionale. Insomma, siamo dinnanzi al classico gioco Crytek, cioè un bruciatore seriale di GPU, ma anche una meraviglia della tecnologia moderna che saprà render grazia in tutto e per tutto alle vostre ultime spese folli per aver il PC migliore in commercio. Crytek non svilupperà certo giochi memorabili ma sul lato tecnico è da sempre una software house ineccepibile, ed il CryEngine è certamente un motore prestante, ma da solo può andare poco lontano e per non lasciare nulla al caso lo sviluppatore si è proposto con grandi scenografie (anche se ai limiti dell’interattivo) che vanno dal lugubre al magnificente con design ed ambientazioni memorabili che ricordano tantissimo il blasonato film 300 o, per restare in tema, Il Gladiatore. Il tutto riposto con una cura nel dettaglio veramente notevole, con animazioni fluide e credibili, senza contare una mimica facciale verosimile ed impressionante. Abbiamo dalla nostra praticamente solo elogi per il comparto tecnico/grafico di Ryse: Son of Rome, titolo che in realtà assomiglia più ad una tech demo che ad un videogame. Non è stato risparmiato niente anche per quanto riguarda il comparto sonoro, con pezzi sempre azzeccatissimi per ogni occasione e con un grandissimo doppiaggio completamente in Italiano, sempre in sincrono perfetto e con doppiatori veramente bravi, che non stenterete a riconoscere.

Ryse: Son of Rome – L’esordio di Marius su Steam IN CONCLUSIONE
Come avevamo detto un anno fa, Ryse: Son of Rome è una spudorata tech demo che riporta alla memoria il meraviglioso Impero Romano, che potrete mostrare orgogliosamente ai vostri amici esaltando così le qualità della vostra macchina da gaming, magari pure ad una risoluzione di 4K. Il titolo sul lato del gameplay, lo sappiamo, è mediocre e incompleto sotto molti altri aspetti, mentre per quanto riguarda storyline e comparto tecnico, soprattutto il secondo, siamo dinnanzi ad una vera chicca del mondo odierno. Il consiglio è quello di non lasciarvelo scappare (magari non prendetelo a prezzo pieno) se avete GPU non sfruttate dalle recenti uscite, altrimenti passate, perché oltre al quadro in movimento questa vecchia Roma non ha praticamente niente per cui valga la pena spendere tempo. ZVOTO 6.5

bruciatore seriale di GPU COSA SIGNIFICA PER NOI QUESTO VOTO? SCOPRILO LEGGENDO I NOSTRI CRITERI DI VALUTAZIONE!!!

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