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Ho tentato invano una mediazione con quello che, tra il gruppo, mi sembrava il cane più ragionevole. Mi ha ignorato. Giustamente. L'avrei fatto anche io, temo. Lascio una scia di sangue nella neve vergine. Mi manca il fuoco. Mi manca un amico appena ritrovato. La saliva è solida, potrei scolpirla. La paura è la solita. Non so cosa darei per avere un pò di Rum, anche di quarta segata. Perfino un tantino evaporato, lo apprezzerei.
Sanguino, ma non ci credo. La pianura. Non l'ho mai vista come la vedo ora, pericolosa e bella.
"Anch'io sono stordito dal biancore,
anch'io stupisco di quest'aria nuova:
nella vecchia città palpita adesso
un che di fresco, come di boschivo."²
Bruciano le ferite provocate dalle fauci delle bestiacce e questo è il momento in cui più mi manca il vecchio mondo, ciò che ho lasciato nella città, ciò da cui sono scappato. Buffo pensare che, tutto ciò che ritenni seccante, ora mi sarebbe d'aiuto, mi garantirebbe ossigeno nelle vene. Apnea. Ossigeno. Apnea. Ossigeno.
La stagione del silenzio manda i suoi primi messaggi e arriverà, arrogante e inevitabile.
"Nel freddo mattino il sole velato
sta come una colonna di fuoco nel fumo.
Anch'io, come su una brutta fotografia,
sono da lui del tutto indistinguibile."³
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Note al testo:
¹ 'Lo scontro' - musica di Virago (Fabio Roversi)
² Tratto da 'La prima neve' di Boris Sluckij.
³ Boris Pasternak
By in Le cronache Anviliane [ Seconda Serie ] on .