Ormai è il mio must quanto a recensioni: old school death metal, un pozzo senza fondo. I Sabbatory vengono da Winnipeg, Canada, con il loro primo disco (due anni fa c’era stato un demo). Già dalla copertina ci vengono date le coordinate musicali del gruppo, dato che è quasi una “cover” di Resurrection Absurd dei Morgoth: un amore, quello per il gruppo tedesco, che viene confermato anche da una maglia indossata da uno dei Sabbatory nella foto promozionale che accompagna il disco. Credo che i Morgoth siano stati la prima produzione estrema della Century Media (Resurrection Absurd è del 1989): si tratta di una band che non hai mai avuto un culto esteso come altri nomi di quegli anni, forse anche perché dopo Odium del 1993 ha letteralmente cambiato genere. Comunque, i Sabbatory amano evidentemente molto Cursed dei Morgoth (l’album del 1991, che considero un capolavoro): glissano sulle parti lente e cupe per mantenere una certa dinamicità, poi inseriscono qua e là anche sfuriate iperveloci, parti d-beat e citazioni dei Celtic Frost. Si potrebbero citare anche i Death del periodo fra Leprosy e Spiritual Healing, anche se su questo disco tutto è molto più lineare. Voce non indimenticabile, ma che svolge il suo mestiere.
Piacevoli, ma devono trovare ancora una fisionomia riconoscibile. Voto: fanno del loro meglio per farsi notare nella piazza affollatissima, non so se l’operazione andrà in porto…
Tracklist
01. Being, Thy Eternal Perplexor
02. Hypnotic Regression
03. Corrosive Decay
04. Infantasy
05. Endless Asphyxiating Gloom
06. The End Of A Pessimistic Voyage
07. Orbiting Obscuron