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Sabbie del deserto ed esotismo vittoriano: "Ziska, la strega delle piramidi" di Marie Corelli

Creato il 12 luglio 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
Care lettrici e lettori, 
è arrivata l'estate e con lei, il caldo afoso e la voglia di leggere sotto l'ombrellone o al fresco, magari su un'amaca. Per provare dei brividi di inquietudine e fascino del mistero che si mescolino con il caldo afoso, vi suggerisco la lettura di Ziska, la strega delle piramidi, di Marie Corelli edito da Castelvecchi. Un romanzo vittoriano, scorrevole e ben costruito che vi regalerà emozioni e il piacere di una lettura d'antan.

Trama: Armand Gervase ha tutto ciò che si può desiderare dalla vita: fama, successo, donne, denaro e, come artista, può senz’altro dirsi realizzato visto che le sue opere sono esposte dalle più importanti gallerie del mondo. Il suo quadro più famoso raffigura un’affascinante donna dell’antico Egitto su uno sfondo ricco di precisi particolari storici anche se Gervase non ha nessuna conoscenza del passato egiziano: come ha potuto dipingere un simile ritratto? L’artista, prigioniero delle spire di una vita lussuriosa e decadente, non sembra porsi il problema. Almeno finché, al Cairo, non incontra la misteriosa principessa Ziska, una donna di straordinaria bellezza in grado di ammaliare chi l’ascolta con storie – come quella, tragica, degli amanti Araxes e Charmazel – provenienti dal millenario regno dei faraoni. Catturato dal fascino di Ziska, Gervase sarà presto costretto a fare i conti con un fatto soprannaturale: la principessa è identica alla donna del suo famoso quadro e, nella sua stessa immaginazione, il ricordo di Ziska sembra essere animato da memorie che affondano le loro radici nella notte dei tempi. Ciò che appare come inspiegabile, allora, si colorerà di inquietudine profonda in una storia dove il sapiente intreccio dei temi della seduzione, della reincarnazione e della vendetta spiegano lo straordinario successo di Ziska. La strega delle piramidi nel periodo vittoriano. 
RECENSIONE Ziska è bella, sensuale, provocante. Ziska è misteriosa e forte, una dominatrice dei cuori maschili, invidiata dalle perbeniste e dalle donne occidentali che decidono si svernare al caldo de Il Cairo, abbandonando le dimore avite immerse nelle brume inglesi per immergersi nel calore esotico della sabbia del deserto. 
La Corelli apre il romanzo con una breve digressione sul costume tutto occidentale (e, a dirla tutta, nemmeno tanto cambiato) di criticare i costumi sociali delle popolazioni lontane dalla propria forma mentis classificandoli come arretrati o primitivi. Dopo un'aspra critica, inizia a narrare della bella principessa Ziska, la cui vita è avvolta nel mistero e che suscita domande e passioni inconfessabili tra le mura degli hotel presso cui soggiornano gli occidentali. Tra questi troviamo Armand Gervase, un pittore francese famoso per la le sue tele e a sua vita Bohemien, in cui l'unico credo è non avere nessun credo, nessuna fede. Il pittore ritrova al Cairo i Murray, fratello e sorella: Denzil è invaghito di Ziska, mentre Helen è ancora legata all'amore per il bel francese. Assieme a loro, il dottor Dean, appassionato di scienze occulte e di antichità egiziane.
A sparigliare le carte, arriva l'innamoramento improvviso del pittore per la bella Ziska. La donna è la regina della season cairota, e non esita a mostrarsi come un'antica egiziana, danzando seminuda per i suoi ospiti come una etera della corte dei faraoni. La passione violenta, primordiale, quasi animalesca che si impossessa di Armand è inspiegabile: non ha mai amato, né ha avuto intenzione di legarsi eppure quella donna esercita su di lui una forza d'attrazione quasi soprannaturale. Lui ha la sensazione che quella donna così sensuale e sfuggente gli appartenga e non può nemmeno immaginare che qualcuno osi portargliela via, fosse anche il suo caro amico Denzil Murray, totalmente distrutto da una passione impossibile per la strana donna.
A questo passo a due si mescola l'anziano dottor Dean. Il nome di Ziska, ricorda molto quello di una splendida danzatrice, Ziska Charmazael, amante di un potente guerriero al servizio dei faraoni, Arasse. La situazione diviene ancor più complessa nel momento in cui la donna, nel corso di una festa, mostra agli astanti un bassorilievo in cui compare il viso della splendida ballerina e del suo amante Arasse, uomo follemente geloso che arrivò ad ucciderla pur di non cederla a nessuno. Gervase è ormai preda di un fuoco perverso che non gli lascia scampo, preso in una spirale di antichi misteri e ricordi sepolti, e non si avvede che per lui il destino sta tendendo una trappola mortale. Solo il dottor Dean sembra aver intuito la terribile verità che è nascosta in quella passione, ma non può rivelarla a nessuno perché troppo incredibile da comprendere...
Libro piacevole, come accennavo nell'introduzione. A differenza di Vendetta! della medesima autrice, dove più forti erano le finalità didascaliche e la spettacolarizzazione quasi caricaturale dell'ambiente in cui si svolge l'azione, in questo romanzo la Corelli lascia la mano libera alla fantasia, crea personaggi variegati e insieme perfettamente rispondenti al clichè del pittore maledetto e della femme fatale.


In questo rapporto inserisce la tematica soprannaturale ossia quella della reincarnazione, il cercarsi di due anime che si sfuggono attraverso i secoli, divise da amore e vendetta, ma legate indissolubilmente. Un romanzo a tinte forti, carico di mistero e fascino dell'occulto, tipiche fascinazioni cui era sensibile il pubblico vittoriano. 
Lo stile è scorrevolissimo e sorprendentemente attuale, merito forse di una traduzione che ha aggiornato il registro linguistico rendendo il volume più vicino alla sensibilità di un lettore moderno e smaliziato. L'ambientazione è "calda". Letteralmente, e non solo per la descrizione della temperatura o per il ritmo piacevole della narrazione, ma anche per il sapiente uso delle descrizioni che hanno un taglio piacevole ed agile, oltre che per il colore. E' dal colore che noi intuiamo il "calore", che percepiamo il disorientamento di Gervase nelle strade del Cairo invase da mercanti e sabbia; è dalle tinte cupe del ritratto fatto alla bella principessa che il lettore inizia a comprendere il mistero che alberga nella donna. 
I personaggi secondari sono appena tratteggiati e non hanno una forte icasticità: rappresentano delle figure funzionali alla narrazione e quest'aspetto è decisamente marcato, specie nel caso dei fratelli Murray. Altri, invece, rappresentano i comportamenti negativi tenuti dagli Inglesi che invadevano le città del Mediterraneo con i loro abiti e la pretesa di importare codici comportamentali perfetti per la Gran Bretagna ma poco praticabili in una metropoli africana. Un libro estivo, perfetto per rilassarsi e provare emozioni retrò, che sanno di film in bianco e nero, atmosfere vittoriane ed esotiche ambientazioni senza tempo.
L'AUTRICE: 
Marie Corelli è il nome d’arte di Mary Mackay. Nacque a Londra il primo maggio del 1855, figlia illegittima del poeta scozzese Charles Mackay e della sua governante. Cresciuta tra Londra e Parigi, iniziò la carriera artistica come musicista assumendo lo pseudonimo di Marie Corelli e sostenendo di essere figlia di un conte italiano. Il suo primo libro, L’idillio dei due mondi, è del 1886, a cui, soltanto per citare i più famosi, fecero seguito i best seller Vendetta! (1886), Thelma (1887), Wormwood (1890), The Sorrow of Satan (1895), Temporal Power (1902), God’s Good Man (1904), Holy Orders (1908), Innocent (1914), The young Diana (1914) – tutti, a partire dal 1915, più volte adattati per il grande schermo – e Ziska. La strega delle piramidi (1897), tradotto per la prima volta da Castelvecchi. Figura popolare ed eccentrica (aspramente criticata per la sua scelta di vivere con una donna, era solita solcare le acque del fiume Avon su una gondola comprata a Venezia), è nota per i suoi interessi nei campi dell’esoterismo e dell’egittologia, ma anche per l’energia con la quale si oppose alla demolizione delle antiche case di Stratford-upon-Avon, il paese che diede i natali a William Shakespeare e in cui lei morì il 21 aprile del 1924. Osannata da folle di lettori, fu la scrittrice preferita della regina Vittoria e di Winston Churchill

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