L’altra notte ho avuto un incubo: dopo essermi faticosamente liberato di Mangiafuoco, incontro per strada il gatto e la volpe. Questi mi accompagnano al Campo dei Miracoli, ma accanto al prato sono ammassati centinaia di pannelli solari. La volpe mi guarda con aria di sfida e mi dice: “stima quanta superficie del parco della SISSA dovremmo coprire con pannelli solari, per soddisfare il fabbisogno energetico della scuola”. Disorientato, mi guardo meglio attorno. Non siamo al Campo dei Miracoli, ma nel giardino della SISSA.
Fare una stima senza Internet e senza calcolatrice, nel pieno della notte, non sembra una cosa semplice. Ma si tratta di una stima eco-sostenibile. Quindi, come dire di no? La prima cosa da fare è prendere le misure: se avessi un computer a portata di mano potrei sfruttare il righello e la visuale satellitare di google maps, ma vista la situazione mi accontento di misurare a passi.
Un momento: sul tetto di casa mia ci sono i pannelli solari. Gli inquilini sono 5, l’area totale degli appartamenti è 220 m2 e i pannelli sul tetto sono 20 moduli da un metro quadrato l’uno. Questo mi porterebbe a concludere che sono necessari 4 m2 di pannelli a testa, o un metro quadrato di pannelli ogni 11 m2 di abitazione.
Facciamo qualche brutale proporzione. Se con “SISSA” intendiamo tutto il complesso di edifici, allora la superficie arriva anche a 25000 m2. Questo corrisponderebbe a un fabbisogno di 2000 m2 di pannelli, o poco più.
Se invece ragioniamo in termini di persone, avremmo bisogno di 2800 m2 di pannelli, visto che possiamo stimare in circa 700 gli inquilini della SISSA (ci sono circa 80 persone per ogni piano, più tutti i dipendenti dislocati negli altri edifici).
Così sarebbe troppo facile: bisogna tener conto che il fabbisogno domestico di energia non corrisponde a quello sul luogo di lavoro. Ho letto qualche tempo fa che l’energia consumata a casa è il 15% di quella complessiva, mentre sul luogo di lavoro se ne adopera fino al 70% del totale, cioè quattro volte e mezzo la quantità consumata tra le mura domestiche. Questo porta a correggere la mia stima in circa 10000 m2 o 12000 m2 di pannelli fotovoltaici, a seconda che ci si basi sul numero di persone o sulle dimensioni dell’edificio.
La mia stima notturna si è conclusa lì. Sarebbe stato bello dormire ancora un po’ e finire il calcolo con calma, ma la sveglia suona sempre troppo presto.
Ormai però la sfida è lanciata, e non ci si può sottrarre. Per prima cosa dovremmo valutare quanta energia produce un metro quadrato di pannello solare. Il sole allo zenit fa arrivare sull’atmosfera terrestre circa 1350 W/m2, che diventano 1000 W/m2 sulla superficie terrestre a causa dell’effetto-filtro dell’atmosfera. Tenendo conto dell’alternanza giorno/notte e del ciclo delle stagioni, la potenza media è solo un decimo del valore massimo, cioè 100 W/m2. L’efficienza dei pannelli solari è circa del 15%, quindi ci aspettiamo una potenza media emessa di 15 W/m2, cioè una energia di 130 kWh all’anno per ogni metro quadrato.
Cercando conferme in rete, si trova che un impianto da 8 m2, installato in una regione del nord Italia, fornisce una energia compresa tra i 1100 e i 1300 kWh all’anno. Questo corrisponde a 150 kWh all’anno per ogni metro quadrato.
Ecco qui, ora rimane solo da valutare quanto consuma la SISSA. Pare che l’italiano medio consumi circa 5000 kWh all’anno, mentre in Friuli Venezia Giulia e in tutto il nord Italia i consumi sono un po’ più alti. Con una piccola estrapolazione dai grafici dell’andamento storico presenti in rete si ricava 8000 kWh all’anno. Incrociando i dati di un paio di fonti, si ricava che l’energia consumata sul luogo di lavoro è circa il 70% di quella totale, ovvero 5600 kWh all’anno pro capite, per un totale di circa 4 106 kWh all’anno.
L’istinto dell’aspirante giornalista mi suggerisce di non fidarmi e cercare una doppia conferma, prima di procedere oltre. 700 persone alla SISSA significano grossomodo 700 computer accesi. Ogni computer consuma circa 150 W e rimane acceso 12 ore al giorno, per un totale di quasi 5 105 kWh all’anno. Quattro ascensori da almeno 1500W ciascuno, funzionanti per metà giornata, contribuiscono con 3 104 kWh. Poi c’è l’impianto di illuminazione, con più di un migliaio di lampade da 70 W accese parecchie ore ogni giorno, per le quali stimiamo un contributo di 5 105 kWh all’anno. E un apporto ancora più importante è dato dal sistema di condizionamento, che pare possa consumare fino a 700 W a persona, per un totale di 2 106 kWh all’anno. Se si sommano tutti questi contributi, si arriva a poco più di 3 106 kWh all’anno. Non sono stati considerati i videoproiettori, la cucina, le fotocopiatrici, le stampanti, e un lunghissimo elenco di altri dispositivi elettrici.
Ammettendo che il consumo complessivo della SISSA sia quindi di 4 106 kWh all’anno, avremmo bisogno di circa 30000 moduli fotovoltaici di un metro quadro. Il triplo di quanto avevo ottenuto con la rapida proporzione con l’impianto di casa mia. Gli impianti domestici, dimenticavo, sono sempre progettati in modo da fornire una quantità di energia inferiore al reale fabbisogno dell’edificio.
Quantificare trentamila metri quadrati non è banale: tanto per fare un confronto, il giardino costruito sopra il parcheggio ha un’estensione di circa diecimila metri quadri. Quindi servirebbero tre giardini della SISSA, o 4 campi da calcio, o un quadrato di lato 170 m.
Sicuramente sacrificando parte del parco si potrebbe raggiungere un’estensione di pannelli sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico della SISSA. Poi resterebbe da valutare se sia una buona idea sacrificare alberi per installare pannelli fotovoltaici.
Chissà perché il gatto e la volpe del mio sogno erano così interessati all’argomento. Evidentemente, nel ventunesimo secolo, anziché focalizzarsi sugli alberi degli zecchini si punta sull’energia solare.
Crediti immagine: (1) http://erepublik24ore.blogspot.it/2010/08/gestione-strategica.html (2) http://www.sissa.it/about/facilities/the-park