Popolo strano e misterioso, nevvero? Altro che ,anche pacchiano talora.
Ultimamente il nostro cinema - da me sempre molto amato e seguito- sta vincendo diversi premi e riconoscimenti importanti. L' oscar, cannes, e anche il festival di Venezia. Con questa opera
Un documentario, genere che io amo assai e che negli ultimi tempi ha dimostrato di saper essere una parte importante dell'industria cinematografica, ambientato a Roma , anzi sul e nel Grande Raccordo Anulare, quasi un mondo a sé stante ,separato dalla Urbe e dal resto d'Italia.
Gianfranco Rosi è uno stimatissimo autore di documentari e questa volta ci mostra un'umanità marginale,quasi fuori da ogni tempo. Tra esistenze emarginate, colpite e affondate, a un passo o anche oltre della miseria. E altre anche di radici nobili,ma sempre nel segno di una emarginazione, di esser altro e oltre rispetto al mondo. E poi c'è lo squallore: le ragazze che ballano, vestite come fossero delle pornostars di film scadenti, sul bancone di un bar di periferia. Poca gente e nemmeno una "checca che fa il tifo" ( cit. Lucio Dalla), le prostitute, la lavorazione di un fotoromanzo e le speranze,sogni, illusioni di chi ha vissuto alla periferia dell'Impero dello Spettacolo.
Film incompiuto, imperfetto,che proprio in questo trova la sua forza e interesse. Nella sua galleria frammentaria di esistenze apparentemente lisce - ( cit e. ruggeri), di vite quasi piccole e futili, con il peso di esistenze reali, di storie e vissuti non immaginati e immaginari. La malinconia del quotidiano, di dialoghi banali, del pescatore che legge il giornale cercando il dialogo con la moglie,ma riceve solo il silenzio.
La lotta solitaria del salvatore delle palme contro i parassiti che ne causano la morte, il ragazzo della croce rossa e la tenerezza del rapporto con la madre malata, sono frammenti,immagini ,brandelli di vita e dialoghi.
Che io ho amato assai.
Perché questa umanità sia quando è allo sbando, sia quando vive dignitosamente la sua condizione, o quando ostenta una certa nobiltà, è ammirevole. Non è facile vivere certe situazioni,anche l'inerzia di un nuovo giorno è tanto, e in questi personaggi vi noto una certa dignità. Sempre. Anche quando cadono a pezzi, hanno il viso segnato.
Forse il leone d'oro è troppo, non so. Non rammento gli altri titoli,ma certamente è un film importante,con immagini suggestive, grande capacità di mettere in immagini il "tutto tutto niente niente" ( cit a. albanese), che compone grandissima parte della nostra esistenza
Roma come sempre è bellissima. Paradiso e inferno,delizia e croce, grande e profondo amore mio.