Salatini da aperitivo al Philadelphia

Da Pamirilla
        L’aria è così calda che arrostisce i pensieri. Ho lasciato il mercato in fretta prima di liquefarmi al suolo e, naturalmente, ho dimenticato di comprare un paio di cose che mi sarebbero servite per il dolce che devo fare.
L’aria bollente mi secca il respiro e annebbia la vista. Mi deprime.
In casa resto con le finestre tappate, un sacrificio sovrumano, ma almeno riesco a mantenere un clima temperato.
Così offusco la montagna, gli alberi e zittisco il fiume…….un sacrificio insostenibile.
Mi prende il nervoso ed esco. Vado al fiume.
Ve lo ricorderete che io e Lui abbiamo un rapporto speciale e ci piace fare conversazione.
Dietro il paese c’è un’ansa nascosta, Lui arriva dritto giù dalla montagna ed in quel punto si balocca con i massi e qualche cascatella. È una bolla di pace e di fresco. Oggi lo trovo un po’ depresso pure lui, il caldo e l’assenza di piogge lo stanno provando tanto quanto me. Lo trovo dimagrito e lento, sporco di foglie e polvere che l’acqua stanca non riesce a trascinare via.
Mi siedo e sbuffo, Lui sbuffa e mi sorride. È più saggio e più paziente di me.
Anche se stanco non ha perso il buon umore e questo mi rinfranca, insieme al fresco dell’ombra ed il gorgoglio della sua voce. Non starò ad inseguire inutili turbamenti e parliamo solo di fantasie.
Ho in mente un dolce e devo finire di inventarlo, ho pensato e ripensato ad una soluzione dietro l’altra. So cosa voglio raggiungere ma, come succede spesso, non sono sicura di come arrivarci. Come succede quasi sempre i percorsi più tortuosi si riveleranno pieni di accidenti ed inutili complicazioni e l’idea geniale si sarà nascosta nel caso, dentro la piega di un pensiero scartato. Perciò bisognerà cercare con le mani e con l’istinto. Così pensa anche Lui, poco incline a matita e taccuino.
Mi vengono in mente il milione di cose che non so e che non so fare e tutte quelle che non ho ancora sperimentato e mi viene da piangere davanti a quest’abisso.
Il fiume si attorciglia in un guizzo intorno al masso più largo e mi ricorda di tutte le cose che so, quelle che ho imparato nel tempo e negli anni, quelle che so fare, che sono dentro di me e nelle mie mani e che sapranno guidarmi oltre qualunque abisso.
“Pazienza” mi dice “Pazienza….”

Oggi ho incontrato un grande pasticcere, un bellissimo signore che potrebbe essere uscito da un sogno invece è vero. E mi ha detto che la conoscenza è esperienza.
Per questo ci vogliono tempo e pazienza, come dico sempre.
Me lo dico sempre per convincermene e per ricordarmelo ma sempre faccio fatica e tenere a bada la mia inquietudine e la mia fretta e la voglia di andare, andare, andare. E soffro al semaforo rosso, soffro il caldo e l’impazienza.
Il fiume mi ricorda che più grande è il tesoro più lunga è la ricerca.
Ed io continuo il mio mantra “tempo e pazienza….tempo e pazienza……tempo…….”
Ma se mi facessi un bagno?      

Ormai è tardi per tornare a fare la spesa perciò metto in programma di alzarmi presto, domani mattina. Così farò la spesa ed il dolce….magari cambio ricetta, ora che mi viene in mente un’opzione più fresca me la segno al volo.
E gioco un po’.
Mi incuriosì, tempo fa, l’idea di una “sfoglia finta” e veloce. Troverete molti riferimenti in rete e non vorrei far torto a nessuno perciò cito solo la fonte cui ho fatto riferimento diretto e cioè il blog di Adriano.
Mi incuriosì, ma la snobbai, preferendo comunque quella “vera”.
Poi Cristina pubblicò questi biscottini al Philadelphia e mi venne spontaneo ripensare a quella sfoglia finta che pure sostituiva parte del burro con Philadelphia benchè l’uovo, in quest’ultima ricetta, cambia totalmente le carte in tavola.
Ho visto spesso in rete riproporre sia la finta sfoglia che biscottini al Philadelphia simili a quelli proposti da Cristina e mi è rimasta una certa curiosità.
Lo scetticismo può poco contro la voglia di metterci il naso e così provo….per giocare…….pensando un mix tra le due ricette.

Le ricette originali le trovate nei link sopra citati.

Le ricette, come detto, si somigliano ma quella di Cristina prevede meno burro ed in più c’è l’uovo quindi, penso, l’impasto dovrebbe essere più gustoso e rotondo di gusto ma pesante nella consistenza. Perché non sfruttare l’umidità del formaggio ed il sistema delle pieghe per farlo crescere?
Che idee geniali che mi vengono, anche con il caldo!!

Ingredienti:

150g di Philadelphia
60g di burro
1 tuorlo
180g di farina
Sale
Pepe

Più, aggiungo io, un poco di tuorlo, semi di papavero e semi di sesamo per decorare.

Impasto burro, Philadelphia ed il tuorlo nel quale ho sciolto il sale ed aggiunto un pizzico di pepe. Poi amalgamo la farina ed impasto velocemente per ottenere un panetto omogeneo. Faccio riprendere l’impasto in frigorifero e poi procedo con le pieghe. Stendo la pasta in un rettangolo lungo e lo ripiego in tre. Giro a 90° e ripeto l’operazione per due volte. Tre giri da tre in tutto.
Quindi ritaglio i salatini con un taglia biscotti, pennello con poco tuorlo sciolto con acqua e decoro con i semini.
La differenza tra il salatino ottenuto con le pieghe (a destra) e quello senza lo potete vedere dalla foto.

   si vede, eh?


Ecco qua, rapidi e sfiziosi, pronti per l’aperitivo. Che mi sono decisamente meritata.
È giusto l’ora: il sole non frigge più e ho spalancato le finestre su montagna, alberi e fiume. Una leggera brezza muove le fronde ed io mi bevo una bibita ghiacciata smangiucchiando salatini.
Paziente e serena?……beh………non si può chiedere troppo alla mia natura………..diciamo ragionevolmente placata!

P.S.: Del pasticcere che ho incontrato vi racconterò presto, volete conoscere la sua storia?


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