Non è possibile pensare di pianificare una vacanza nel sud Italia senza prendere in considerazione l’idea di visitare il Salento.
Per comprendere la porzione geografica di quest’area ci si immagini una linea di demarcazione che attraversa la Puglia orizzontalmente, che parte da Egnazia sull’Adriatico e termina a Taranto sullo Jonio. Tutto il territorio al di sotto di quella linea è Salento.
C'e' poi un'altro Salento; quello riconosciuto a livello turistico ed ora anche locale che lo individua nella porzione di territorio a sud di Lecce, capoluogo incluso.
La provincia di Brindisi è ubicata tra due sistemi turistici ben conosciuti: la valle d'Itria e, appunto, il Salento. Ed anche la città di Brindisi rivendica il suo ruolo di appartenenza al Salento inteso come brand turistico.
Un brand che è riconosciuto a livello internazionale, sul quale tanti sforzi sono stati compiuti negli anni e tante risorse pubbliche sono state spese. Riuscire a creare un sistema coeso tra tutti i territori che fanno parte del Salento può portare vantaggi alle località meno conosciute ed ai territori che registrano presenze che fanno schizzare in alto il gap turistico della Puglia rispetto al resto d'Italia.
Credo che come in qualunque azienda sana ed in salute, si debbano cogliere le opportunità che un’economia di scala può portare. Economie finanziarie, ma anche di risorse umane.
Penso alle possibili e auspicabili azioni di marketing congiunte. Ai tanti quattrini che ancora si spendono per pubblicizzare i territori in giro per le fiere del mondo senza riuscire a fornire un’identità di territorio e quindi di offerta.
Nonostante le incredibili presenze turistiche in Puglia, e nel Salento in particolare, ritengo che gli enti e le istituzioni locali debbano molto lavorare sulla strategia di marketing. I turisti (per lo più italiani) continuano a scegliere la Puglia grazie alla bellezza del territorio, ad un buon sistema aeroportuale collegato con il mondo e con molte compagnie low cost (Ryanair in primis), per le tradizioni, la varietà dell’offerta (dalle masserie lussuose e campi da golf ai bed & breakfast) e le forme differenziate di turismo (mare, eno-gastronomia, natura, beni monumentali, accoglienza).
Ma è una Puglia che si offre ancora in maniera frammentata e non riesce a vendersi con l’importante brand “Puglia”. La regione ha un ruolo determinante sotto questo punto di vista e mi auguro che il nuovo strumento regionale di governance turistica, con la nuova agenzia regionale del turismo che in qualche modo sostituirà le A.P.T., si riveli una scelta efficace.
Si dovrebbe ottenere così un forte prodotto “Puglia” che sostenga i sopracitati sistemi turistici. L’azione di coordinamento non si potrà limitare ad una interferenza politica e di distribuzione di risorse secondo logiche non sempre accettate e condivise; dovrà impegnarsi, ad esempio, a creare un calendario unico degli eventi che eviterà la concomitanza di importanti spettacoli nello stesso giorno in differenti località, creando una sorta di “competizione” tra i comuni, cosa che sicuramente si allontana dall’idea di “sistema”.
La creazione di un unico importante calendario potrà concentrare anche le tante risorse spese ogni anno dai singoli comuni. Un calendario stagionale che dovrebbe essere venduto nel mondo attraverso i canali di promozione ai quali solo la Regione può accedere.
È altresì ovvio che le azioni di marketing debbano convergere su un sistema di identità visiva concentrato su un’offerta turistico-culturale strutturata e organizzata attorno ai percorsi ed ai servizi connessi dei singoli territori.
L’identità del Salento sarà quella di un territorio che comprenderà anche la città di Brindisi, la porta del Salento. La città ospita infatti gli accessi infrastrutturali per il Salento: l’aeroporto come il porto. Quet’ultimo ha l’ambizione di diventare un porto con una valenza non solo industriale ma anche turistica. Il porto interno potrà essere l’approdo di riferimento per tutto il Salento ed è ubicato, come la città, in una posizione strategica e baricentrica rispetto al Salento e alla Valle d’Itria.