“Salerno-Reggio Calabria: ritardi, appalti, ‘ndrangheta”, l’audioinchiesta di FaiNotizia.it

Creato il 15 maggio 2012 da Wally26

Da: Fainotizia.it

Trecentosettemilioni di euro. E’ la cifra che dovremo pagare al consorzio formato da Impregilo e Condotte. Si tratta di una lunga controversia con lo Stato terminata lo scorso dicembre a favore delle imprese. Le aziende lamentavano tutta una serie di costi aggiuntivi sostenuti nel tratto terminale della strada calabrese, tra cui le spese dell’antimafia. “Non è un risarcimento”, spiega a FaiNotizia.it Piero Ciucci, amministratore unico di Anas. “Si tratta di riconoscere alle imprese del consorzio maggiori costi e maggiori tempi che non sono attribuibili a loro responsabilità. Ovvero importi che aumentano i costi dell’opera. La Calabria ha subito tentativi di infiltrazione criminale, in particolare nel quinto e sesto macrolotto. Lì dove ha determinato un allungarsi dei tempi, anche il protocollo antimafia ha contribuito nella definizione del corrispettivo”. Quindi la collettività sopporta non solo i costi della mafia (attentati, estorsioni, materiali di qualità inferiore) ma anche quelli delle attività antimafia, che però non hanno frenato lo strapotere dei clan sui lavori dell’autostrada.

La ‘ndrangheta
Il rapporto Confesercenti lo ha definito “il corpo di reato più grande d’Italia”. Per ogni macrolotto è aperta un’indagine giudiziaria. La spartizione del territorio è stata scientifica. Nel ’99, in una riunione a Rosarno, i rappresentanti delle ‘ndrine decisero il pagamento della “tassa ambientale”, cioè la tangente pari al 3% su ogni capitolato. Imposero “ditte amiche”. Determinarono la posa in opera di materiale in quantitativo inferiore a quello necessario. Un vero sistema, con qualche piccola crepa. Per esempio, gli ingegneri che hanno deciso di non trattare con i clan. Oppure le ditte non gradite alla ‘ndrangheta. Li hanno cacciati subito, gli uni e gli altri. L’imprenditore calabrese Gaetano Saffioti aveva lanciato una provocazione: fatemi costruire un metro di A3, anche gratis. Lavoro in tutta Europa ma non a casa mia. All’inizio nessuna risposta, oggi la situazione è un po’ cambiata. “Qualche impresa ci noleggia delle macchine”, rivela a FaiNotizia.it. Dal 2002 vive sotto scorta. Ha denunciato quello che tutti sanno: nessuno lavora senza il volere della ‘ndrangheta. “Il territorio è contaminato”, spiega. “La mia scelta – a livello economico – è un suicidio. Quello che ho guadagnato è la sensazione di essere un uomo libero”, nonostante una situazione da incubo. Ha provato a lavorare nel Nord Italia e l’hanno raggiunto. E’ andato in Francia e Spagna. Anche lì sono arrivati.

Il ritardo
I maggiori corrieri nazionali hanno inserito la Calabria nella stessa fascia di prezzo di Sicilia e Sardegna: “E’ troppo difficile da raggiungere a causa delle infrastrutture autostradali. Di fatto è un incubo”, ci spiega Renato Carrara, presidente dell’associazione nazionale corrieri che raggruppa i maggiori operatori del settore (Fedex, SDA, TNT, UPS, DHL). Un operatore dei trasporti locali racconta che ogni giorno i suoi autisti telefonano ad Anas per conoscere quali tratti sono aperti e quali chiusi: “Ma non possiamo chiamare 365 giorni all’anno”. “I lavori saranno completati nel 2013”: il Parlamento ha accolto questo annuncio con una risata. Quando c’era il governo Amato, Nerio Nesi disse che avrebbero terminato tutto in cinque anni. Il ministro di Berlusconi – Pietro Lunardi – era più ottimista: finiremo in quattro anni. Poi nel 2001 dissero: sarà pronta nel 2005; nel 2002; termineremo nel 2006; nel 2005: finiremo nel 2009. I costi sono valutati in circa 7 miliardi e mezzo. Nonostante la generale sfiducia, Anas ribadisce che l’anno prossimo i lavori saranno sostanzialmente terminati. Mentre l’amministratore Piero Ciucci precisa che la data effettiva dei lavori risale a 10 anni fa, con la “Legge obiettivo”.


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