Salire sulla Cupola di San Pietro: un'esperienza (quasi) mistica

Creato il 04 dicembre 2012 da Sommobuta @sommobuta
…che tipo, per arrivare fin là sopra ho perso centosettantachilogrammi (che non sarebbe male, per caritàdiddio).
Ma andiamo con ordine.
Domenica ho accompagnato Deborah a Roma. Doveva fare un esame importante di abilitazione di Giapponese. In soldoni, avevo 3-4 ore buone da spendere nella capitale.
L’idea è stata quella di andare a San Pietro e godermi come si deve la Basilica.
C’ero già stato, eh.
Ricordo quando mi ci portò mio nonno per la prima volta, ci sedemmo sotto il colonnato a mangiare la “classica” frittata di maccheroni. Andai di nuovo con la scuola, alle medie (e in quell’occasione visitammo anche i Musei Vaticani - con Cappella Sistina appena restaurata -), e con Daniele e il buon Raffone nel 2006 (visita che mi costò la “cacciata” dalla Sistina – storia lunga e divertente -).
Domenica però ho avuto l’occasione di visitare bene e a lungo tutto il complesso.
Tralasciando la fila lunga sei miliardi di persone per oltrepassare i metal detector, ho avuto la malsana idea di salire sopra “Er Cupolone”.
Non sapendo ancora quale supplizio mi aspettava…
Diciamolo subito: il prezzo del biglietto e la fatica per arrivare in cima valgono la pena.
Lo spettacolo della vista a 360° sulla Città Eterna è sublime.
Però se mi avessero detto che avrei dovuto fare tipo 400 scalini NONOSTANTE l’ascensore, ammetto che ci avrei pensato su 10 volte.
Per dire: ci avrei pensato su 10 volte anche se fossi stato in perfette condizioni fisiche, e fossi stato ancora nella mia età dell’oro in cui macinavo 10 km di corsa al giorno. Figuriamoci adesso in cui mi beo nella mia grassa opulenza fisica…
Ad ogni modo: c’è questo simpatico ascensore che ti sparaflesha in pochi secondi sul tetto del Vaticano. Da qui si accede all’interno della cupola, dove si può vedere tutta la Basilica sottostante con le persone che sembrano omini piccini picciò, e ammirare la volta del Cupolone con i suoi bellissimi mosaici.
Ho pensato molto ingenuamente: “Vabbè, molto figo!”, credendo che la visita alla Cupola fosse solo quella. Sarebbe bastato e avanzato. E invece no: quando sono uscito mi sono trovato davanti un cartello malefico che mi indicava che la visita continuava. Ho seguito il cartello, ho percorso una piccola salita.
Non sapevo ancora che il dramma si sarebbe consumato da lì a poco.
Mi sono trovato davanti una rampa di scale, APPARENTEMENTE innocua.
Ho cominciato a salire.
Scalino dopo scalino.
Ancora.
E ancora.
E ancora.
Gli scalini sono diventati via via sempre più pesanti.
Soprattutto, diventavano via via sempre di più.
Non finivano mai.
Scale!
In poco tempo, salivazione azzerata, sudorazione accelerata, mani spugnate, giramenti di testa, visioni e allucinazioni di San Pietro che mi spronava a salire e a proseguire.
Con le chiavi del Paradiso tintinnanti, naturalmente…
Dopo aver scalato l’equivalente del Monte Bianco, mi sono ritrovato all’interno di questo corridoio sbilenco, in puro stile “Torre di Pisa” (li mortacci, anche quella fu una scalata eroica). Sulla destra, la forma inconfondibile del Cupolone. Sulla sinistra, una finestrella sul mondo…presso la quale era possibile sedersi e riposarsi. E mi ci sono riposato un bel po’, là sopra…fino a quando ho sentito un “We, Angelo!”
Mi sono ritrovato davanti il fratello di Daniele (piccolo il mondo, eh!) che tentava anche lui la scalata al Monte Bianco alla Cupola.
Superati i convenevoli e riposato per qualche altro minuto, sono ripartito.
Il peggio era in agguato: dopo un altro migliaio di scale, iniziavano quelle a chiocciola. Quelle strettissime, dove ogni gradino è largo 3 o 4 millimetri. Quelli dei quali ho sempre, fottutamente paura.
Davanti e dietro di me sentivo persone che ansimvano, ma finalmente, dopo aver intravisto in una nuova allucinazione con San Pietro che annuiva e con l’indice puntato verso l’alto mi indicava che la meta era vicina, mi sono fatto coraggio, e con le gambe che invocavano pietà e perdono, sono salito in cima.
Spettacolo sublime, esperienza davvero “mistica”…
Non so se lo rifarò mai ma…Era da fare!
E voi? Ci siete mai saliti là sopra?

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