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Sallusti viola le regole e diventa un eroe; i giornalisti italiani intanto hanno bisogno di un welfare

Creato il 22 dicembre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Sallusti graziato da Napolitano, che ha firmato anche le leggi più vergognose in sette anni senza qualità e che ieri ha commutato i domiciliari in pena pecunaria. 15mila euro circa, se sei Sallusti e se li hai, e puoi diffamare in modo violento chi vuoi, con l’aiuto di Farina.
Per gli altri giornalisti italiani, fra cui parecchi precari malpagati grazie alla cosiddetta “flessibilità”, che negli anni Novanta la Cgil non voleva, si presenta l’urgenza di un welfare e di un contratto nazionale più adatto ai tempi e alla rapida evoluzione dell’editoria. Il sindacato nazionale unitario Fnsi prepara la piattaforma del nuovo contratto nazionale. Nel comunicato ripreso dal sito www.fnsi.it il comitato nazionale è costretto con le sue proposte a inseguire le nuove tecnologie editoriali. Scelta inevitabile. Come uscire però da uno stato di sottomissione e di precarietà esistenziale di chi dà notizie ormai a proprio rischio personale? Il dato più avverso è ci sono notizie che non possono uscire, che l’imperialismo del sistema editoriale affascina i lettori con le tecnologie mentre svuota di contenuto le testate e seleziona a colpi d’accetta le opinioni plausibili.
Il dramma è che sembra proprio che il sindacato neanche possa affrontare problemi simili, obbligato a subire la forza incomparabilmente superiore di soggetti incontrollati, come la politica. Può parlare di libertà d’informazione un sindacato, quando nemmeno il Parlamento è libero? E quando persino i partiti, decenni fa autorevoli, oggi sono ridotti come si vede? La questione è seria, perché se il giornalista è in difficoltà, lo è per vari aspetti essenziali anche il cittadino. Se non ti puoi informare puoi dire di essere libero?
Segue il comunicato della Fnsi.

In questo contesto, il Cn dà mandato alla Giunta di aprire il confronto con gli editori sui temi contrattuali nell’ambito di una forte e innovativa dialettica con la controparte editoriale.
Nel quadro del mutato panorama dell’informazione, il sindacato si farà promotore di un’azione di collegamento con gli altri enti della categoria, con particolare riguardo a Inpgi e Casagit, che permetta di porre sul tavolo con nuova forza propositiva le linee di un progetto complessivo, finalizzato al superamento dell’attuale situazione di drammatica crisi, indicandone le possibilità di superamento.
Pertanto, la ricerca di nuove figure e di nuovi livelli professionali, capaci di rispondere alle mutate esigenze del mercato e dell’industria dell’editoria, il varo di una piattaforma contrattuale che guardi alle nuove forme ed espressioni editoriali integrate o multimediali, e prospetti l’inclusione a pieno titolo nella categoria di tutte le forme di giornalismo professionale, appaiono come i punti salienti ai quali ancorare il confronto con gli editori ai quali il sindacato lancia la sfida del futuro prossimo venturo.
Il moltiplicarsi a dismisura del ricorso agli stati di crisi e all’attivazione degli ammortizzatori sociali impone una non più rinviabile rivisitazione della legge 416. In questo contesto rientra la definizione di limiti più selettivi nel ricorso al prepensionamento, modificandone i criteri oggi previsti, innalzando i limiti di età e prevedendo ulteriori ipotesi di intervento per conciliare un’uscita graduale dei colleghi dalla professione con il contestuale inserimento di nuova occupazione professionalizzata e contrattualmente garantita.
Nel contesto di un ormai inevitabile ampliamento del perimetro della professione e delle figure contrattuali è necessario operare per l’inserimento dei collaboratori free lance e dei precari (con caratteristiche professionali di impegno e di reddito) all’interno del lavoro regolamentato soprattutto dal punto di vista previdenziale.
E su questo specifico argomento dovrà proseguire ed essere ulteriormente approfondito il confronto in atto all’interno della commissione paritetica Fnsi-Fieg sul lavoro autonomo.
Non può restare fuori da questo ragionamento l’avvio di un confronto con la Rai per la definizione delle figure giornalistiche delle reti che oggi lavorano al di fuori dal contratto e che rappresentano una parte importante della categoria che purtroppo resta fuori dalle garanzie di contratto e previdenziali.
Infine, il Consiglio nazionale rinnova la forte richiesta di un intervento articolato e complessivo dello Stato a sostegno del sistema dell’industria editoriale e del welfare dei giornalisti che altrimenti rischiano di venire travolti da una crisi senza precedenti”.

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